[Recensione] Boot Hill Heroes – JRPG nel selvaggio West

Data di Uscita 10 Ottobre 2014
Piattaforme PC Windows
Versione recensita PC Windows

Il genere western ha avuto nel mondo del cinema numerosi momenti di splendore, con periodi più o meno floridi che hanno portato alla nascita di pellicole di primissimo livello. Se guardiamo però ai videogames, ci accorgeremo che solo di rado gli sviluppatori hanno utilizzato tale setting e periodo storico, realizzando di tanto in tanto dei prodotti di buona qualità; pensiamo ad esempio alla serie Wild Arms, o a quel capolavoro che risponde al nome di Red Dead Redemption.
Boot Hill Heroes sceglie il western per strutturare un gioco di ruolo di stampo giapponese, creato dal piccolo team indipendente Experimental Gamer Studios e caratterizzato da uno stile grafico squisitamente retro.

Boot Hill Heroes – JRPG nel selvaggio West

Boot Hill Heroes inizia con una scenetta ambientata in una ridente (ma nemmeno troppo) cittadina del Far West, dove lo sceriffo locale si scontra in un duello con il capo di un gruppo di banditi. Il malvivente riesce a uccidere il tutore della legge, ma viene a sua volta ferito in modo grave, e messo apparentemente fuori gioco.
Il gioco vero e proprio inizia solamente anni dopo, e ci chiamerà a vestire i panni di Kid, figlio dello sceriffo ucciso.

Potrebbero piacerti



Dopo un prologo che farà da tutorial per iniziarci alle meccaniche di base, l’avventura ci porterà ad allontanarci dalla casa natale del ragazzino, per andare alla ricerca di un lavoro e della nostra indipendenza. Naturalmente, Kid si ritroverà ben presto in situazioni del tutto inaspettate, che coinvolgeranno molti altri personaggi, e che lo porteranno a scontrarsi con gli stessi banditi responsabili della morte del padre.
La storia procede in più frangenti con una certa lentezza, e non può certamente essere definita come il miglior esempio di sceneggiatura incalzante che ci sia capitato di vedere in un videogame. Tuttavia, l’originalità del setting, la sempre presente ironia e il citazionismo ricercato rendono il gameplay piacevole, nella maggior parte dei casi rilassato.

La visuale isometrica è la classica dei giochi di ruolo 16bit, e la maggior parte delle meccaniche rifletteranno proprio tale periodo. Avremo a che fare con un sistema di combattimento misto tra turni e tempo reale piuttosto riuscito, che non ci costringerà agli odiosi scontri casuali, ma che invece ci permetterà di vedere i nemici scorrazzare per la mappa di gioco. Entrando in contatto con gli avversari inizierà la sequenza di combattimento, in una schermata simile a quella dei celebri Dragon Quest o Etrian Odyssey. Ci troveremo dunque in prima persona, con gli avversari bene in mostra di fronte a noi, e dovremo impartire gli ordini ai membri del nostro gruppo per cercare di avere la meglio. Per decidere quali azioni compiere saremo limitati da una sorta di Active Time Battle, simile a quella vista nel classico del genere Final Fantasy VII (o alcuni dei capitoli precedenti). Ciascuna delle nostre abilità richiederà una certa quantità di tempo per essere ricaricata, in maniera più o meno proporzionale alla potenza dell’attacco o all’importanza tattica dellla mossa.
Non si tratta dunque del classico cooldown tipico di qualsiasi MMORPG, ma piuttosto di un sistema a timer dove tutte le abilità di un personaggio condividono la stessa barra di ricarica. La strategia diventerà sempre più determinante, e dopo una manciata di ore di gioco ci renderemo conto di quanto sia fondamentale mettere in pausa lo scorrere del tempo per impartire di volta in volta gli ordini più efficaci, specie negli scontri con i boss.

Proprio i boss rappresenteranno una sfida piuttosto impegnativa e, a onor del vero, dobbiamo ammettere che alcuni di questi scontri ci sono apparsi un sbilanciati, e sprovvisti della giusta curva nella progressione della difficoltà. Adottando delle scelte di design che non condividiamo, capiterà spesso di venire bloccati all’interno di zone che ci richiederanno di abbattere uno specifico boss, impedendoci nel contempo di tornare sui nostri passi per potenziare i personaggi attraverso grinding o altro.
Se a questo aggiungiamo alcuni lunghi dialoghi che precederanno i suddetti scontri e l’impossibilità di saltarli, ci renderemo conto di come ci sia stata forse una certa superficialità nella fase di progettazione.
La fase finale dell’avventura è, da questo punto di vista, quella più ostica, essendo formata praticamente da una sfilza di scontri in successione con avversari decisamente potenti.
Nonostante la frustrazione sia dietro l’angolo, dobbiamo comunque rendere merito agli sviluppatori, perché in definitiva non ci è mai accaduto di “bloccarci” a causa di uno scontro troppo difficile, quanto piuttosto di dover rivedere la nostra strategia e pianificare con maggiore attenzione le nostre mosse.

Per aggiungere ulteriore strategia al sistema di combattimento, gli sviluppatori hanno ben pensato di lavorare ad un sistema di abilità basato sull’uso dei cappelli, vera e propria icona dell’indumento da cowboy del Far West. Ciascun cappello sbloccherà alcune abilità specifiche sul personaggio che ne farà uso, abilità che potranno essere apprese e potenziate attraverso l’uso del fido copricapo, in maniera simile a quanto avveniva in Final Fantasy Tactics Advance. Per evitare di concederci un eccessivo vantaggio, solo quattro abilità potranno essere attive contemporaneamente per ciascun personaggio, costringendoci ad operare delle scelte che rendono il combattimento più intrigante.

Se il comparto visivo di Boot Hill Heroes sarà gradevole per tutti i giocatori, purtroppo non possiamo dire che sia accompagnato da una realizzazione tecnica altrettanto valida. Abbiamo riscontrato numerosi problemi nelle collisioni tipici dei prodotti 2D a basso budget, causate da muri invisibili e da passaggi attraversabili solo in apparenza. Un problema che infastidisce in particolare una volta sbloccato il cavallo, che velocizzerà notevolmente i nostri spostamenti, ma che finirà spesso e volentieri per incastrarsi in luoghi assurdi perdendo tutta la propria velocità.

Un plauso va fatto all’eccellente colonna sonora della produzione, realizzata da quel Jake Kaufman già responsabile di un buon lavoro su DuckTales Remastered e Double Dragon Neon. Le musiche sono più che convincenti, mostrandosi appropriate al setting e alla situazione, e confermando la bravura di un compositore certamente da tenere d’occhio.

Conclusioni
Boot Hill Heroes è un buon JRPG di stampo giapponese, che forse non stravolgerà la vita di nessun giocatore, ma che non dovrebbe mancare nella collezione di nessun amante del genere che apprezzi anche il selvaggio west. La trama è gradevole, lo stile sa divertire e il sistema di combattimento è ottimo. Peccato per le cadute di ritmo nella sceneggiatura e alcuni problemi di bilanciamento nel livello di difficoltà.
+ Setting intrigante
+ Stile grafico retrò piacevole
+ Ottimo sistema di combattimento
+ Ironico
+ Colonna sonora splendida
– Sceneggiatura a volte lenta
– Boss sbilanciati, scelte di game design discutibili
– Solo lingua inglese
– Incertezze tecniche


Metascore ND
Boot Hill Heroes | Steam | 8.99€

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *