God Eater 2 Rage Burst nrs

Recensione: God Eater 2 Rage Burst – Aragami hunter

Il 2016 è uno degli anni migliori per gli amanti dei videogiochi giapponesi che militano su Steam, lo testimonia l’abbondanza di titoli arrivati finalmente sulla piattaforma di Valve dopo lunghi periodi di esclusività console.
Stavolta tocca a God Eater 2 Rage Burst, versione espansa dell’originale uscita nel lontano 2013 su PSP e PSV, presentarsi tirato a lucido ai giocatori muniti di mouse e tastiera, da sempre desiderosi di poter provare con mano un vero Monster Hunter-like.
Noi lo attendevamo con curiosità e siamo adesso pronti a fornirvi un resoconto dettagliato della nostra esperienza con il gioco.

God Eater 2 Rage Burst

Uscita 29 Agosto 2016
Lingua Italiano
Piattaforme PC, PS4, PSV
Versione recensita PC
Prezzo al lancio 49,99€

Iniziamo parlando del background di God Eater, un franchise appartenente a Shift e Namco Bandai che conta già numerosi capitoli videoludici, adattamenti manga, light novel e persino una serie animata.
La trama principale dell’opera racconta la battaglia disperata tra umani e Aragami (misteriose bestie distruttrici) in un mondo post-apocalittico la cui unica possibilità di salvezza risiede nell’organizzazione Fenrir e nelle sue filiali in giro per il mondo.
Essa si occupa di sviluppare particolari armi biomeccaniche chiamate God Arc in grado di sconfiggere gli Aragami, altrimenti invulnerabili, nonché di reclutare cadetti -i God Eater- dotati della capacità innata di impugnarle.
Questo secondo capitolo si colloca cronologicamente tre anni dopo le vicende del primo e segue le missioni del team Blood, derivato di Fenrir, alla ricerca della fonte di una nuova pandemia scoppiata nelle zone orientali del globo.

Più che nella complessità degli eventi, in verità piuttosto blandi e messi in scena con un ritmo torpido, il punto forte del comparto narrativo risiede nel buon assortimento del cast, composto da individui bizzarri ma in prevalenza ben caratterizzati sia visivamente sia a livello caratteriale.
Julius Visconti, Ciel Alencon e Nana Kazuki, tra gli altri, saranno dei graditissimi compagni per tutta la durata dell’avventura (una ventina di ore) grazie alle loro gag e ai commenti su qualsiasi avvenimento in game; dialoghi che avremmo apprezzato ancora di più se il doppiaggio non fosse stato talmente disastroso da farci accapponare la pelle nella maggior parte delle cutscene.
Perché non dare agli utenti la facoltà di utilizzare l’audio giapponese? In tal modo si toglie soltanto ulteriore spessore alla sceneggiatura peraltro pesantemente rimaneggiata dall’adattamento occidentale, fattore che ha spinto diversi giocatori a rimandare l’acquisto o addirittura ad evitarlo. Sappiate comunque che le mod riparatorie non tarderanno ad arrivare, anzi stanno già venendo alla luce.

Passiamo invece al gameplay, apertamente ispirato a quello del celeberrimo Monster Hunter.
Il gioco si suddivide in missioni dalla struttura forse troppo simile fra loro, incaricandoci di sconfiggere tutti gli Aragami in aree circoscritte di piccola/media grandezza.
La ripetitività dei compiti viene però mitigata dall’abbondante varietà di nemici dotati di pattern unici seppur striminziti, dalla libertà d’approccio conferita all’utente e dal notevole grado di personalizzazione datogli in pasto.
Potremo modificare ogni singolo pezzo d’equipaggiamento del nostro soldato, potenziarlo o comprarne di nuovi scegliendo tra ben 6 classi di armi corpo a corpo più vari tipi di fucili e scudi, senza contare l’enorme mole di power up e gadget secondari addetti alla fornitura di bonus passivi.
Detto ciò non aspettatevi dei moveset ampi perché oltre a una manciata di combo basilari e mosse speciali da attivare al riempimento della barra Burst avrete ben poche manovre offensive, ed è un peccato vista la profondità riscontrata in ambito customizzazione.
Dopo poco il sistema potrebbe infatti diventare tedioso e ripetitivo, mancando di flessibilità in molti suoi aspetti quali, ad esempio, l’esplorazione e la varietà degli obiettivi da portare a termine.
Volendo riassumere, God Eater 2 vi vedrà passare la stragrande maggioranza del tempo a spammare verso gli Aragami combo di due o tre attacchi alla volta alternando il corpo a corpo al ranged e alle schivate mentre lottate con una telecamera gestita malissimo. Tutto ciò insieme a un team composto da personaggi controllati dall’intelligenza artificiale (calibrata a dovere) con cui potrete interagire liberamente nell’hub di gioco, magari prima di effettuare rifiniture all’equipaggiamento grazie al comodo terminale.
E’ una vera e propria routine con sporadici alti e bassi che non tutti disprezzeranno, specialmente gli amanti di Monster Hunter, tuttavia secondo noi si sarebbe dovuto fare di più per spezzare la monotonia dilagante già nelle prime fasi dell’avventura e limare le parti meno riuscite.

Trattandosi di un porting da console portatili Sony, il comparto tecnico lascia un tantino a desiderare.
L’appeal non è terribile, sia chiaro, ma anche qui gli sviluppatori avrebbero potuto riporre maggior cura quantomeno arricchendo di dettagli gli scenari, incredibilmente spogli, che sprizzano “portatilità” da tutti i pori.
Modelli e animazioni rimangono invece graziosi, nonostante i miglioramenti rispetto alla versione precedente si limitino alla presenza di alcuni settaggi grafici basilari (FXAA, ombre, filtro anisotropico), al supporto delle risoluzioni ultra HD e al framerate finalmente non limitato a 30FPS; orecchiabile ma soggetta a loop la soundtrack.
Feature aggiuntive degne di nota sono la presenza del multiplayer cooperativo online fino a quattro giocatori, al momento funzionante a singhiozzo ma è prevista una patch a breve, ed inoltre l’inclusione nel prezzo del biglietto del primo capitolo in versione rimasterizzata, tutt’oggi il più amato dai fan della serie.

In sintesi
Se avete sempre desiderato andare a caccia di mostri ma non possedete una console Nintendo, God Eater 2 Rage Burst è senza dubbio un gioco che dovete prendere in considerazione.
Tonnellate di contenuti, longevità da vendere, personalizzazione al top: una bella dimostrazione di forza da parte degli Shift nei confronti dei colleghi di Capcom.
Se però non apprezzate il genere troverete svariate difficoltà a mandar giù la produzione Namco giacché God Eater 2 è afflitto da una costante ripetitività, il combat system mostra vistosi limiti, il comparto tecnico risulta datato e, non ultimo per importanza, il doppiaggio in inglese provoca il voltastomaco.
Noi rimaniamo nel mezzo, dunque prendete la decisione di acquistarlo soltanto dopo aver valutato con attenzione le vostre priorità.
Valutazione scala 1/10

6.9
+ Longevo
+ Ricchissimo di contenuti
+ Tanto spazio alla personalizzazione
+ Buon character design
– Doppiaggio pessimo (naturalmente in inglese)
– Ripetitività di fondo
– Combat system semplicistico
– Tecnicamente indietro

*Recensione basata su una copia promo fornita dal publisher*

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