shadowrun dragonfall

[Recensione] Shadowrun Dragonfall – Director’s Cut – Cyberfireball e Hackerelfi

Data di Uscita 18/09/2014 Lingua Inglese
Piattaforme PC, Mac OS, Linux, iOS, Android Versione recensita PC

Sviluppato da Harebrained Schemes, Shadowrun Dragonfall – Director’s Cut è la versione stand-alone di quella che era l’espansione per Shadowrun Returns. L’ambientazione utilizzata in questi videogiochi, tutti finanziati tramite Kickstarter, è quella di Shadowrun, un gioco di ruolo da tavolo che gli stessi soci fondatori di Harebrained Schemes, Jordan Weisman e Mitch Gitelman, pubblicarono nel lontano 1989 quando erano entrambi alla FASA (azienda specializzata del settore, che ha inventato, oltre a Shadowrun, soggetti quali Mechwarrior e Battletech).

Shadowrun Dragonfall – Director’s Cut

Per descrivere quest’ambientazione servono due parole: Fantasy e Cyberpunk. Infatti, ci troviamo su di una Terra alternativa, dove in seguito a certi eventi, oltre alla tecnologia digitale, robotica e cybernetica, esiste la magia, con palle di fuoco e tutto il resto.
Non solo, adesso il Pianeta Azzurro è anche popolato da elfi, orchi e varie altre creature più o meno senzienti, ritenute immaginarie.

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Dopo aver creato il nostro alter-ego, scegliendo razza, classe, background e dopo aver distribuito fra le varie categorie (fisiche, mentali e di specializzazione nelle armi) i primi punti skill, verremo immediatamente proiettati nella storia.

In un mondo governato da giganteste corporazioni commerciali di ogni tipo, dove i governi politici hanno cessato di esistere, il nostro personaggio si trova nella città libera di Berlino, dove l’anarchia regna sovrana. I motivi che ci hanno portato nella più che mai multietnica città sono due: un passato misterioso in cui un “lavoro” andato male ci ha costretti a cambiare aria, e la presenza in città di una vecchia amica, che ci ha offerto ospitalità e proposto un ruolo fisso all’interno del suo gruppo di “runners”.
Questo a grandi linee è il plot narrativo del gioco. Un’avventura che mette al di sopra di ogni altra cosa l’evolversi degli eventi in un intreccio in cui le relazioni fra i membri del team, ciascuno con una propria storia, personalità e ruolo, ne costituiscono il cardine.

Con questo tipo di approccio aspetti quali presentazione grafica, sonoro e spettacolarità sono del tutto secondari. La grafica è infatti molto funzionale: visuale aerea con zoom regolabile, ma senza possibilità di ruotare la camera; animazioni che non impressionano quanto a fluidità; design generale idoneo all’ambientazione e di buona fattura, ma che non riesce mai a brillare per estro e creatività. La presenza di un mondo da esplorare è un aspetto che molti ritengono essenziale in un CRPG moderno, ciononostante Shadowrun Dragonfall utilizza un più semplice sistema di “viaggio” (ovviamente in metropolitana) fra la locazione principale il Kreuzbasar (che presumo rappresenti la versione post-moderna dell’attuale quartiere berlinese di Kreuzberg) che funge da “Hub”, con le varie locazioni nelle quali andremo a svolgere le missioni. Gli NPC disseminati nel kreuz (l’incrocio), così come nelle altre aree, sono statici, in eterna attesa di interazione da parte del giocatore. Oltre al nascondiglio/base operativa del team, il Kreuzbasar ospita vari altri edifici in cui potremo entrare, sia per comprare equipaggiamenti che per accettare e svolgere missioni. L’interazione con l’ambiente è limitato ad alcuni “punti caldi”, siano essi puramente descrittivi o essenziali per gli obiettivi di missione.
Anche l’accompagnamento sonoro svolge degnamente il suo ruolo, senza però impressionare per varietà o ispirazione. Effetti sonori standard e niente voice acting.

L’evoluzione del personaggio comprende una grande varietà di skill, che potremo sbloccare distribuendo i punti assegnatici dopo ogni missione. Esse sono divise in gruppi contraddistinti da una statistica di base (intelligenza per le abilità tecnologiche, forza per il combattimento ravvicinato, ecc), questo valore determinerà il cap (valore massimo) delle specializzazioni di quella categoria. E’ un semplice ed efficace sistema ma sarà applicabile solamente al nostro personaggio principale. Tutti gli altri membri della squadra hanno infatti una classe predeterminata, al giocatore verrà chiesto, di tanto in tanto, di scegliere fra due opzioni di specializzazione da potenziare prograssivamente.

Le fasi di combattimento, più che una pianificata strategia, richiedono solo un minimo di tattica. Sono basati sul nascondersi dietro a qualunque oggetto od ostacolo piazzato sulla mappa. Ad ogni turno potremo utilizzare le skill dei personaggi, cercando di sfruttare a nostro vantaggio la planimetria dell’area, ma manca la possibilità di interagire con gli oggetti e l’ambiente attorno a noi (tirando una granata su di una scrivania, feriremo i nemici vicini ad essa ma lei rimarrà incolume, senza un graffio), cosa che limita l’approccio di battaglia a degli scontri diretti.

Conclusioni
Shadowrun Dragonfall non è quindi un CRPG open world di ultima generazione, in cui il giocatore ha il controllo su tutto. Ma a cosa si deve dunque la sua popolarità? La risposta è semplice: la qualità dei testi, l’ambientazione originale, la profondità con cui sono caratterizzati i membri del team, uniti ad una trama avvincente. Qualunque appassionato di letteratura Cyberpunk (“Neuromante” di William Gibson per fare un esempio) non dovrebbe mancare di provare questo gioco. L’esempio di un vero Gioco di Ruolo per computer, prodotto da alcune delle persone che hanno contribuito ad inventarli. Le scelte che potremo fare durante i dialoghi, l’approccio con cui potremo affrontare le missioni, le relazioni con i compagni e gli NPC, tutto è condizionato dalle caratteristiche che sceglieremo di dare al nostro personaggio. I molteplici finali e le molte possibilità di sviluppo a cui, per forza di cose, dovremo rinunciare durante una campagna, danno a Shadowrun Dragonfall un elevato valore di rigiocabilità, riaffrontando il gioco utilizzando un’altra razza, differenti classe e skill. Harebrained Schemes ha di recente fatto sapere di aver raccolto molti più soldi di quanti richiesti per lo sviluppo di Shadowrun Hong-Kong, spero siano sufficienti a darci un videogioco di tutt’altro livello di produzione rispetto a questo Dragonfall. Una presentazione migliore, grafica ed effetti al passo con i tempi, in pratica una produzione più “aggressiva”, accantivante, vasta nelle dimensioni e ricca di interazione. Le possibilità che l’ambientazione Shadowrun offre sono molto ampie ed affascinanti e meritano di più.
+ Trama e testi di rara qualità e profondità.
+ Semplice da gestire pur offrendo ottima customizzazione del personaggio.
+ Fantasy e Cyberpunk fusi assieme!
– Scarsa interazione con l’ambiente.
– Mappe di gioco piccole e senza grande varietà.
– Assenza di un qualunque tipo di intrattenimento al di fuori della trama.
– Alcuni impreparati rischieranno di addormentarsi leggendo tutto quel testo.

Metascore 87/100
Shadowrun Dragonfall – Director’s Cut | Steam | 14.99€

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