Resident Evil 3

Resident Evil 3 Remake tra censure, paraculismo e mediocrità

Pensavate fossi morto? E invece eccomi qui, chiuso in casa come un hikikomori e più incazzato che mai visti tutti i disagi che Cina e guerrieri sociali continuano a procurarmi. Oggi parleremo di Resident Evil 3 Remake, perché – non so se ci avete fatto caso – nell’ultimo periodo i casi di censura all’interno di film, serie, anime e videogiochi si sono moltiplicati a dismisura. Il 2020 non è solo l’anno delle polmoniti ma anche quello della soia, come se il 2019 non avesse già rotto abbastanza in tal senso.

E infatti, per la sorpresa di nessuno in particolare, mi ritrovo qui a parlare ancora una volta di come femminazi e fascisti arcobaleno infettino i nostri hobby con la loro pazzia ormai fuori controllo. Se fosse confinata all’occidente me ne fregherebbe anche ben poco. Il problema è che adesso persino i giapponesi creano e modificano l’intrattenimento in base alle “opinioni” di due grassoni frustrati su Twitter e ResetEra, epicentro del degrado mentale odierno.

Dopo la conversione gusto Valsoia di Final Fantasy VII Remake, che si preannuncia una festa della merda in piena regola (tra censure ai vestiti, ai dialoghi, annacquamenti alla storia e quant’altro), ecco che anche Capcom decide di lanciarsi nella mischia con il suo Resident Evil 3 Remake. Guarda caso un altro remake, vista la mancanza cronica di idee e l’assenza di palle necessarie per lanciare nuove IP. Da Square Enix ce lo si aspetta, considerando che tra acquisizione di studi occidentali mediocri e dipartimenti etici non ne azzecca una da anni.

Ma Capcom? Insomma, il suo 2019 è stato a dir poco incredibile. Tra Devil May Cry 5, Resident Evil 2 e Monster Hunter World Iceborne i fan non potevano dirsi scontenti. E invece a quanto pare le lodi gli hanno dato alla testa, perché il remake di Resident Evil 3 ha deluso in pompa magna. I motivi sono semplici: tralasciando il comparto tecnico, si tratta di un gioco inferiore all’originale uscito nel 1999.

A mio avviso il motivo va ricercato nella modalità multiplayer chiamata Resistance. Questa è stata il fulcro degli sforzi dello sviluppatore in quanto basata su un modello live service con acquisti in app. Chiamali scemi. Perché spendere tempo e risorse in quello che poteva essere un DLC di RE2 quando puoi spremere le balene e guadagnare a buffo con loot box e menate varie? Ma fin qui niente di strano.

Il fatto è che non si sono limitati a mozzare l’originale Resident Evil 3 in ambito contenutistico, hanno anche dovuto strizzare l’occhio ai guerrieri da tastiera. Tutti sanno che se crei personaggi troppo sexy o attraenti sei (inserisci termine random) -ista e -fobico, perché nel 2020 funziona così. Non importa se si tratti di finzione, fanservice o quel che volete. C’è sempre qualcuno dall’altra parte del mondo che, probabilmente dall’alto dei suoi 150kg, non sopporta la visione di belle donne o uomini composti da pixel.

Ecco perché, in Resident Evil 3 Remake, a detta dello stesso director Yonghee Cho (sembra casualmente cinese) è stato necessario rimuovere ogni traccia di sex appeal dalla protagonista.

“Ci sono state parecchie discussioni interne sull’argomento. Il design originale di Jill Valentine era focalizzato sul sex appeal, ma non era la scelta giusta. Parliamo di un personaggio molto forte, che ha passato tantissime difficoltà nella sua vita, quindi ci è sembrato opportuno puntare sulla credibilità e praticità del suo vestiario.”

Vi ricorda qualcosa? Esatto, Square Enix con Tifa Lockhart e Lara Croft, a cui le teste verdi hanno censurato outfit perché “troppo poco realistici” e per sottolineare che si tratta di cosiddette donne forti. E chissene frega dei fan di lunga data, dell’onestà intellettuale, della libertà degli artisti? Ma poi qualcuno mi spieghi cosa minchia hanno a che vedere avversità e carattere forte con i vestiti indossati. Forse questi NPC umani pensano di dover rendere ogni personaggio femminile l’equivalente di Rambo?

Fossero decenti almeno i modelli, poi. La nuova Jill di Resident Evil 3 Remake è praticamente il sosia del protagonista di The Quiet Man, anzi addirittura più mascolina di quel povero cristo. In controluce fa più paura la sua faccia che quella di Nemesis. Per non parlare dei vestiti da muratore che le hanno affibbiato, mentendo anche sulla presenza di un costume originale rivelatosi infine censurato. Per fortuna i modder stanno provvedendo a riparare ai danni, sostituendo il modello politicamente corretto con quello di Rebirth. Meno male che su PC si può ancora ricorrere alle mod.

Comunque, volendo tirare le somme, Capcom ha:

  • Censurato il costume classico di Jill
  • Modificato la personalità di Jill rendendola uno scaricatore di porto assimilabile alle orche liberali che trovate nei più bui meandri di Twitter.
  • Cancellato ogni sorta di femminilità e sex appeal dal personaggio, incollandole sopra la faccia di The Quiet Man.
  • Downgradato gore e smembramenti rispetto a Resident Evil 2 Remake.
  • Tagliato intere sezioni del gioco originale senza motivo alcuno.
  • Reso Nemesis nient’altro che un fastidio occasionale scriptato con sezioni di fuga alla Uncharted.

E ora, udite udite, stanno addirittura bannando utenti sui forum di Steam perché si sono permessi di aprire dei topic sull’argomento, al fine di avvertire altri potenziali acquirenti della soia contenuta in questo gioco.

Che dite, ci muniamo di pazienza e aspettiamo l’uscita in offerta speciale a 0€ sul Torrent Games Store? Non credo meritino un trattamento diverso. D’altronde anche loro hanno dimostrato di preferire femministe e guerrieri sociali (noti appassionati di videogiochi e utenti fedeli) ai veri fan. Ricordatelo, si vota con il portafogli e una bella sculacciata ai publisher furbetti è sempre cosa buona e giusta.

2 commenti

  1. Ciao Riccardo .. sempre un piacere leggerti e sentirti nei tuoi video molto onesti e sinceri .. io sono Angelo
    kikkoso su xbox one e credo un tuo concittadino se non sbaglio Palermo ? ciao ciao

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