shroud of the avatar

Shroud of the Avatar – Recensione | Lord British solo di nome

Ultima Online è uno di quei titoli che i giocatori di vecchia data come me non dimenticheranno probabilmente mai. Ne avevo parlato circa un anno fa nella rubrica Perle del passato, elogiandone le qualità intrinseche e l’aspetto pionieristico in campo MMORPG, termine peraltro coniato dal creatore del gioco Richard “Lord British” Garriott. Lo stesso che, di recente, ha voluto dedicarsi a un progetto ambizioso finanziato su Kickstarter con ben 2 milioni di dollari. Questo progetto si chiama Shroud of the Avatar: Forsaken Virtues e viene definito il successore spirituale di Ultima Online. Uscito dall’accesso anticipato lo scorso 27 marzo, il gioco ha appena beneficiato di un corposo update volto a rattopparne le criticità, parecchie stando a una community che del resto non mi è sembrata particolarmente entusiasta nei confronti del lavoro di Portalarium. E, detto con tutta franchezza, non credo sia possibile dargli torto.

Shroud of the Avatar

Data di uscita: 27/03/2018
Versione recensita: PC
Disponibile su: PC
Lingua: Inglese
Prezzo di lancio: 39,99€

Shroud of the Avatar parte con un’introduzione che ricalca tematicamente le premesse di serie come Hack e Sword Art Online. Interpretiamo un comune nerd risucchiato all’interno di un mondo virtuale a metà tra l’antico e il futuristico dove i visitatori diventano avatar, cioè ombre in cerca di un destino. Dopo una breve sessione di tutorial e la creazione del personaggio attraverso un discreto editor, iniziamo a conoscere il mondo di gioco.

New Britannia, chiaro rimando a Ultima, è un luogo tanto grande quanto strambo. Lo vediamo innanzitutto dalla forma perfettamente quadrata e dal design incostante, che a causa della divisione in istanze e dei lunghi caricamenti nel passaggio tra una zona e l’altra lo rende difficilmente fruibile sia nella sua componente offline sia in quella online. Quantomeno esiste una certa libertà di fondo, e anche qui sarà possibile ignorare la missione principale per darsi alle più disparate attività come caccia e housing. Inoltre il sistema di progressione, privo di classi, lascia parecchio spazio di manovra all’utente, consentendogli di livellare singolarmente le skill. Il problema, però, risiede nell’assoluta mancanza di rifinitura pressoché in qualsiasi comparto del titolo.

Shroud of the Avatar – Video recensione

La noia giunge infatti impietosa dopo appena un’ora in game, insieme alla frustrazione. Menu e interfaccia sono a dir poco arcaici, incomprensibili e dal look sgradevole. L’inventario, ad esempio, raccoglie gli oggetti in modo dispersivo e non permette né il trascinamento con il mouse né l’organizzazione rapida, motivo per cui dovremo per forza di cose selezionare singolarmente le unità dalla lista con perdite di tempo bibliche. Qualsiasi azione risulta macchinosa e svariate volte più lenta del dovuto.

Dai movimenti dell’avatar, che rimarrà spesso inchiodato al terreno come Rutilia in The Witcher 3, fino al combat system in tab targeting, statico e legnoso come in pochi altri MMO, nulla riesce a offrire un’esperienza priva di sbavature. Forse l’unico elemento riuscito è il modo in cui vengono gestite le interazioni con NPC. Il dialogo con essi avviene infatti digitando o scegliendo delle parole predefinite dalla casella di testo. Per quanto apprezzabile, l’espediente non ovvia comunque alle innumerevoli pecche della produzione.

Shroud of the Avatar non è riuscito a convincerci

L’inadeguatezza del comparto grafico è solo l’ennesima ciliegina marcia sulla deprimente torta di letame. Shroud of the Avatar sfoggia un look degno della primissima release di Skyrim su console, riuscendo addirittura a scendere sotto il muro dei 30 FPS su configurazioni di fascia alta con GTX 1080 e i7 overcloccati. E vi dico poi che di problemi tecnici ne ho riscontrati a bizzeffe. Bug, glitch, freeze, crash, rallentamenti pesanti: di tutto e di più. Ce ne vuole di impegno per far così male, seriamente. Se non fosse per la bellissima soundtrack sinfonica parlerei senz’altro di un disastro su tutti i fronti.

Da evitare

Giocando a Shroud of the Avatar si viene pervasi da una costante sensazione di fastidio e rabbia nei confronti degli sviluppatori. Dopo 5 anni in accesso anticipato la release finale è al livello di un’alfa, per essere generosi. Non a caso di utenti online se ne trovano al massimo qualche centinaio, tra parenti e amici di Lord British e Darkstarr. Ah, dimenticavo. Ci sono anche le microtransazioni. E non si tratta soltanto di slot di salvataggio a 10 dollari (stranamente la versione “base” da 40€ ne comprende appena uno) o di fuochi d’artificio alla modica cifra di 32 dollari, ma di abitazioni che vanno dai 100 ai 400 dollari senza le quali non si può accedere al sistema di housing. Ditemi voi se questo non sia semplicemente vergognoso.

 

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