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Super Mario Odyssey Recensione | Il single player è mor… ah no, nulla

Le mie prime ore con Super Mario Odyssey sono state strane. A parte l’indiscutibile fascino delle nuove meccaniche, non sono proprio riuscito a togliermi dalla testa l’idea che Mario sia uno stronzo.
Seguitemi un secondo. Sono 23 anni che Bowser cerca di esternare i propri sentimenti nei confronti della biondina, reginetta arrivista con un’ovvia intolleranza verso le tartarughe. ‘Sto giro Bowser ha pure organizzato matrimonio, testimoni, abiti, invitati, tutto fatto con eleganza e stile. Ma no, questo ex idraulico con la pancia e l’incapacità di radersi ritiene opportuno schierarsi contro un sentimento sincero fregandosene del vero amore.

Che poi secondo me Mario nemmeno la ama sta tipa. Dai cavolo, da quando esiste la serie credo che Peach abbia passato più tempo con Bowser che non con Mario. Secondo alcune autorevoli ricerche viene rapita una volta ogni 2 settimane. Peggio delle mestruazioni. Non so, ma credo che lei e Mario non si conoscano benissimo. Probabile che ci sia parecchia idealizzazione. Finirà malissimo.

Super Mario Odyssey

A parte le mie considerazioni da ubriaco, Super Mario Odyssey è uno spettacolo. Nonostante io sperassi in un nuovo Galaxy, credo che Odyssey sia una spanna sopra. Una dichiarazione bella forte, lo so. Ma questo è un prodotto di altissimo livello, signori, imperdibile non solo per chi ami i platform, ma estenderei senza riserve anche a chi apprezzi gli adventure.
Diversamente da Galaxy, Super Mario Odyssey è un collect-a-thon, quindi ha la stessa struttura di Mario Sunshine e Mario 64. Non ci sono dunque livelli lineari fino al raggiungimento di una stella, ma ambientazioni aperte dove saremo liberi di esplorare. E’ un approccio al gameplay molto diverso, che può piacere o meno.

Personalmente considero Super Mario 64 un capolavoro, ma non mi è mai piaciuto. Cerco sempre di separare tra ciò che mi piace e ciò che è indiscutibilmente eccelso. Mario 64 mi ha sempre infastidito proprio a causa della sua struttura troppo aperta. Non mi piace andare in giro senza una meta sperando di imbattermi in qualche indizio per trovare la prossima stella. Preferisco un livello nudo e crudo, dove devo superare delle prove di difficoltà crescente per arrivare al mio obiettivo. Questo ovviamente è solo il mio gusto personale.
E, a dispetto della mia preferenza, Super Mario Odyssey mi ha divertito come pochissimi prodotti hanno fatto prima, a prescindere dal genere.

Super Mario Odyssey – Trailer di lancio

Non starò a raccontare una trama che non esiste, sappiate soltanto che Peach è stata sorprendentemente rapita. Lo so, siete sconvolti, ma potete farcela, basta che troviate del tempo per lavorare su voi stessi.
Il gimmick del gioco, come saprete, è basato su Cappy, il nuovo personaggio introdotto in questo capitolo. E’ un cappello che potremo lanciare per trasformarci nell’oggetto/mostro/personaggio/polpettone colpito. Mario potrà trasformarsi in tantissime cose, ed ogni forma garantirà l’accesso ad abilità particolari. Saranno ovviamente necessarie per raggiungere le lune (come le stelle, ma ora sono lune. Così, per essere innovativi. Ok?) e per superare alcune fasi platform.

La possibilità di assumere una pletora di forme significa che gli sviluppatori hanno potuto sbizzarrirsi nell’inserimento di tantissime meccaniche differenti. Super Mario Galaxy puntava tutto sul sovvertimento della gravità, sulla prospettiva e sui controlli. Odyssey riesce invece a sorprenderci in continuazione mettendoci nei panni di tantissime creature diverse. Nuoteremo da pesci, salteremo con le rane, proveremo l’ebbrezza di essere dei goomba, ci allungheremo nei panni di un millepiedi e tantissimo altro, con idee tanto originali che parlandone rovinerei soltanto la sorpresa.

Gli sviluppatori Nintendo continuano ad avere un talento straordinario quando si tratta di level design.
Ciascuno dei livelli è concettualmente un grande parco giochi, ricchissimo di attività diverse a cui dedicarsi. C’è una indiscutibile piacevolezza nell’andarsene in giro ad esplorare, alla ricerca dell’ennesimo minigioco che ci porterà alla luna successiva.

In Super Mario Odyssey c’è perfino un’ambientazione “realistica”

Super Mario OdysseyNon molto tempo fa Moon Studios (sviluppatore dello straordinario Ori and the Blind Forest) fece un discorso interessante su NeoGAF sulle regole del level design. Criticarono Zelda: Breath of the Wild accusandolo di avere un open world troppo vuoto, aree eccessivamente vaste e fini a se stesse. A loro parere è invece importante sviluppare dei livelli che offrano un alto livello di intrattenimento anche in rapporto alle dimensioni. Mi pare che utilizzarono una formula tipo X divertimento per Y spazio percorso.
Super Mario Odyssey è estremamente lontano da Zelda ed estremamente vicino alla visione di Moon Studios. Ed è straordinario.

Come da tradizione dovremo ottenere un certo numero di lune prima di accedere al mondo successivo. Ce ne sono tantissime, basterà andare in giro senza troppo impegno per rientrare ampiamente nel numero richiesto. Chi avesse difficoltà di sorta potrà alternativamente acquistarle presso alcuni NPC utilizzando le classiche monete. Un’attività possibile per chi non voglia esplorare, ma personalmente la sconsiglio. Il level design è validissimo, mettersi a correre per completare tutto al più presto sarebbe praticamente un sacrilegio. E’ tuttavia utile disporre di questa opzione durante l’endgame, inaspettatamente vasto. Una volta completato il gioco saremo infatti liberi di tornare nei mondi già completati, dove saranno distribuite innumerevoli nuove lune. Come se questo non bastasse, una volta raggiunti determinati obiettivi avremo accesso ad alcuni livelli addizionali.

Super Mario Odyssey è un gioco davvero divertente, ma a mio avviso non è quel prodotto perfetto che la stampa sta decantando in questi giorni. Ci sono un po’ di mancanze in termini di meccaniche, e se l’offerta generale è straordinaria, non è esente da problemi.

Super Mario Odyssey offre più varietà del solito in termini di level design

Super Mario OdysseyIn primis appare del tutto insensato che il gioco spinga tanto verso una fruizione con joycon separati. Switch è una console ibrida, il che significa che in molti la utilizzano in modalità handheld o con Pro Controller. Super Mario Odyssey ha numerosi comandi da impartire tramite motion control. A volte sono utili, a volte semplificano la vita, in un paio di casi sono necessari. Se state utilizzando Switch in modalità handheld dovrete scuoterlo come dei ritardati. Ci sono tanti pulsanti non utilizzati, perché non sfruttarli per dare una possibilità a chi non desidera utilizzare i joycon separati? E’ una scelta che francamente appare incomprensibile, soprattutto considerato che è l’azienda stessa a spingere l’immagine di una console ibrida.

Secondo punto, i boss di fine livello. Appare davvero assurdo dirlo, ma Super Mario Odyssey ha la sfortuna di essere uscito pochi giorni dopo A Hat in Time. Una frase che suona decisamente strana, considerato che Mario è da sempre il re incontrastato del genere. Del platform sviluppato da Gears for Breakfast vi abbiamo parlato approfonditamente in sede di recensione, è davvero splendido. Non raggiunge la qualità né la quantità di Odyssey, ma lo distrugge senza pietà in quanto a controlli, boss fight e colonna sonora. In larga parte si tratta di meriti del secondo gioco, che non di demeriti di Mario.
E’ indiscutibile però che i boss della nuova produzione Nintendo non dicano davvero nulla di nuovo. Sono privi di inventiva nel design come nelle meccaniche, il livello di sfida è fin troppo basso. Il problema non si risolve nemmeno nell’endgame, quando potremo affrontarli nuovamente in versione potenziata. Peccato.

In Super Mario Odyssey ci sono cose con forme strane

Super Mario OdysseyAltro punto notevolmente sottotono è la colonna sonora, tra le peggiori in questo franchise se escludiamo la main theme. Detto in due parole, la mancanza di Koji Kondo si fa sentire tutta. Super Mario Odyssey non riesce ad accompagnare la magnificenza dei livelli con musiche all’altezza, ed è un peccato. Manca quasi sempre di ispirazione, nessuno dei nuovi motivi riuscirà ad imprimersi nella vostra memoria. Uniche reali eccezioni sono gli arrangiamenti delle vecchie canzoni, comunque non eccelsi a loro volta. Si poteva e doveva fare molto di più, in termini di coinvolgimento si perde moltissimo.

Il gioco si comporta invece molto bene dal punto di vista tecnico. I 60 frame al secondo sono stabili, e anche utilizzando Switch in modalità handheld non ho notato rallentamenti di sorta. Immagino che Nintendo abbia corretto tutto con la patch del day one, o semplicemente sono stato fortunato. Ad ogni modo, nessun difetto sul fronte fluidità.
Giocando in handheld si nota purtroppo una certa tendenza all’aliasing, è fastidioso e piuttosto evidente negli elementi lontani.

Molto belli davvero gli effetti sonori, con campionature ottime in particolare per quanto riguarda i versi di certe creature. Vorrei parlarvi di una in particolare, ma sarebbe uno spoiler che non posso davvero permettermi di fare. Bel lavoro!

Super Mario Odyssey, dove Mario scopre di amare le minigonne

Super Mario OdysseySuper Mario Odyssey non è rivoluzionario come Mario 64, né è paragonabile a Galaxy considerato il sottogenere di appartenenza. Con ogni probabilità questo è il miglior collect-a-thon che sia mai stato realizzato, straordinario nel level design, estremamente variegato nelle idee, pieno di creatività, carattere e fantasia.
E’ un gioco denso, nel senso che riesce a divertire senza interruzioni. La ritmica è stata attentamente studiata per gratificare, per suscitare un senso di soddisfazione costante che tiene incollati allo schermo.
Non è un gioco perfetto, ma è senza dubbio uno dei videogame più genuinamente divertenti a cui abbia mai giocato.
E sì, se ve lo state chiedendo questa è indiscutibilmente una killer application, un gioco che da solo giustifica l’acquisto della macchina su cui gira. *Drops mic*

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