This War of Mine – Recensione | The world is gone, I’m just one

Di videogiochi che raffigurano la spaventosa magnificenza delle imprese belliche vissute dai soldati, talvolta in modo disgustosamente patriottico e semplicistico, se ne trovano a bizzeffe. Per buona parte si tratta di first person shooter basati sulla componente multiplayer.
Le storie dei minuscoli ed insignificanti civili, tuttavia, rimangono ancora confinate in un limbo per lo più inesplorato dai media ludici. A nostro parere meriterebbero maggiore attenzione sia per proporre narrative profonde quanto per svecchiare l’ormai polverosissima categoria dei giochi di guerra.
11 bit studios, team già noto grazie all’eccellente Anomaly, ha deciso di intraprendere la suddetta via e lo ha fatto lanciando sul mercato This War of Mine. E’ un survival dai toni fortemente drammatici che si propone di rappresentare al meglio la vita, o meglio la sopravvivenza, di un gruppetto di amici/conoscenti dopo che la loro città è caduta in rovina a causa di una non meglio precisata guerra civile.

La scelta del genere sembra dunque azzeccata. Grazie inoltre ad alcuni espedienti metanarrativi, il lavoro dello studio polacco si distanzia dalla massa e attira le nostre attenzioni.

This War of Mine – Recensione

This War of Mine inizia cercando subito di spiazzare il giocatore. Senza l’ausilio di un tutorial, infatti, l’utente dovrà apprendere da solo ogni meccanica e prendere decisioni per mantenere il controllo della situazione.
L’obiettivo principale è, chiaramente, sopravvivere.

Si parte da una casupola disastrata in cui i personaggi che ci vengono assegnati (inizialmente 3, casuali) hanno trovato rifugio. L’abitazione contiene un discreto numero di materiali e provviste craftabili per ottenere mobili, utensili e attrezzature fondamentali per il buon vivere degli inquilini. Ognuno possiede le proprie peculiarità (rovistatore, cuoco, velocista, etc.), ma tutti saranno continuamente afflitti da fame, stanchezza o disturbi psicofisici. Ciò comporta naturalmente una grossa dose di babysitting.

Il gameplay – con input da punta e clicca – divide fasi mattutine dal carattere gestionale ambientate all’interno della casa da esplorazioni notturne in cerca di provviste e materiali nei pressi dei quartieri circostanti. Prima di avventurarsi all’esterno verrà richiesto chi mandare in avanscoperta, chi porre a guardia, a riposo e così via.

Se nelle ore di luce l’attenzione cadrà sulla gestione dei beni e della salute dei personaggi, durante le missioni crepuscolari un singolo individuo si ritroverà a dover fronteggiare insidie d’ogni tipo. L’obiettivo sarà di raccogliere il necessario per mandare avanti la baracca.
Qui si nota l’introduzione di un sistema stealth paragonabile, per certi versi, a quello visto in Mark of the Ninja. C’è infatti u’alta probabilità di incappare in altri rovistatori, residenti e soldati, questi ultimi sempre armati e da evitare con estrema cautela.
Qualora i luoghi da saccheggiare fossero deserti bisognerà prestare attenzione soltanto all’equipaggiamento e alle dimensioni dello zaino.
Muniti di pala, piede di porco o apri-lucchetti potremo svaligiare intere ville e supermercati senza allertare un’anima e tornare all’alba dai compagni.

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This War of Mine pone grande enfasi sulla moralità delle nostre scelte

Nel caso di incontri ravvicinati, però, la nostra moralità verrà chiamata in causa: la scelta di irrompere furtivamente in un edificio abitato e far man bassa di beni, rapinare i civili come addirittura ucciderli potrebbe costar caro alla psiche del soggetto da noi controllato.
Dopo aver compiuto un qualsiasi crimine i sopravvissuti tenderanno a sviluppare rimorsi verso quanto accaduto e deprimersi a tal punto da arrivare al suicidio, per cui è consigliabile una rapida rimozione dello status “triste” attraverso distrazioni e svaghi come la lettura.

Sono inoltre presenti degli elementi randomici in grado sì di scompaginare i progetti del player, come ad esempio gli attacchi da parte di sconosciuti che alleggeriranno le dispense amiche e metteranno a repentaglio la vita dei derubati, ma anche di contenere i danni in caso di emergenza, ed è questo il caso di civili che busseranno alla nostra porta con l’intento di barattare, offrire il loro supporto o chiedere aiuto in cambio di risorse.

L’estremo, quasi crudo, realismo dell’opera facilita una totale immedesimazione da parte dell’utente, il quale si sentirà coinvolto in prima persona negli eventi e dovrà riflettere con molta calma prima di prendere qualsiasi decisione, consapevole che il tutto potrebbe sfociare in un successo come in una catastrofe.
In tal senso ci sentiamo di definire This War of Mine un complesso ragionamento sulle sorti della natura umana, spesso in bilico tra vita e morte proprio a causa delle sue stesse radici, dentro cui scorre un male vivido, pulsante, viscerale.

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This War of Mine è un videogame molto toccante

Il gioco è riuscito in molteplici occasioni a colpirci duramente presentando scene di una certa violenza fisica e psicologica pur nei limiti della verosimiglianza storica, elemento messo in risalto dalla volontà degli sviluppatori di raccontare gli orrori della guerra e di cosa si sia disposti a fare pur di sopravvivere; eppure il messaggio positivo non è altrettanto chiaro, in quanto sta soltanto al giocatore decidere se agire in modo etico e rispettoso, attraverso l’aiuto e la collaborazione, o trasgredire il patto sociale trasformandosi in un vero e proprio killer senza scrupoli.
Sapiente anche la scelta di ambientazioni dai colori cinerei, un motore grafico 2d dal carattere impressionista e una soundtrack strumentale fredda ma affascinante; tutto calca perfettamente quel senso di precarietà trasmesso dalle sfortunate storie di esistenze distrutte che annaspano tra le macerie in cerca di una luce più che mai sfuggente.

Nonostante tutto, il gioco non è privo di difetti e lo dimostra specialmente nel corso delle prime run, ove l’assenza di qualsiasi suggerimento spinge il player ad avanzare per tentoni, sbagliando e sbagliando ancora, prima di iniziare l’ennesimo new game che lo porterà, possibilmente, ad un’esperienza meno frustrante.
Si muore molto, troppo facilmente, e il minimo errore può costare il fallimento dell’intero playthrough.
Il ritmo piuttosto lento, tra l’altro, finisce per ripetersi di giorno in giorno stancando e opprimendo l’utente già tempestato da funesti eventi randomici che, moltiplicandosi all’infinito, prevalgono sulla sua pazienza portandolo al reset o, addirittura al ragequit.

Consigliato

Con un po’ di buona volontà e diversi tentativi fallimentari alle spalle, il titolo funziona alla grande e arrivare in fondo dopo aver affrontato centinaia di peripezie insieme ai sopravvissuti restituisce enormi soddisfazioni.
Il gioco vanta una struttura ben congegnata che, grazie ad una metanarrazione matura e deprimente al punto giusto, brilla nei momenti di maggiore tensione mettendo a dura prova le capacità gestionali e decisionali del pubblico a cui si rivolge ma che, purtroppo, perde smalto nel corso della run a causa di un’eccessiva “routinizzazione” degli eventi.
Insomma, This War of Mine è senza dubbio un ottimo survival che consigliamo a tutti i tipi di utenza tranne ai più insofferenti, ai deboli di cuore e agli eterni indecisi.
Se non fate parte di queste tre categorie e apprezzate le esperienze impegnative, state certi che non vi pentirete dell’acquisto.

+ Comparto artistico ispiratissimo
+ Perfetta analisi degli effetti della guerra
+ Profondo e riflessivo in ogni suo aspetto
– Ripetitivo alle lunghe
– Elementi randomici spesso frustranti
– Non di immediata comprensione

Metascore 80/100
This War of Mine | Steam | 18.99€

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