Il Belgio è un bel Paese. Tra birre, cioccolato, patatine e guerra aperta al gioco d’azzardo nei videogiochi la patria di Rubens e Magritte trova sempre il modo di regalarci grosse soddisfazioni. L’ultima, guarda caso, coinvolge Valve e due dei suoi titoli più popolari: Counter-Strike Global Offensive e Dota 2. A quanto pare l’autorità belga che presiede in ambito scommesse e gaming avrebbe inviato a Valve ben due avvisi di violazione delle norme legislative riguardo alle loot box contenute nei giochi appena citati. Sono infatti passate 8 settimane da quando la legge è entrata in vigore, legge che ricordiamo colpisce con pesanti sanzioni e ritiro dei prodotti dal mercato qualsiasi compagnia inserisca meccanismi da gioco d’azzardo non regolarmente licenziati nei propri prodotti.
Valve è stata quindi costretta a ritirare totalmente le loot box da CSGO e Dota 2 sul territorio belga. Senz’altro un duro colpo per l’azienda di Newell, coinvolta in passato in diverse polemiche sempre derivanti dai forzieri virtuali da cui però era riuscita a svincolarsi come al solito in modo paraculistico. Ma del resto era prevedibile. I colossi del gaming hanno finora fatto tutti orecchie da mercante sull’argomento, ignorando le possibili conseguenze. Ora, e ben gli sta, le subiscono. Pensate che Valve, nonostante la fanciullesca sorpresa ostentata nel comunicato stampa, ha avuto più di 2 mesi per risolvere la questione loot box in Belgio. Tempo probabilmente impiegato a stare in panciolle e scansare le responsabilità, ormai modus operandi standard dell’azienda statunitense. D’altronde che senso ha impegnarsi a migliorare se caghi soldi anche durante il sonno?
Call of Duty Black Ops 4 avrà un interessante sistema di DLC
Misteri della vita. Ma mentre un publisher viene giustamente purgato, altri continuano ad agire indisturbati quanto più subdolamente possibile. Non parliamo di EA, anche se i suoi titoli sportivi continuano a utilizzare pratiche predatorie pay to win e affini al gioco d’azzardo, bensì di Activision Blizzard, la cui costante brama di denaro è finita ancora una volta ai disonori della cronaca. La notizia non è nuovissima e riguarda il Season Pass di Call of Duty Black Ops 4, venduto con la classica estrema nonchalance a 50€. Ebbene, non sarà possibile acquistare separatamente i DLC al suo interno, venendo quindi costretti a spendere 100€ per l’edizione Pro, in pratica il gioco completo. Questo non tenendo in considerazione gli acquisti in app, diventati tristemente normali per un’esperienza “live service” (da leggere in farsetto) peraltro priva di single player come il Call of Duty odierno.
Così, anziché riempire di contenuti sempre migliori i suoi titoli, Activision fa esattamente l’opposto. Ne rimuove alcuni, li vende separatamente e a un prezzo esorbitante. Proprio come successo con la remaster di Modern Warfare, bloccata in origine dentro il pass di Infinite Warfare con relative microtransazioni coniate ad hoc. E poi mi chiedono perché sono preoccupato per Sekiro. Conoscendo il publisher non sono da escludere pass truffaldini o altre simili scorrettezze. Del resto gli utenti continuano a comprare, giustificando tali comportamenti vampireschi, perciò come volete che migliori la situazione? L’unica speranza sta nell’azione risolutiva di governi seri come quello belga, visto che a quanto pare questi benedetti colossi non sono ancora capaci di regolarsi da soli. Non resta che sperare di vedere almeno le loot box sparire al più presto dalla circolazione.