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Recensione: Call of Duty Infinite Warfare – Nello spazio

Call of Duty Infinite Warfare si è scontrato da subito con un odio viscerale da parte di moltissimi giocatori. Pur senza saper nulla sul prodotto, gli utenti non hanno gradito la svolta fantascientifica proposta da Infinity Ward, e hanno pensato bene di bombardare i trailer su YouTube con una valanga di pollici in giù, mentre Battlefield 1 continuava a riscuotere consensi proprio in virtù del suo setting realistico e storico.
I pregiudizi non sono mai una buona cosa, né con i videogame né in generale nella vita. Tendono a precludere strade e possibilità, limitando la conoscenza. La chiusura mentale non fa bene all’industria, c’è continuamente bisogno di idee fresche e coraggiose.
Ecco dunque che ci siamo avvicinati al nuovo CoD senza aspettarci nulla, nel bene e nel male, in modo da poter analizzare il prodotto con più distacco possibile.

Call of Duty Infinite Warfare

Uscita 4 Novembre 2016
Lingua Italiano
Piattaforme PC, PS4, One
Versione recensita PS4
Prezzo al lancio 69,99€

La storia del nuovo CoD ci porta a spasso nello spazio, senza paura di provare idee alternative per il franchise. Kit Harringhton (Jon Snow in Game of Thrones) sarà il cattivone della situazione, il generale di un feroce gruppo militare intenzionato a conquistare la Terra e i pianeti alleati. La storia si aprirà proprio con un pesante attacco al nostro pianeta. Vestiremo i panni del comandante Reyes, e saremo accompagnati da alcuni comprimari caratterizzati discretamente bene. Tra questi vale la pena di segnalare il robot Ethan, dotato di un carattere praticamente umano e presente nella trama con un ruolo importante. Con ogni probabilità è uno dei migliori personaggi visti fino ad oggi in un Call of Duty.
La storia è quanto ci si aspetterebbe da un blockbuster cinematografico dal target ampio. Non aspettiamoci una trama stile Christopher Nolan, ma piuttosto una sceneggiatura basata su ritmi sostenuti.

Non ci si lamenta, nel senso che lo scorrere degli eventi è gradevole, accompagnato con saggezza dalla direzione cinematografica. Nel corso degli anni CoD ha rafforzato sempre più questo elemento, e anche il nuovo titolo garantisce una notevole spettacolarità.
Abbiamo giocato Infinite Warfare quasi in parallelo con Battlefield 1 e Titanfall 2. Fra i 3 prodotti, il nuovo Call of Duty è probabilmente quello meno convincente in quanto a single player. Non parliamo della trama, dato che nessuno dei tre risulta stellare in questo senso. Ci riferiamo piuttosto al level design, straordinario in Titanfall e ottimo in Battlefield. Qui siamo su un livello più che buono, ma manca la scintilla presente negli altri prodotti.

Gli sviluppatori hanno tuttavia curato il gameplay con attenzione, offrendoci alla fine un lavoro apprezzabilissimo.
Prima di tutto segnaliamo come il gunplay sia ancora una volta fisico, solido, forte. Ciascuna delle armi restituisce un feedback gratificante attraverso il pad. Sia la campionatura sonora che la forza degli impatti che ancora la resa visiva sono allineate con i precedenti capitoli di questo franchise, da sempre garanzia di una sensazione di “pesantezza” dell’arma e dei colpi che funziona alla grande.
Battlefield 1 è forse migliore in virtù dell’ottima riproduzione storica delle armi, ma la qualità è simile. Da parte nostra riteniamo Destiny il miglior shooter in quanto a feedback delle armi, ma parliamo naturalmente di generi diversi.

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Manca purtroppo la sensazione di rapidità nella ritmica tipica dei precedenti Call of Duty. Il motivo sono le corazze e le armature degli avversari, che ci complicheranno la vita e richiederanno più tempo del solito per essere buttati al tappeto. Di contro, la loro forza di attacco nei nostri confronti sarà la solita. Per questa ragione, quando affronteremo orde di nemici sarà opportuno ripararsi e sparare da posizioni sicure. I nostri punti vita si rigenerano velocemente, dunque non ci sono reali momenti morti. Sarebbe stato meglio però lavorare sulla fluidità dell’azione, perché Infinite Warfare sembra a tratti uno shooter basato su coperture, piuttosto che un FPS appartenente alla sua IP.
Ad ogni modo sono presenti delle novità nelle meccaniche che abbiamo gradito.
In primis c’è una sorta di hub da usare tra le missioni e che permette di attivare delle quest secondarie. Queste sono facoltative, aggiungono un paio d’ore alle 5 della campagna principale e risultano piacevoli. Unico neo è il dover percorrere più e più volte la stessa strada per fare le stesse cose. La storia è breve, aggiungere tempi inutili giusto per allungare il brodo è poco sensato.

Il nostro armamentario prevede adesso delle bombe che vanno alla ricerca dei nemici per farli saltare in aria. Le armi sono state aggiornate in salsa sci-fi e sono tutte piuttosto gratificanti. Forse il gioco perde un po’ troppo tempo prima di permetterci di usare gli articoli più interessanti e, considerata la brevità del single player, si tratta di una pecca non da poco.
Come già saprete, una delle novità più interessanti riguarda le battaglie nello spazio aperto. Piloteremo delle navi estremamente agili, potenti e rapide. Il gameplay cambia in maniera significativa: nessuna velleità simulativa, piuttosto un’esperienza arcade spiccatamente action che offre un piacevole cambio di stile per il franchise. I controlli non sono tuttavia riuscitissimi, manca il tempo di abituarsi. I movimenti risultano fin troppo rapidi, orientarsi nello spazio è confusionario, l’unica sarà andare a tentoni. Nel momento in cui riusciremo a effettuare il lock su un obiettivo andrà tutto per il verso giusto. In questo caso risulterà facilissimo avere la meglio sul nemico, il problema sarà arrivare a questo punto.
Difficoltà ad orientarsi anche nelle sezioni di gioco in assenza di gravità. Anche qui avrebbe avuto più senso accompagnarci con qualche informazione in più nell’interfaccia. Purtroppo potremo solo osservare gli indicatori per capire da dove ci stiano sparando e rispondere al fuoco.

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Passando al multiplayer, Call of Duty Infinite Warfare non è proprio sorprendente, ed è afflitto da mancanze tecniche che non ci aspettavamo da questo franchise.
Per il momento ci sono una serie di problemi legati con ogni probabilità alla gioventù del gioco. Nello specifico il sistema di respawn andrebbe rivisto, in quanto troppo spesso capita di ritrovarsi davanti a un avversario in corsa, che ovviamente ci massacrerà all’istante, per un esperienza a dire il vero non troppo gratificante. Allo stesso modo potrà accadere di andare in giro per la mappa e trovarsi sotto mano un giocatore appena riapparso, messo lì giusto per prendersi una scarica di colpi ed essere mandato all’altro mondo.
Con ogni probabilità è un problema legato anche alle dimensioni delle mappe, bisogna sistemare l’algoritmo.
Altro difetto fastidioso è l’evidente lag che affligge il multiplayer. Il problema sembra derivare dalla natura p2p delle partite, che a quanto pare non sfruttano i server di Activision. Uno dei giocatori viene selezionato dal software per fare da host, dunque tutti gli altri si appoggeranno sulla sua connessione e saranno notevolmente penalizzati in quanto a ping/lag. Situazione tollerabile con connessioni serie, del tutto folle se l’host sta su ADSL.
E’ necessario dare la possibilità di giocare sui server dell’azienda, almeno per mettere tutti i giocatori sullo stesso piano.

Per il resto il multiplayer di Infinite Warfare ha le carte in regola per divertire anche nel lungo periodo. Il sistema di progressione dei personaggi è riconducibile a quello di Black Ops III, il che è un bene.
Sono presenti 6 diversi preset che permettono di utilizzare armi e abilità speciali. In base agli obiettivi che raggiungeremo potremo massimizzare l’efficacia della nostra classe. Non c’è una linea di demarcazione netta o restrittiva, e anche l’utilizzo di una determinata classe lascia spazio a un grado di personalizzazione notevole, che alla fine permette di sviluppare un personaggio adatto al proprio stile di gioco. Così come in Titanfall 2, c’è da tenersi impegnati durante la fase del matchmaking, pur senza esagerare come era avvenuto con Call of Duty Ghosts, il precedente lavoro di Treyarch.

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Le mappe di Infinite Warfare sono più che soddisfacenti, ma non sono tra le migliori in assoluto. In particolare abbiamo riscontrato una eccessiva presenza di punti da camper che favoriscono comportamenti fastidiosi. Ottima è la gestione del verticalismo, che permette tra l’altro di correre su alcune pareti. Avendo da poco provato Titanfall 2 non possiamo non paragonare i due giochi in riferimento a tale caratteristica. In Call of Duty il numero di muri utilizzabili è ridottissimo, non c’è la libertà vista nel prodotto di Electronic Arts.
Il senso di velocità resta comunque costante grazie ai 60 frame al secondo, che però vengono penalizzati dalla già citata lag. Il ritmo è stato leggermente ridotto rispetto a Black Ops III, una modifica leggera che rende l’esperienza un po’ meno furiosa.

Il comparto visivo di Call of Duty Infinity Warfare è su PlayStation 4 più che buono. I personaggi sono stati modellati con grande perizia nei dettagli, e i volti noti presenti nel cast saranno immediatamente riconoscibili. Questo ha permesso di enfatizzare la qualità della recitazione, che resta convincente per tutta la Campagna.
Il framerate resta piuttosto stabile sulla console Sony, concedendo una sensazione di fluidità eccellente.
Ottimo infine il comparto sonoro della produzione, con una colonna sonora che cerca epicità e doppiatori all’altezza anche in italiano.

In sintesi
Call of Duty Infinite Warfare è un buon first person shooter ad ambientazione sci-fi. La campagna – per quanto buona – è piuttosto breve, colpa senza dubbio della percentuale di giocatori che non si dedicano a tale modalità per passare direttamente al multiplayer competitivo online. Alcune delle novità introdotte fra le meccaniche sono buone, ma mancano numerose rifiniture. Le sezioni ambientate nello spazio aperto ci hanno lasciati un po’ titubanti: orientarsi è un po’ problematico, ci sono poche indicazioni a schermo e il controllo della navetta non è esattamente il massimo.
Il multiplayer, pur avendo un’ossatura solida, soffre al momento di problemi tecnici che non ci si aspetterebbe da un titolo di questo calibro. L’algoritmo dei respawn va rivisto, e la lag causata dal p2p è un problema serio.
Per il momento sia Battlefield 1 che soprattutto Titanfall 2 restano nettamente sopra la nuova produzione di Treyarch. Vedremo come andranno le cose non appena il comparto online sarà sistemato a dovere.
Valutazione scala 1/10

7.8
+ Cinematografico e imponente
+ Storia abbastanza piacevole
+ Missioni secondarie in singolo
+ Buon comparto tecnico
+ Audio di alto livello
– Campagna breve
– Tempo perso nell’hub
– Un po’ troppo bullet sponge che mina la ritmica dell’azione
– Missioni spaziali sulla nave penalizzate da controlli e scarso orientamento

*Recensione basata su una copia promo fornita dal publisher*

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