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Rogue Legacy – Recensione | Il Re dei Rogue sbarca su console

La pazienza è senza dubbio una grande virtù, tante volte necessaria quando ci si prefigge un determinato obbiettivo. Magari vogliamo mettere da parte dei soldi per prendere una PS4, acquistare un nuovo smartphone, magari stiamo cercando di ottenere una laurea. Ogni cosa richiede tempo, attesa, impegno. Pazienza. Nel caso di Rogue Legacy l’obbiettivo è la conquista di ben quattro dungeon. E l’attesa durerà decine e decine di generazioni di eroi.

rogue legacy recensioneRogue Legacy – Il Re dei Rogue sbarca su console

Data di Uscita 27/062013 (PC) – 29/07/2014 (Console)
Piattaforme PC, Mac, Linux, PS3, PS4, PSV
Versione recensita PC, PSV

Apparso su PC Windows un bel po’ di tempo fa, Rogue Legacy sbarca adesso anche su PlayStation 3, PlayStation 4 e PlayStation Vita, offrendo un apprezzato cross buy che ci ha dato la possibilità di testare il gioco su più piattaforme, assicurandoci che tutto il fascino della produzione originale sia stato mantenuto in questo porting su console.

Come il nome lascia intentere, Rogue Legacy è per l’appunto un rogue game, sulla falsariga dei bellissimi The Binding of Isaac e Ascendant. L’impostazione è da titolo 2D a scorrimento orizzontale, con una vena pesantemente action e un livello di difficoltà parecchio elevato, come del resto accade nella stragrande maggioranza delle produzioni di questo tipo.

Proprio il livello di difficoltà di Rogue Legacy è un elemento da prendere in seria considerazione nel valutare se questo prodotto faccia o meno al caso nostro. Non parliamo degli estremi di un Super Meat Boy, ma neanché della struttura punitiva dello stesso Ascendant. Fondamentalmente Rogue Legacy consente una splendida progressione del proprio avatar, con potenziamenti e perfezionamenti delle abilità che miglioreranno in maniera costante, rendendoci la vita sempre più facile, e permettendoci di superare le difficoltà con gradualità. Se infatti all’inizio dell’avventura tenderemo a morire nel giro di poche schermate, proseguendo le cose si faranno via via più facili, e il nostro eroe si addentrerà sempre più in profondità nei meandri dei quattro dungeon.

In Rogue Legacy vige la regola del perma death: se moriremo, quel personaggio non sarà più utilizzabile, e la partita successiva dovremo cambiare avatar, scegliendone uno tra gli eredi del precedente (e defunto) eroe.

Rogue Legacy – Trailer di lancio

La cosa si farà ben presto interessante, dato che ciascun erede sarà caratterizzato in maniera unica, con una serie di pregi e difetti che faranno parte del proprio DNA. Potremo dunque controllare eroi senza macchia, uomini e donne affetti da gigantismo, personaggi afflitti da daltonismo, con il gioco che diventerà immediatamente in bianco e nero… E ancora, miopi che renderanno ogni elemento della grafica sfuocato se troppo distante, presbiti con il problema opposto, ma anche soggetti affetti da nanismo o da ipocondria. Tutti questi elementi contribuiranno a creare una certa ironia, che ci accompagnerà attraverso l’intera produzione. Naturalmente potremo anche sfruttare i punti di forza dei nostri personaggi sulla base del proprio patrimonio genetico, ad esempio utilizzando i meno alti per esplorare corridoi altrimenti inaccessibili, o i giganti per il maggior pool di HP.

Ciascun personaggio apparterrà inoltre ad una classe particolare, cosa che permetterà di diversificare in maniera sostanziale l’esperienza di gioco, e permettendoci di mirare a risultati diversi in base a chi potremo utilizzare nel corso di una determinata partita. E’ bene infatti tener presente che spesso e volentieri non potremo selezionare eroi particolarmente bilanciati, e che dunque sarà necessario operare delle scelte più che altro per minimizzare gli handicap e cercare di compensare i malus con il nostro stile di gioco.

Il sistema di combattimento sa essere piuttosto semplice, eppure richiederà parecchio tempo per essere padroneggiato. L’elevata difficoltà del titolo costringe infatti a perfezionarsi nello stile di gioco, e a limare qualsiasi tipo di imperfezione. Il colpo d’occhio giocherà un ruolo fondamentale, così come la nostra abilità nello schivare gli attacchi avversari.

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Lo stile grafico di Rogue Legacy è semplice ma anche funzionale

Uccidendo i nemici e distruggendo alcuni elementi dello scenario potremo ottenere del prezioso denaro, da investire a inizio partita nell’acquisto di potenziamenti e nel miglioramento del personaggio, attraverso un comodo skill tree che permetterà grande libertà di personalizzazione. Quando verremo sconfitti, una parte del denaro accumulato andrà perduta, cosa piuttosto compromettente durante le prime ore di gioco, meno incisiva quando proseguiremo nell’avventura. Se infatti le prime partite ci porteranno a morire nel giro di pochi quadri, pian piano riusciremo ad andare sempre più in profondità attraverso i quattro livelli, abbattendo avversari agguerriti, ottenendo più denaro, e magari riuscendo anche ad aprire qualche forziere, apprendendo abilità particolari o un armamentario migliore.

Ciascuna delle quattro mappe/dungeon viene generata in maniera casuale ad ogni partita, con un buon numero di asset di base. Ciò significa che la qualità generale e la varietà saranno sempre di alto livello, cosa da non dare affatto per scontata quando si parla di creazione procedurale degli ambienti.

Ogni dungeon è controllato da un boss, nemici che richiederanno una notevole abilità per essere portati al tappeto, dotati di molti punti vita e piacevolmente impegnativi da affrontare. L’abilità del giocatore sarà assolutamente fondamentale nel decidere l’esito di questo genere di scontri, ma il grinding e il potenziamento dei personaggi permetteranno un po’ a tutti di superare ostacoli in apparenza insormontabili.
La longevità del prodotto dipenderà dunque sia dalla nostra bravura che dalla nostra volontà di scoprire tutti gli innumerevoli segreti. Da parte nostra abbiamo completato il gioco in circa 18 ore nella prima sessione (PC, al momento della release originale), e circa in 13 nella seconda (PSV), saltando parecchi extra e conoscendo bene le meccaniche fondamentali.

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In Rogue Legacy capiterà di avere problemi genetici, magari legati alla vista

In linea di massima i giocatori saranno combattuti tra la frustrazione derivante dall’elevata difficoltà di Rogue Legacy e la costante progressione dei personaggi, che stimolerà a continuare l’avventura e ad andare alla ricerca di denaro per migliorare i propri risultati. Da questo punto di vista è stato svolto un lavoro a nostro avviso nettamente migliore rispetto a quanto visto nell’ottimo Ascendant, con un approccio meno punitivo, nonostante il titolo resti comunque pensato per giocatori hardcore.

Dal punto di vista tecnico non è stato fatto alcun tipo di miracolo, ma la grafica bidimensionale è davvero piacevole, leggera, per molti aspetti semplice, con chiari riferimenti sia a Ghosts ‘n Ghouls che al celebre The Binding of Isaac. Proprio da quest’ultimo si notano influenze nel bestiario, variegato senza strafare, con una buona varietà, per quanto si sia più volte optato per il reskin di alcuni modelli. Buono il comparto audio, con musiche orecchiabili e piacevolmente retrò, capaci di rievocare ricordi lontani e sempre adatte alle diverse aree di gioco.

Consigliato


Rogue Legacy invecchia davvero bene, senza accusare in alcun modo il passare del tempo. Il gioco continua ad essere un gioiello indiscusso, finalmente disponibile anche per gli utenti console delle piattaforme Sony. Tutti i casual gamer e i meno pazienti forse non apprezzeranno il fascino di questa produzione indipendente, ma tutti i giocatori più hardcore e navigati non potranno fare a meno di innamorarsi di un titolo che, siamo certi, rimarrà negli annali della storia videoludica. Ottimo porting di un titolo straordinario, lo consigliamo senza riserve.

+ Impegnativo, longevo, divertente, bilanciato
+ Sistema di gioco stratificato e profondo
+ Grafica deliziosa
+ Tanta ironia
– Inadatto ai casual gamer

Valutazione 9.0/10

Metascore 85/100
Rogue Legacy | Steam | 14.99€

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