Viscerafest è un FPS basato su arene decisamente cattivo. Se date un’occhiata al trailer qui sotto potrete avere l’impressione che i ritmi siano simili a quelli di Doom e Doom Eternal. Ma una volta nella mischia vi accorgerete che le cose sono un tantino più rapide e soprattutto più punitive. Questo non è un classico boomer shooter per chi ha nostalgia dei tempi andati. Va invece interpretato come un FPS per i giocatori più hardcore tra quelli cresciuti con Doom, Quake e compagnia, giocatori che abbiano voglia di mettersi alla prova, sperimentando anche con meccaniche un po’ diverse dal normale.
Il gioco è disponibile su Steam al prezzo di lancio di 19.99€ ed ha una certificazione “Giocabile” su Steam Deck.
Viscerafest ha una trama un po’ più sviluppata rispetto ai canoni del genere, dove tematiche di un certo spessore vengono affrontate in maniera intelligente e per certi aspetti delicata. La storia ruota intorno alla protagonista, una cacciatrice di taglie, e al suo fidanzato, un piccolo ciclope che si sente inadeguato alla ragazza. Bizzarro per un gioco del genere, ma ho apprezzato.
L’offerta è composta da circa sette livelli principali, ognuno con una durata che varia fra i 20 e i 40 minuti a seconda dello stile di gioco e della voglia di esplorare. Sono in assoluto ben strutturati, danno un minimo di libertà di movimento pur non essendo ovviamente “open”. Offrono comunque una buona combinazione di azione, esplorazione e momenti di tensione.
Le sfide che si incontrano durante il gioco spaziano da combattimenti contro ondate di nemici vari – inclusi boss particolarmente duri – a sezioni che richiedono un’attenta gestione delle risorse o la risoluzione di piccoli enigmi ambientali che non fanno mai male.
Durante le nostre esplorazioni raccoglieremo diversi oggetti essenziali come munizioni, i classici kit di salute (niente HP che si rigenerano da soli, l’approccio è quello dei tempi andati) e power-up temporanei che migliorano velocità, difesa o potenza di fuoco. Le armi a disposizione del giocatore vanno da pistole e fucili a pompa fino a mitragliatrici e lanciarazzi, ciascuna con caratteristiche specifiche di potenza, precisione e munizioni disponibili. Proprio le munizioni sono un elemento cruciale all’interno del gioco, e definiscono la peculiarità dell’intera produzione.
Essenzialmente ce ne sono poche. Ciò significa che il giocatore è costretto a usarle con giudizio, incentivando un approccio tattico più che uno sparare indiscriminatamente. Fin dal tutorial iniziale si specifica infatti che è bene ricorrere agli attacchi corpo a corpo quando possibile, proprio per risparmiare proiettili. Questo è vero soprattutto ai livelli di difficoltà più elevati e in alcuni scenari particolari, che potrebbero portare a frustrazione, anche in virtù di una curva della difficoltà imperfetta.

Prendendo esempio dai vecchi Doom e Quake, Viscerafest propone alcune interazioni ambientali addizionali, che spezzano un minimo il ritmo frenetico dell’esperienza. Molti livelli sono strutturati attorno a porte bloccate da chiavi di vari colori. L’enigma sta nel trovare il percorso giusto, superare nemici e trappole, magari attivare interruttori nascosti, per ottenere la chiave e aprire la sezione successiva del livello. Spesso dovremo quindi tornare sui nostri passi per trovare la strada giusta o sbloccare le porte.
Ci sono anche le classiche piattaforme mobili, pareti che si aprono a tempo, salti da eseguire con tempismo usando lo scatto eccetera. Sbagliare il movimento può significare cadere in acido o trappole, quindi anche questi segmenti funzionano da mini-enigmi ambientali.
Lo stile visivo di Viscerafest è molto particolare, retrò, coloratissimo e pixellato. Può piacere o meno, ma si tratta senza dubbio di una direzione artistica coraggiosa. Personalmente l’ho trovata un po’ confusionaria nelle scene d’azione, diventa davvero complicato riuscire a seguire tutto il macello che avviene a schermo. È esattamente il problema opposto rispetto al recente Doom The Dark Ages, che in virtù di ambiente ampi e una grafica chiara riesce a non confondere il giocatore, a dispetto del gran numero di elementi a schermo. Con ogni probabilità si tratta comunque di un elemento soggettivo.
Conclusioni
Viscerafest è in assoluto un FPS interessante, che si ispira ad alcuni dei più grandi classici del genere, ma alla fine offre un prodotto sostanzialmente diverso. Non è per forza un punto a favore, perché ci si sente costantemente spinti verso un corpo a corpo che non piacerà a tutti, limitando almeno in parte l’importanza del combattimento a distanza. Tuttavia, è un approccio originale, che non mi sento di bocciare. Credo che la soluzione più sensata in questo caso sia partire dal presupposto che si tratta di un gioco parecchio impegnativo, punitivo, anche per gli esperti del genere. Se vi sentite all’altezza di una sfida di questo tipo e siete disposti a scendere a compromessi con un bilanciamento imperfetto, questo gioco saprà divertirvi.