Microsoft ha un problema grosso: non riesce a far crescere Game Pass. Da un punto di vista puramente commerciale se la cavano alla grande, posseggono tantissime IP e studi di sviluppo, e il recente approdo sui lidi PlayStation ha portato una barca di soldi. Il nodo è l’hardware. Senza vendere console, Xbox Game Pass resta fermo. E se non espandi la base di utenti, quel servizio lì non cresce. Non vendendo hardware, l’unica soluzione possibile per Microsoft dovrebbe essere spingere gli utenti Xbox verso PC in modo da vendere Game Pass.
Eppure, su PC le cose vanno ancora peggio per il brand Xbox. Windows Store non riesce davvero a convincere, è un disastro. Epic Games Store, con una politica super aggressiva e anti-consumatore, è riuscito a portarsi a casa quasi il 20% del mercato. In un mondo dominato da Steam, è un’enormità. Certo, tanti utenti si iscrivono solo per riscattare i giochi gratis, ma resta il fatto: Epic qualcosa ha smosso. Microsoft, che ha miliardi in tasca, invece sta lì a guardare.
Per quale motivo Microsoft non si lancia verso una strategia più aggressiva per spingere Xbox su PC? Perché non dare ai giocatori mod, accesso libero ai file, aggiornamenti rapidi come fa Steam? Dai loro uno store decente! Quello attuale è indietro anni luce. Gli aggiornamenti arrivano in ritardo, le funzionalità sono limitate, gli sconti sono molto discutibili. È come se Microsoft si fosse arresa. Eppure potrebbero provarci, potrebbero mettersi in gioco seriamente.
All’inizio avevano lanciato l’offerta dell’abbonamento mensile a un euro. Funzionava, non in modo impeccabile, ma funzionava. Si sono fermati. Su PC, tanti utenti non vogliono pagare un abbonamento per giocare, è un blocco culturale forse, qualcosa su cui lavorare nel corso degli anni. Di conseguenza, se il tuo business propone un modello in abbonamento, devi saperlo vendere nel modo corretto. Il punto è che Xbox Game Pass lo paghi. Steam, no. E Steam ti offre un sacco di servizi gratis. Game Pass ti dà sì tanti giochi, ma non hai la sensazione di possederli.

Ora, il valore di Game Pass è innegabile. Per qualità-prezzo è il top sul mercato. Ma allora perché non sfruttarlo meglio, anche in termini di comunicazione? Uno dei problemi principali è la ritenzione: su PC uno si iscrive un mese, gioca quel che c’è da giocare, e disdice. Fine. Non crea fidelizzazione. Non diventa un’abitudine. E senza un flusso di cassa costante, Game Pass non può sopravvivere.
Per restare a galla, Microsoft dovrebbe riuscire a programmare meglio le uscite. E ogni tanto ci riesce, per carità. Ti piazza un videogame grosso, poi un altro dopo un mese, e tu magari rinnovi. Ma è tutto un gioco d’incastri. Devono avere piani B, firmare accordi rapidi con indie e third party, essere reattivi. E qui entra in gioco lo store. Che fa pena, diciamolo. Lo store Xbox è brutto, lento, confuso, non mette in risalto ciò che merita visibilità. Andrebbe rifatto da zero, guardando semplicemente quello che fa la concorrenza, da Steam a GOG, da Epic Store al più classico dei CD Keys.
E poi manca una vera strategia. Game Pass dovrebbe garantire almeno un grande gioco al mese. Qualcosa che ti faccia dire “ok, questo mese resto abbonato”. Ma i tripla A richiedono anni di sviluppo. Il ritmo non lo reggi. Quindi la chiave sono gli indie, quelli belli. Prendiamo ad esempio Cocoon, uno dei puzzle più interessanti degli ultimi anni. Lo hanno messo day one su Game Pass. Perfetto. Ora servirebbe fare qualcosa del genere ogni mese. Proporre perle indie a getto continuo. Se non puoi colpire con un tripla A, riempi il catalogo di giochi piccoli ma di qualità, non per forza tuoi, ma opera una selezione e valorizzali.
Non basta metterli lì. Devi anche raccontarli. Devi dire “ehi, guarda che questo gioco è figo per questi motivi, giocalo”. Servono eventi, dirette, mini-presentazioni. Fai un “Microsoft Direct”, come fa Nintendo. Prendi i titoli che metti sul Pass e raccontali. Dì ai tuoi utenti perché dovrebbero interessarsene. Getta le basi per creare community.
Prendi The Alters. È un gioco fighissimo, prodotto dai sempre attenti ragazzi di 11Bit Studios, quelli di This War of Mine e The Thaumaturge. Ma chi sa che è su Game Pass? C’è chi l’ha scoperto su un forum. Zero spinta da parte di Microsoft. Eppure il gioco merita, eccome se merita. Lo stesso vale per Lost in Random The Eternal Die, un roguelite eccellente. Se ti piace Hades, ti piace anche questo. Ma nessuno ne parla. Perché non li pubblicizzano? Perché non fanno video, presentazioni, un minimo di marketing?
Nintendo i suoi giochi li vende. Quindi ha interesse a promuoverli. Microsoft li regala col Pass. E allora? Devono comunque venderti il servizio. Devono convincerti a restare. Allora metti nel contratto con gli sviluppatori: “ti finanziamo il gioco, ma tu ci fai un video, una presentazione, un diario di sviluppo, qualcosa da pubblicare sui nostri canali”. È pubblicità, è visibilità, è valore aggiunto, sia per il gioco che per Xbox Game Pass, sia su PC che su console.
E poi, dannazione, costruite una community! Mettete un forum di discussione! Fate parlare la gente! Fate votare quali giochi vorrebbero vedere sul Pass, proprio come fa GOG con i giochi retrò. Coinvolgete i giocatori, fate in modo che si sentano parte di qualcosa. È ciò che fa Steam con i curatori da una vita. E funziona.
Quando apri Xbox Game Pass oggi, ti becchi una lista sterile. Una sfilza di titoli buttati lì. Nessun racconto, nessun contesto. E invece servirebbe una pagina con i giochi del mese, con una riga di spiegazione, un video da 15 minuti dove si parla delle novità. Non dico sui titoli già noti, tipo Crash Bandicoot o Firebreak. Ma sui piccoli? Quelli sì. Raccontali. Mettili in evidenza. Falli conoscere.
Perché se non lo fai tu, chi lo fa? Quei giochi si perdono nel marasma. E sono titoli che meriterebbero una vetrina. Dai loro valore.
E infine: il design dell’app Xbox su PC. È brutto. Lo diciamo? È brutto. Anche il launcher EA è meglio. Steam è avanti anni luce. Quando apri Steam è tutto immediato, visivo, dinamico. Ti mostra gli sconti, le novità, quello che hai nella wishlist. Game Pass invece è una fatica. Non è pensato per l’utente. È rigido, poco leggibile. I contenuti sono disposti male. Non ti viene voglia di esplorarlo.
Il punto è questo: Xbox Game Pass ha un potenziale enorme. Ma Microsoft deve svegliarsi. Deve investire non solo in giochi, ma in comunicazione, marketing, interfaccia. E soprattutto deve creare una community. Una casa per i suoi utenti. Se non lo fa adesso, rischia di perdere tutto.