Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey è il diciottesimo capitolo della fortunata serie sviluppata da Gust. Import da piattaforme Sony (progressivamente tutte le PlayStation e PS Vita), si tratta del secondo titolo convertito per PC Windows, diretto successore dell’ottimo Atelier Sophie: The Alchemist and The Misterious Book.
Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey
La storia è un tantino lenta a partire, ma è gradevole e riserva diversi colpi di scena. Aiutata da vari personaggi, che progressivamente si uniranno al roster degli amici di Firis, la nostra carinissima protagonista viaggerà in lungo e in largo per realizzare il suo sogno: diventare una esperta alchimista. Fortunatamente, non è tutto qui. Ogni membro del roster, oltre ad avere motivazioni diverse, gode di una propria storyline che non sarà fine a se stessa ma sbloccherà delle abilità peculiari, alcune molto utili. I personaggi sono molto ben caratterizzati ed interpretati, grazie ad un voice acting eccellente e ricco di sfumature (ricordate, Japanese Only.).
L’ambientazione è pervasa da un’aura di leggerezza, buoni sentimenti, amicizia e carinerie varie, che potrà risultare un tantino stucchevole per alcuni. L’aspetto narrativo è ancora legato alla ricerca del successivo NPC col fatidico punto esclamativo sopra la testa, per capirci, ma è comunque più evoluto rispetto al passato. E’ evidente come il livello della produzione di Atelier Firis: The Alchemist of the Mysterious Journey sia curato in molti aspetti.
Atelier Firis – Trailer di lancio
Dobbiamo dire che in questo capitolo della saga le novità rispetto al passato non mancano. Di gran lunga migliorata l’esplorazione, con locazioni ampie e variegate. Notevole passo avanti rispetto al precedente Atelier Sophie dove i “viaggi” tra un’area a l’altra avvenivano grazie ad una mappa con icone da cliccare (cosa che avviene ancora nella serie Cyberdimension Neptunia, per esempio). Qui la sensazione è quasi da “open world”, con punti di interesse, NPC e nemici speciali disseminati ovunque, oltre agli spot per la raccolta degli importantissimi ingredienti alchemici.
La particolarità della serie sta infatti nell’importanza che l’alchimia occupa nel gioco (con tanto di livelli ed exp dedicata). In effetti questa è sufficientemente complessa e gratificante da poter costituire un gioco a se stante. Partendo dagli ingredienti, ognuno con diversi gradi di qualità, otterremo sia item finiti che ingredienti “complessi” con cui successivamente craftare l’oggetto desiderato.
Esistono parecchie dozzine di ingredienti base, suddivisi per categorie (vegetali, minerali, liquidi ecc), che andranno inseriti nel calderone (se ne potranno utilizzare diversi nel corso dell’avventura, ognuno con qualità peculiari) nel modo corretto. Naturalmente prima di questo dovremo ottenere le relative ricette, completando quest, aprendo forzieri o come premio per l’eliminazione di nemici particolari (un sistema simile alla “caccia” di Final Fantasy XII o altri JRPG).
Il gameplay è tutt’altro che complesso, ma riesce ad offrire diverse sfide interessanti. Per avere ragione di alcuni nemici -non necessariamente dei boss- dovremo preparare bene il party, composto da tre membri, e pianificare una tattica efficace. Serve un po’ di pratica per familiarizzare con il sistema delle combo e degli interventi simil-realtime fra i vari membri del party, ma questo aggiunge spessore e moltiplica le soluzioni, anche in modo determinante.
Atelier Firis è visivamente piacevole a dispetto del budget ridotto
Nonostante sia un videogioco marcatamente “Japan-Style” e che richiede quindi una certa predisposizione (se vi piacciono gli Anime come Little Witch Academia, per fare un esempio, sarete a vostro agio), se vi lascerete catturare Atelier Firis potrà tenervi occupati ben oltre il centinaio di ore/gioco. Molte di queste saranno spese in sessioni di “farm” di ingredienti rari, o cercando di ottenere la massima qualità per un particolare oggetto.
Il gioco ha comunque dei limiti, come la scarsezza dei modelli di NPC o l’eccessiva velocità dell’avvicendamento giorno/notte. Anche le texture dei fondali non sono il top, e l’illuminazione dinamica ha delle sbavature. Va considerato che si tratta di pur sempre di un gioco a basso budget, ha qualche limite tecnico.
Di ottima qualità sono sia la parte artistica che di design delle locazioni, armi, armature e oggettistica. Degni di nota anche l’artwork, l’interfaccia e le cut-scene in stile anime. L’accompagnamento sonoro è molto gradevole ed intelligente, nel senso che riesce a non stancare anche dopo lunghe sessioni di gioco. Il tutto viene impreziosito da alcune vere e proprie canzoni, interpretate dalle doppiatrici (potrei sbagliare ma ho avuto questa impressione).
I personaggi di Atelier Firis sono caratterizzati piuttosto bene
Oltre ad avere un buon gameplay Atelier Firis, offre più contenuti e una indiscutibile originalità grazie all’alchimia, parte integrante del gioco e non semplicemente un sistema di crafting. Il titolo pecca di ridondanza, ma la percezione di ripetitività comincerà a pesare dopo parecchie ore di gioco.
Volendo tirare le somme, Atelier Firis è un videogioco assolutamente consigliato a chiunque ami i JRPG e gli anime in generale. Proprio come il suo predecessore Atelier Sophie, va a rinverdire un genere spesso in balia di titoloni AAA con molto fumo e poco arrosto.