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Battlefield 5 manda EA a picco, Sony di nuovo ridicola sul cross play

Ah, l’odore di stronzate dei publisher la mattina. Un odore strano, che suscita ilarità e che ultimamente sentiamo sempre più spesso quando qualche editore rilascia dichiarazioni pubbliche. Tra gli abbonati all’albo dei cazzari professionisti spicca di certo EA. E’ un’azienda talmente amata dai videogiocatori che ha vinto per ben due volte il premio di peggior compagnia americana. Naturalmente continua a piazzarsi stabilmente sul podio di sterco da parecchi anni. Oggi parliamo nello specifico di quell’incendio in discarica che si sta rivelando Battlefield 5 ancor prima di essere uscito.

Qualche giorno fa il publisher ha comunicato in un post che il gioco sarà rinviato al 20 novembre 2018. Le motivazioni? “Stiamo lavorando duramente per offrirvi un’esperienza migliore e per rifinire il prodotto anche sulla base dei feedback ricevuti.” Questa e altre frasi di circostanza messe lì giusto per riempire le righe con parole vuote. Come quando a scuola si riempivano i temi di fuffa per raggiungere la soglia minima di caratteri stabilita dall’insegnante. Purtroppo per EA, fregare un professore è molto meno complesso che fregare un consumatore con il dente avvelenato.

Già, perché a seguito della debacle di Battlefront II ogni minima dichiarazione di EA viene passata sotto la spietata lente d’ingrandimento dell’internet. Famosa quella del “pride and accomplishment”, diventata ormai un meme di fama mondiale. Eppure i geniacci sembrano non essersi accorti o non volersi accorgere dell’aria che tira. Pensate che nell’ultima sessione di AMA sul subreddit di Battlefield 5 hanno ignorato tutte le domande più votate e significative rispondendo solo alle bazzecole. Ottimo modo per riconquistare la fiducia degli utenti che il buon Soderlund ha definito ignoranti!

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Battlefield 5 ha totalizzato un numero ridicolmente basso di prenotazioni

Tornando all’annuncio del rinvio, permettiamoci di fare qualche osservazione. Non vi sembra strano che l’abbiano detto proprio in seguito all’uscita dei dati sui preordini? Sì insomma, quelli in cui Black Ops 4 li supera dell’85% pur essendo anch’esso enormemente indietro rispetto a Red Dead Redemption 2. Chissà, magari si sono resi conto di aver commesso degli errorini. Roba come programmare la release di un gioco a sandwich tra altri due best seller. Bisogna davvero essere dei geni del marketing per programmare certe mosse. Specialmente dopo il triste fallimento di Titanfall 2.

E udite udite, il mattino seguente all’annuncio del rinvio di Battlefield 5 Electronic Arts ha perso più del 10% in borsa. Le entrate totali del colosso previste per il 2019 sono passate da 5,5 miliardi di dollari a 5,2. Ah, chi l’avrebbe mai detto? Fallisci miseramente il marketing del tuo videogioco di punta e il mercato ti punisce? Inaspettato, atroce. Che mondo crudele, povera EA. Di questo passo quei cattivoni degli utenti la nomineranno peggior compagnia americana per la terza volta, mandando Mr. Robot (Andrew Wilson) in depressione acuta.

Tornando seri, ci fanno notare che il problema di Battlefield 5 non sarebbe affatto una novità. Per quanto riguarda Battlefield 1, solo il 7% delle copie vendute il mese di lancio erano state prenotate. Se pensiamo al 35% di Battlefield 3 le domande sorgono spontanee. Chiaro che se poi incentri la tua campagna di marketing sulla propaganda politica e sull’offendere il pubblico pagante definendolo sessista e ignorante le cose non possano che peggiorare.

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EA potrebbe aggiungere in Battlefield 5 contenuti extra per rendere il pacchetto più interessante

Per quanto ci riguarda potrebbero anche spostarlo di 5 mesi ma il risultato non cambierebbe. La frittata è fatta e i giocatori non dimenticano. Activision, per quanto detestabile, ha saputo fare decisamente meglio a livello di marketing e PR. EA starebbe addirittura pensando di imitare il rivale e aggiungere una remaster di Bad Company 2 nel pacchetto, insieme a una modalità Battle Royale gratuita standalone. Se i rumor fossero veri, starebbero a dimostrare la disperazione del publisher dinnanzi ai preordini miseri. Ed è una bella cosa, d’altronde a guadagnarci saremmo noi.

A proposito di Battle Royale e di idiozia, abbiamo una dichiarazione fresca fresca di Sony sull’argomento cross platform. Tenetevi forte. Il CEO Kenichiro Yoshida, rispondendo alle domande dei giornalisti all’IFA di Berlino, avrebbe pronunciato le seguenti perle. “Sul cross platform pensiamo sempre che PlayStation 4 sia il miglior ecosistema di gioco. Fortnite su PS4 è la migliore esperienza per gli utenti.” E ancora: “abbiamo già aperto ad alcuni titoli cross platform su PC e la nostra decisione varia a seconda del caso. Ecco come vogliamo che funzioni.”

Bene, quindi secondo lui bloccare senza preavviso migliaia di account in giro per il mondo sarebbe la migliore esperienza per gli utenti. Crediamoci. Impedire ai giocatori di partecipare a sessioni multiplayer con amici in possesso di console diverse è pro-consumatore. Voi non lo capite, ma è così. Fidatevi. PlayStation 4 è il miglior ecosistema di gioco, specialmente per Fortnite. Sì, forse se non esistessero PC e Xbox One X. Ma vedete, inutile contestare balle palesi come queste. A prescindere dalla pratica scorretta, che al loro posto probabilmente attuerebbero anche Microsoft e Nintendo, a dare maggiormente fastidio sono le stronzate che hanno il coraggio di sparare. Gli piacciono i soldi e cercano di ammassare scuse per non ammetterlo pubblicamente.

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Un po’ come EA, che pur di non dire “perdonateci, abbiamo scazzato il marketing” rilascia le dichiarazioni paraculo parlando di esperienza migliore e feedback. Gli unici feedback che daremmo a questi individui sono duri, chiodati e sui denti. La smettano di inventarsi stronzate e pensino davvero a offrire servizi e giochi migliori. Lascino le bugie professionali a Polygon, Kotaku e colleghi, che tanto loro non devono venderci nulla. Se ci tengono davvero ai giocatori inizino a parlare la loro lingua anziché riempirli di parole vuote e illogiche per coprire i propri misfatti. Ma vabbè. Ci terranno ai giocatori? Abbiamo i nostri dubbi.

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