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Bubsy Paws on Fire – Recensione | Alla ricerca di un’identità perduta

Bubsy: Paws on Fire! è il sesto capitolo della saga dedicata all’amato gatto arancione, ripresa nel 2017 dopo anni di abbandono da Black Forest Games con Bubsy: The Woolies Strike Back!. Questo nuovo titolo però deve la sua esistenza a Choice Provisions, ed è disponibile da subito per PC (20.99 euro, chiave Steam su Humble Store), PS4 (24.99 euro) ed in estate lo diverrà anche per Nintendo Switch. Prima di avventurarci alla sua scoperta, devo avvisare che non ho giocato ai capitoli “old but gold” di Bubsy e quindi potrei aver tralasciato qualche riferimento: detto questo, iniziamo.

bubsy paws on fire recensioneBubsy: Paws on Fire – Recensione

Data di uscita: 16/05/2019
Versione recensita: PC
Disponibile su: PC, PS4, Switch
Lingua: Italiano
Prezzo di lancio: €20.99
Sponsor: in offerta su Amazon

Bubsy: Paws on Fire! è un videogioco platform in stile Super Mario Bros, o Sonic se preferite, ma al posto delle monete e degli anelli ha dei gomitoli da raccogliere. Il titolo è a scorrimento laterale automatico, a differenza dei suoi predecessori, cosa che ha suscitato non poco disappunto tra i fan.

Le meccaniche sono estremamente semplici, e ci si mette poco a farle proprie, Questo però non si traduce affatto in una conseguente facilità dei livelli. Con 3 mondi (dotati di boss) a sua disposizione, ognuno con circa una decina di livelli ed altrettanti livelli bonus, il gioco intrattiene per circa 5 ore, nel caso in cui non siate dei forsennati e vi interessi sperimentarlo per bene. Eccezione fatta per quelli bonus, ogni altro quadro andrà infatti completato con tutti e 3 i personaggi a nostra disposizione (ovvero Bubsy, Virgil e Woolie) per proseguire e potere sbloccare quelli successivi. E da subito ci si rende conto che non sarà una passeggiata.

Il peggior nemico? Probabilmente la colonna sonora. Ripetitiva sino all’inverosimile e brutta anche nella sua “forma base” replicata consequenzialmente, è forse il più grande ostacolo per chiunque desideri giocare per qualche ora. Per fortuna diventa poi un particolare trascurabile, quando ci si rende conto che ogni livello è quasi identico al precedente, e che anche i mondi sfruttano semplici reskin degli oggetti.

Una piacevole sorpresa è invece il negozio delle skin, un bazar dove comprare ed applicare modifiche estetiche ai vari personaggi disponibili. Nulla di troppo invasivo né avanzato naturalmente, ma se dobbiamo scorrazzare nella stessa mappa per 5 ore almeno facciamolo travestiti con le cose più impensabili.

Bubsy: Paws on Fire – Trailer di lancio

Parlando di stretto gameplay, Bubsy: Paws on Fire si apre con un tutorial ottimamente strutturato (favorisce molto il colpo d’occhio) anche se scritto in maniera più che discutibile. Pensate che Spingere X va interpretato come premere il tasto, e Premere X come tenere premuto: chissà che costo esorbitante avrebbe comportato tradurre decentemente!

I personaggi sono ben diversificati e, sebbene ciò non elimini la sofferenza della ripetitività, almeno la allevia leggermente. Bubsy e Virgil sono entrambi corridori dalle scarse differenze: il primo ha uno scatto per colpire i nemici e può planare (“premendo X”), mentre l’altro può scivolare e fare doppi salti. La vera novità è il terzo, Woolie, che vola e spara proiettili di energia (come Rayman sulle mosche per intenderci). Il problema è che giocare con quest’ultimo significa condannarsi alla noia, perché il gameplay diventa ancora più ristretto ed il pollice si consuma a forza di “spammare” furiosamente i colpi.

In realtà c’è anche un altro personaggio, Arnold, che però vedremo unicamente durante i livelli bonus, in quanto solo lui potrà completarli. Il concept alla base di questi livelli è diverso dagli altri, dal momento che sono 3D e non vi sono ostacoli ma solo oggetti da raccogliere che determinano il punteggio finale. Purtroppo neanche qui è tutto rose e fiori: so di tornare sempre sullo stesso punto, ma giuro che soffrono di una ripetitività ESTENUANTE, dovuta principalmente alla povertà di comandi disponibili. Ci si può solo spostare verso sinistra o destra, scivolando lungo le pareti di un tunnel, al fine di allinearsi con le gemme da raccogliere. Se anche avviassimo il livello e non toccassimo più il controller ne usciremmo vittoriosi, data la totale assenza di interazioni obbligatorie. Il tutto è peggiorato dalla consapevolezza che per sbloccarli abbiamo dovuto prendere numerosi collezionabili nei quadri principali…

Bubsy Paws on Fire è afflitto da una ripetitività considerevole

Gli scontri con i boss sono infine una chicca del gioco, dal momento che richiedono una giusta dose di tempismo ed abilità, ma non presuppongono ore di tentativi. Basta essere colpiti una sola volta tuttavia e si dovrà ricominciare da capo, quindi attenzione. Una più logica barra della nostra vita sarebbe stata a nostro parere una gradevole introduzione.

Quantomeno le hitbox in questo caso sono ben programmate, e non si può dire lo stesso per quelle dei nemici comuni. Per fare chiarezza, una hitbox di un oggetto è il confine entro il quale il gioco ritiene tale oggetto effettivamente colpito e ne applica le conseguenze. Questo significa che se un polpo ha un tentacolo fuori dalla hitbox sviluppata, e noi vi saltiamo sopra, non solo il polpo non morirà ma saremo noi a subire quella sorte perché incontreremo tale limite “di petto”. E fidatevi che capita relativamente spesso, e con vari ostacoli.

Un’inaspettata nota positiva di Bubsy: Paws on Fire sono invece i trofei, e non perché siano facili da ottenere ma per come vengono presentati: consideriamo ad esempio quello segreto chiamato “Antsy, Are We?”. La traduzione italiana è simile a “Siamo nervosi, eh?”, ed infatti per essere ottenuto (SPOILER) richiede che vengano premuti tasti durante un caricamento, come se tentassimo di saltarlo. La descrizione si conclude con la frase L’impazienza è una virtù, e molti dei trofei di questo sesto capitolo sono su questo stile. Sia chiaro non si può giudicare un gioco a partire dai suoi obiettivi, ma vedere un po’ di autoironia e non una semplice scritta glaciale è sicuramente un punto a suo favore.

Accettabile


E’ il momento di tirare le somme adesso, e non sarà facile. Dopo il fallimento di Bubsy: The Woolies Strike Back, il pubblico sperava in qualcosa che potesse finalmente ridare lustro al franchise, e questo nuovo capitolo fallisce ancora. A causa della scarsa inventiva in primis, e con la collaborazione del comparto audio, Bubsy: Paws on Fire è un pelo migliore del predecessore, rimanendo lontano dalle vecchie glorie. Va anche considerato però che può essere divertente se giocato in serate con amici o magari in famiglia, o anche solo se si è di ritorno da una giornata stressante (in quel caso consiglierei volume a 0). Confrontato con altri titoli sullo stesso stile (come Rayman appunto) purtroppo perde miseramente, ma il prezzo relativamente irrisorio lo rende comunque una (s)consigliabile alternativa. In conclusione è un gioco accettabile, che renderà però veramente contento solo qualche fan sfegatato o gruppo affiatato.

Pregi Difetti
  • Buona longevità.
  • Skin simpatiche e trofei ironici.
  • Prezzo ridotto.
  • Ripetitività estrema.
  • Colonna sonora monotona

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