Cyberpunk 2077

Cyberpunk 2077: parallelo con Anthem, confermato crunch in CD Projekt

Cyberpunk 2077 è uno dei videogame più attesi del prossimo futuro. CD Projekt Red, sviluppatore e publisher del gioco, è noto per il proprio pedigree impeccabile grazie al franchise di The Witcher. Tra le altre cose, il team si è sempre distinto per le sue politiche pro-consumatore, sia nella gestione dei DLC, che nell’organizzazione e nella filosofia alla base di GOG.com, il negozio digitale dell’azienda.
Sfortunatamente sembra che non siano tutte rose e fiori, specialmente per i dipendenti. Dalle recenti interviste portate avanti da Jason Schreier apprendiamo che CD Projekt Red ha sempre avuto una certa inclinazione alla pratica del crunch, tanto da far sembrare lo sviluppo di Anthem una sorta di passeggiata.

Rinfreschiamo la memoria: per crunch si intende una pratica piuttosto diffusa nel mondo dei videogame, in cui gli sviluppatori vengono costretti a sessioni di lavoro estremamente lunghe e pesanti. Si elimina il giorno libero, si obbliga a straordinari spesso non pagati e, nei casi più estremi, si parla di turni di 20 ore al giorno, con ovvio pernottamento in ufficio.
E’ chiaro che questo regime abbia delle conseguenze spesso disastrose. Nel caso di Anthem tanti sviluppatori hanno preferito licenziarsi, molti si sono ammalati, sono andati in depressione, hanno avuto crisi ed esaurimenti nervosi, hanno iniziato a soffrire di attacchi di panico e via dicendo.

CD Projekt Red sta adottando pratiche di questo tipo per lo sviluppo di Cyberpunk 2077, come già aveva fatto al tempo di The Witcher 3.
Marcin Iwinski, co-fondatore dell’azienda, ha dichiarato a Kotaku di avere molto a cuore la salute dei propri dipendenti. Ha anche ammesso l’esistenza di periodi di crunch, ma la direzione cerca di andare incontro agli sviluppatori. Essenzialmente si rende chiaro che bisogna stringere i denti e dare il massimo, ma non si obbliga qualcuno a fare gli straordinari.

Cyberpunk 2077

Cyberpunk 2077 è attesissimo da milioni di videogiocatori

E’ una dichiarazione che lascia un po’ il tempo che trova. Se il tuo capo ti chiede di fare qualcosa in genere sei tenuto a farla. Nessuno vuole inimicarsi il proprio datore di lavoro, ovviamente.

Sia Marcin Iwinski che Adam Badowski (direttore di Cyberpunk 2077) hanno contattato Jason Schreier per far sapere che le condizioni di lavoro della compagnia sono ampiamente migliorate rispetto al periodo di The Witcher 3. Secondo le loro parole gli sviluppatori saranno molto meno stressati durante lo sviluppo del nuovo gioco, con sessioni di lavoro più umane e rispettose.
Francamente sembra un voler mettere le mani avanti. Una sorta di “Sappiamo che abbiamo fatto un casino in passato, ma non fate uno speciale su di noi come avete fatto per Anthem, siamo cambiati.
Jason Schreier ha confermato infatti che dopo la pubblicazione dello speciale su Anthem, numerosi sviluppatori o ex-sviluppatori di CD Projekt Red lo avevano contattato confermando una situazione simile a quanto era avvenuto in BioWare.

Uno sviluppatore ha dichiarato:
Mi accorgevo di poter fare centinaia di paralleli tra il complicato sviluppo di Anthem e la storia del difficile sviluppo di Cyberpunk 2077, che tra l’altro stava per diventare ancora più difficile.

Nonostante CD Projekt Red abbia annunciato il nuovo gioco di ruolo già nel 2013, lo sviluppo vero e proprio iniziò solo due anni più tardi, dopo il lancio di The Witcher 3. Essenzialmente due anni di potenziale lavoro furono buttati al vento, e non necessariamente per gli impegni con The Witcher. A questo si aggiunge un profondo cambio di direzione che portò a modificare gran parte del lavoro. Non è ben chiaro quando però sia successo.

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E’ fondamentale che Cyberpunk 2077 abbia una direzione più chiara rispetto a quanto avvenuto con Anthem

Secondo Badowski, uno dei problemi già affrontati dall’azienda riguarda l’adozione delle nuove tecnologie.
Quando iniziarono i lavori su Cyberpunk 2077, CD Projekt Red commise un errore piuttosto comune a molte aziende, ovvero trasferire tutta la propria forza lavoro sul nuovo progetto. Potrebbe apparire una decisione sensata, ma in realtà non è così. All’inizio di un ciclo di sviluppo infatti non c’è fisicamente spazio per tutti. Bisogna raccogliere idee, creare le basi, e un gran numero di posizioni non sono realmente necessarie.
La quantità di sviluppatori, la volontà di cambiare tecnologie e l’inizio del nuovo ciclo di sviluppo furono tre elementi che, insieme, furono piuttosto difficili da gestire. Marcin Iwinski parla di un periodo complicato per l’azienda, causato dalla mancanza di una visione chiara sulla direzione da imprimere al progetto.

La demo di Cyberpunk 2077 mostrata all’E3 2018 fu una maniera di inquadrare le cose, renderle più controllabili anche per gli stessi sviluppatori. Quella stessa demo di 45 minuti fu realizzata tra sessioni di lavoro estreme.

Sorprendentemente però, tra i dipendenti ci sono punti di vista molto diversi, cosa che ha sorpreso anche lo stesso Schreier. C’è chi conferma che il crunch esiste e che è sfiancante, logorante a livello fisico e mentale. Ma ci sono anche sviluppatori che si concentrano su altro. Uno sviluppatore dice che quando ha richiesto di entrare in CD Projekt Red sapeva a cosa andava incontro. Voleva far parte di un’azienda capace di cambiare il panorama del gaming moderno con dei videogiochi che restassero nella storia, e sapeva perfettamente che questo avrebbe richiesto impegno, dedizione e sacrificio. C’è insomma un certo orgoglio verso la compagnia stessa, che in qualche modo rende più accettabili i periodi di crunch.

the witcher 3 blood wine

Cyberpunk 2077 ha l’arduo compito di raccogliere l’eredità di The Witcher 3

Diversamente da molte altre compagnie, CD Projekt Red paga gli sviluppatori per i propri straordinari. Rimanere dopo l’orario di lavoro consente di guadagnare un 50% extra, mentre lavorare nei weekend viene retribuito il doppio.
Alcuni sviluppatori dicono che non è abbastanza per compensare lo stress e il tempo non dedicato alle famiglie. Altri sostengono che sia comprensibile e accettabile, perché non è un sacrificio costante, succede solo in specifici momenti dell’anno. Anche sotto questo aspetto ci sono voci discordanti, tra chi difende la compagnia e chi invece si dichiara insoddisfatto.

Secondo Jason Schreier, molto dipende dal ruolo rivestito dagli sviluppatori intervistati. Ad essere più stressati e insoddisfatti sono i dipendenti delle divisioni Controllo Qualità (QA), sonoro e tech. Questi sono i dipartimenti che vengono messi più sotto pressione in alcuni momenti chiave dell’anno, nella fattispecie in concomitanza con gli eventi dedicati al pubblico e alla stampa. Uno degli episodi più impegnativi e intensi è stato proprio l’E3 2018, quando il team decise di offrire una demo giocabile di Cyberpunk 2077. Fu estremamente dispendioso in termini di tempo, e comportò un crunch pesante, spingendo al limite molti sviluppatori.

Badowski e Iwinski hanno confermato che, nella programmazione degli orari di sviluppo, qualche volta CD Projekt considera gli straordinari come se fossero dovuti. Sostengono che sia necessario. Badowski sottolinea come l’organizzazione interna sia estremamente difficile, dice che non ci si può aspettare di non fare dei sacrifici. Alcuni sviluppatori hanno competenze molto specifiche, e devono occuparsi del loro campo in maniera intensiva perché il resto del team possa continuare il lavoro. In questi casi, a certi individui si richiedono orari più estremi, mentre il carico di lavoro sugli altri dipendenti si alleggerisce.

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Cyberpunk 2077 ha avuto un grosso cambio di direzione nello sviluppo

Sempre Badowski assicura che per la maggior parte dell’anno gli orari di lavoro sono piuttosto normali, e che si cerca di dare la massima libertà ai dipendenti. Semplicemente non si può pretendere che sia sempre così, e in determinati momenti è necessario quel crunch per massimizzare i risultati e rispettare certe scadenze.

Dopo aver rilasciato tutte queste dichiarazioni, Badowski e Iwinski hanno sottolineato a Kotaku che le condizioni di lavoro dei propri dipendenti sono importanti per CD Projekt Red. Promettono che la fase finale dello sviluppo di Cyberpunk 2077 sarà meno pesante rispetto a quella di The Witcher 3, che ha portato tanti dipendenti al limite.
Entrambi vogliono chiarire che nessuno viene costretto al crunch, e che in ogni caso i dipendenti vengono retribuiti per il lavoro addizionale.

CD Projekt Red è uno sviluppatore molto capace, in primis per la lungimiranza dei propri dirigenti. Diversamente da BioWare, lo studio polacco ha sempre dimostrato di sapere lavorare verso un obbiettivo concreto. Credo che questa sia la cosa più importante in assoluto.
Gli sviluppatori devono sapere cosa stanno creando, il game design e le idee devono essere chiari per tutti. A quanto pare Cyberpunk 2077 ha sofferto di un periodo iniziale piuttosto confusionario e inconcludente. Sembra però che dal 2015 le cose siano andate avanti in maniera più lineare, si spera grazie a una direzione priva di dubbi o di incertezze.

Cyberpunk 2077

Cyberpunk 2077 dovrebbe venire rilasciato nel 2020

Ciò che ha ucciso Anthem è stato proprio questo, la mancanza di una visione ben definita. Il fatto che molti sviluppatori difendano i momenti di crunch indica l’orgoglio nell’appartenere al team. Del resto The Witcher 3 è considerato uno dei giochi di ruolo migliori di sempre, hanno motivo di essere fieri del proprio lavoro.
Forse il punto è proprio questo. C’è chi riesce a vivere per il proprio lavoro per via della gratificazione, della soddisfazione. Capita a tanta gente, è un punto di vista che posso capire, per quanto non lo condivida.

Vogliamo sperare che Iwinski e Badowski abbiano contattato Kotaku anche e soprattutto per cercare di fare le cose sotto la luce del sole, creando un clima più disteso con i dipendenti.
Cyberpunk 2077 ha una responsabilità enorme sulle spalle, che lo stesso The Witcher non aveva. Abbiamo bisogno che CD Projekt Red rimanga la mosca bianca dell’industria che negli anni abbiamo continuato ad apprezzare e a usare come metro di riferimento. E’ la cosa più importante.

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