A dispetto del putiferio mediatico che ha investito di recente Electronic Arts, sembra che Destiny 2 non intenda rinunciare a loot box e micro transazioni, anzi. Da un annuncio di lavoro appena apparso sul sito di Bungie apprendiamo che la compagnia è alla ricerca di uno specialista che si occupi proprio di loot box e micro transazioni. Tutto molto triste, ma è anche peggio di così.
Bungie è alla ricerca di una figura professionale che chiama “Senior Progression Designer”. Cominciate a capire meglio? Approfondiamo.
Lo specialista dovrà occuparsi di una serie di punti, vediamo quali:
“Creare un sistema di progressione sostenibile attraverso gli Engrammi Luminosi (i loot box del gioco, NDR) di Destiny 2”
Il primo dei punti è anche uno dei più angoscianti. Qui non si parla di elementi cosmetici, animazioni o skin. Si fa invece riferimento a un “sistema di progressione”.
In pratica non ci saranno solo oggetti esteticamente belli ma inutili ai fini del gameplay: con ogni probabilità si potranno ottenere equipaggiamenti con abilità particolari o statistiche elevate. A quel punto degenerare al pay to win è facilissimo.
Potrei essere benpensante, convincermi che con “progressione” si riferiscano a collezioni di emote che potremmo voler completare e menate del genere. Ma ci credo pochissimo.
“Lavorare da vicino con il nostro team per pianificare una visione a lungo termine per l’Eververse (il negozio delle micro transazioni, NDR) e la sua presenza in Destiny”
Questo significa che vogliono inserire l’Eververse all’interno del lore del gioco? Sì dai, giustifichiamo la presenza di un negozietto che vuole i nostri soldi all’interno di un videogame. Bellissimo.
In Destiny 2 si salta nei buchi
“Lavorare da vicino con la direzione per analizzare gli indicatori più importanti in termini di performance al fine di informare la parte creativa del team”
Ovvio.
“– Progettare e implementare nuovi sistemi ponendo l’accento sul coinvolgimento dei giocatori, costanza nel tempo e monetizzazione
– Utilizzare i dati e i gusti in fatto di design per definire delle strategie che permettano un coinvolgimento strutturalmente ideale e massimizzino la soddisfazione dei giocatori”
Bungie vuole un sistema che gli assicuri giocatori paganti sul lungo periodo. I nuovi sistemi di micro transazioni devono spingerci a comprare con una certa frequenza. Le compagnie adorano gli introiti costanti perché permettono costanza anche in Borsa e di conseguenza la felicità degli investitori. E gli investitori sono Dio.
Parlano di massimizzare la soddisfazione dei giocatori, ed è terribile. Significa che spendete, vi sentite soddisfatti dell’acquisto, quindi siete invogliati a comprare di nuovo. Nel free to play è la prassi. Peccato che Destiny 2 non è affatto un free to play.
“– Lavorare con i direttori di Destiny 2 per aiutare a definire un sistema di monetizzazione che garantisca un’esperienza coerente attraverso più espansioni e stagioni
– Dirigere la crescita e le capacità dei Progression designer sul team Eververse e aiutare a stabilire una cultura di design che sia forte”
Parliamo di una roba a lungo periodo, ragazzi. Destiny 2 avrà un sistema di micro transazioni (e molto probabilmente di loot box con gli Engrammi Luminosi) che continuerà attraverso espansioni e stagioni. Sono qui per rimanere, non andranno da nessuna parte. Volergli dare coerenza è giusto, la loro presenza no.
Destiny 2 wiping simulator, ho l’emote esotica
Quello che lascia pensare è il punto successivo, si parla di “cultura di design”. E’ chiaro che Bungie desideri spingere sulle micro transazioni anche in futuro, tanto da volere una sorta di formazione per i suoi dipendenti.
E’ difficile dire se questo desiderio provenga da Bungie o se la spinta arrivi in realtà da Activision, resta però chiarissimo che le micro transazioni non dovrebbero proprio esistere in un gioco venduto a prezzo pieno e dove i DLC non sono gratuiti.
Torniamo un attimo al primo Destiny. L’Everversum non faceva parte del gioco all’inizio, le micro transazioni non c’erano. Furono implementate molto tempo dopo il lancio, quando Bungie decise di non sviluppare nuove espansioni, limitandosi a organizzare eventi temporali e aggiungendo contenuti gratuiti con una certa costanza. Le micro transazioni avevano lo scopo di sostenere lo sviluppo di tali contenuti, parole di Bungie.
In pratica il gioco continuava a venire aggiornato, finanziandosi da solo vendendo elementi cosmetici che puntavano ad una precisa categoria di giocatori. Ha funzionato, c’era chi comprava per senso di completamento, chi per cultura, chi semplicemente per supportare gli sviluppatori.
E’ chiaro che il sistema abbia funzionato fin troppo bene, perché gli sviluppatori hanno deciso di implementarlo anche nel secondo capitolo. La domanda è perché.
Nel primo c’era la necessità di finanziare lo sviluppo, ok. Adesso per cosa stiamo pagando? No, perché il gioco base costa 70 euro, il Season Pass altri 35. Non mi risulta che Bungie intenda offrire i prossimi DLC gratuitamente.
Destiny 2 gigantone simulator
Accetto le micro transazioni in Titanfall 2 perché gli sviluppatori sostengono il gioco e rilasciano contenuti senza chiedere nulla. Ho pagato solo il gioco base, tutto il resto arriva gratuitamente.
In Destiny 2 perché dovrei accettare le micro transazioni? Scoprire che Bungie intenda esplorare questa strada ancora di più mi preoccupa e mi lascia parecchio amaro in bocca. Scoprire che voglia addirittura costruire un sistema di progressione basato sulle micro transazioni mi fa, molto semplicemente, incazzare.
Ma mettiamo un attimo da parte rabbia e frustrazione e proviamo a guardare la cosa con un minimo di lucidità in più.
Bungie e Activision sono due aziende interessate prima di tutto a far soldi, come qualunque altra azienda. Ma non è un tantino da ritardati pubblicare proprio in questo momento storico un annuncio del genere?
Gli utenti sono furiosi, i più hardcore lamentano la mancanza di un endgame valido e di un sistema di progressione soddisfacente. Adesso è stata rilasciata una prima espansione che non ha risolto nessuno dei problemi che affliggono il gioco, rivelandosi in assoluto molto mediocre.
A parte questo, il delirio che ha colpito Electronic Arts sta tenendo sotto i riflettori del mondo l’intera questione micro transazioni. E’ un pessimo momento per pubblicare un annuncio di lavoro del genere, significa chiamarsi addosso le ire dei giocatori, è inevitabile. Non serve un genio per capire che siamo un po’ tutti sulla difensiva, sarebbe stato meglio avere un minimo di lungimiranza in più.
Sicuramente Bungie avrà fatto i suoi calcoli, ma personalmente mi sento titubante.
No, non è Game of Thrones, anche qui ci sono spade fiammeggianti
Sviluppare un gioco tripla A è sicuramente costoso, le aziende tendono a rischiare molto meno che in passato, questo è poco ma sicuro. Altrettanto certo è il fatto che un sistema commerciale che non funziona può venire corretto in tanti modi. Si possono ridurre gli investimenti, incrementare o diminuire il budget dedicato al marketing, utilizzare un sistema di commercializzazione freemium, free to play o premium.
World of Warcraft continua ad avere gente disposta a pagare per giocare mensilmente, idem Final Fantasy XI e Final Fantasy XIV. Path of Exile e Warframe hanno delle community sconfinate utilizzando dei sistemi free to play con micro transazioni, idem DOTA e League of Legends. Overwatch e Titanfall garantiscono aggiornamenti gratuiti, in cambio inseriscono micro transazioni per contenuti cosmetici.
E poi abbiamo i vari Destiny, Battlefield, Call of Duty, FIFA e via dicendo. Giochi che vengono venduti a 70 euro, con aggiornamenti e Season Pass da pagare a caro prezzo, a cui si aggiungono senza troppi complimenti sia le micro transazioni che i loot box. Perché?
Perché la gente è disposta a pagare. E finché non smetteremo di farlo il mercato non potrà che continuare a sfruttarci.