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Epic Games Store: ecco la vera natura dei nostri publisher

Se c’è una cosa per cui dobbiamo ringraziare Epic Games Store è la possibilità che ci ha dato di conoscere la vera natura di publisher e sviluppatori, o per lo meno di una parte di essi. Considerando infatti l’odio viscerale verso il negozio di Sweeney da parte di un po’ tutti i giocatori PC, chiunque decida di pubblicarci in esclusiva mette a nudo la propria avarizia e il menefreghismo verso il pubblico pagante. Avevamo già parlato in articoli precedenti di come in realtà quella della percentuale di profitto superiore su Epic Games Store sia un vero vantaggio solo per le tasche di gentaglia come 2K e Ubisoft, che navigano già nei quattrini esentasse e che hanno comunque dietro una folta schiera di acquirenti.

Nel caso degli indipendenti, invece, la maggior parte degli incassi deriva da Nintendo eShop e Steam, due piattaforme popolarissime e popolatissime in cui persino un indie mediocre riesce a generare un utile minimo. Su Epic Games Store tutto ciò non accade, e lo testimoniano sviluppatori come quelli di Satisfactory, che si sono lamentati pubblicamente su Twitter per il numero risicato di copie vendute sulla piattaforma cino-americana. È chiaro che se desideri far arrivare il tuo prodotto al maggior numero di utenti e poi lo circoscrivi ad un negozio online senza carrello dove periodicamente vengono bucate decine di milioni di account ti ritrovi con un pugno di porri marci in mano.

metro exodus epic games store

Metro Exodus è una delle esclusive illustri di Epic Games Store

Voglio vendere un pezzo d’antiquariato di valore? Non andrò certamente al mercatino del sabato ma ad un’asta prestigiosa, oppure su un sito specializzato e frequentato da collezionisti di un certo calibro. Ora, da quel che ho visto in questi mesi a chi pubblica su Epic Games Store non importa nulla del prestigio o del decoro artistico. Gli importa solo ed esclusivamente di beccarsi la mazzetta da Epic e spenderla in prostitute e Martini senza rimorsi e rispetto verso il consumatore. A loro i soldi, a noi soltanto rischi e svantaggi.

Proprio qualche giorno fa arrivava l’ennesimo caso di crowdfunding ingannevole, partito con la promessa di lancio su Steam e passato in corso d’opera all’esclusività su Epic Games Store. Si tratta di Outer Wilds, titolo sviluppato da Mobius Digital grazie ai 968 finanziatori che hanno donato al progetto circa 126.000 dollari. In un post gli sviluppatori hanno annunciato senza troppe spiegazioni la partnership con Epic Games e il rinvio della versione Steam (quindi anche Linux e Mac) a data da destinarsi. Vi lascio immaginare la reazione della community e la valanga di rimborsi richiesti seduta stante.

Non è il primo caso di progetto finanziato dagli utenti e poi acquistato da Epic. Era successo anche con Phoenix Point, lo strategico di Julian Gollop. Originariamente la sua release era prevista su Steam, poi è diventato per magia esclusiva di Epic Games Store. Ora, finché si tratta di first party o di titoli il cui sviluppo parte da zero con il supporto dell’azienda di Sweeney tutto ciò può anche andar bene. Capite però che promettere a chi ti finanzia l’uscita su una piattaforma in un determinato giorno e rinviarla di un anno oppure cancellarla è un attimino infame. Sostenere un crowdfund significa ormai fare un prestito a fondo perduto nell’attesa che arrivi un publisher a mettertelo dietro comprando l’esclusiva.

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Hades, con aumento di prezzo a sorpresa, sul magico Epic Games Store

E in realtà non c’è neanche tanto da colpevolizzare il publisher stesso, in questo caso Epic Games. La colpa ricade quasi interamente sulle spalle degli sviluppatori che vendono la propria credibilità e la fiducia dei propri clienti come se fosse un barattolo di Nutella in sconto. Per cosa, poi? Una somma indefinita di dollaroni che finiranno al primo festino e uno spazio d’onore sullo store più disonorevole del pianeta videoludico. Probabilmente per alcuni ne varrà anche la pena e noi non possiamo far altro che ammirare la loro totale mancanza di buonsenso e lungimiranza. A quanto pare preferiscono l’88% di 0 al 70% di 10, insieme alla bile perenne dei più rancorosi. Bene così, contenti loro.

Peraltro è notizia di oggi che diversi titoli siano stati temporaneamente rimossi dall’Epic Games Store in seguito alla campagna promozionale “Mega Sale”, con cui la compagnia ha scontato a proprie spese tutti i prodotti disponibili fino al 75%. Alla walk of shame hanno partecipato: Oxygen Not Included, Vampire: The Masquerade – Bloodlines 2, Anno 1800, The Division 2 e Watch Dogs 2. Quindi, anziché permettere ai giocatori di acquistare questi giochi a un prezzo scontato, Klei, Paradox e Ubisoft hanno preferito tirarli via dallo store. E non dimentichiamo Supergiant Games con il suo Hades, il cui prezzo è salito furtivamente di 5 dollari nottetempo.

Allora di fronte a tutto ciò di cosa dovrebbe importarci se l’Epic Games Store offre un 88% o un 100%? Alla fine il risultato per noi non cambia. Facciamo prima ad aspettare che arrivino su Steam, recuperarli sui siti di key o sulla Baia. Publisher e sviluppatori non sono nostri amici. Il loro obiettivo è guadagnare, e se possono farlo infilandoci un dildo chiodato rovente tra le natiche lo fanno pure volentieri. Va da sé che ogniqualvolta decidano di vendere l’esclusiva ad Epic Games, io mi riserverò l’esclusiva di mandarli a fare in culo con garbo e delicatezza. È il principio dello scambio equivalente.

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