Qualche giorno fa uno sviluppatore aveva dichiarato una cosa bizzarra. Secondo il suo parere è impossibile riuscire ad essere onesti con i giocatori perché siamo una community “tossica”. Siamo estremamente aggressivi, addirittura pericolosi, arrivando a fare minacce di morte e a mettere in pericolo questi signori.
True fucking story™.
Adesso Jeff Kaplan del team di Overwatch conferma la cosa, dicendo che nessuno degli sviluppatori vuole postare sul forum perché è spaventato dalle reazioni degli utenti. Sostiene che bisogna stare attentissimi a quello che si dice e a come lo si dice, perché qualsiasi pensiero viene interpretato come un impegno o come una promessa. Quando questo avviene, il team viene obbligato a fare quanto detto (ma dai?). Una tragedia in pratica.
Per dirlo in due parole, siamo aggressivi, siamo violenti e nel tempo libero ammazziamo le mogli dei programmatori.
Io non voglio difendere la manata di psicopatici, repressi e bambini grassi del mondo, ma credo che si stia perdendo di vista la verità.
Punto numero uno: la comunità “tossica” o presunta tale esiste solo nel mondo dei videogame moderni, multiplayer o basati su DLC e micro transazioni.
Se vado tutto contento in un negozio e compro Bioshock, stai tranquillo che non avrò assolutamente nulla da ridire contro lo sviluppatore. Compro il mio videogame, mi ci diverto, magari lo porto a termine, stop. Le variabili possibili sono solo due: o mi piace o non mi piace.
Per qualche motivo però, anche se il gioco mi avrà causato conati di vomito è improbabile che io vada a minacciare lo sviluppatore. Magari mi lamenterò in qualche forum, non farò molto altro.
Ricordo un caso di parecchi anni fa, quando internet non era ancora diffusissimo. Uscì un gioco che aspettavamo da parecchi anni, creato da un signore idolatrato dalle masse. Parlo di Daikatana, produzione di John Romero, una porcata che ha fatto cadere le palle a terra a migliaia di giocatori. Il titolo fu stroncato dalla stampa, i giocatori demolirono l’immagine mitizzata di Romero e Daikatana finì nel dimenticatoio. Stop.
John Romero e la sua chioma orgogliosa, che ha fatto innamorare tanti giocatori
Di contro, quando si parla di videogame moderni le cose sono profondamente diverse. Se spendo 70 euro per un gioco pretendo di poter godere di un’esperienza completa. Ma se finendo il gioco capisco che per dare un senso alla storia dovrò spendere altri 40 euro di Season Pass i miei testicoli iniziano a muoversi in autonomia con moto rotatorio. E’ la cosa più normale del mondo, perché ho pagato per comprare un -UN, 1, uno, un– gioco. Non mezzo. Nemmeno tre quarti. Un gioco.
The Witcher 3 ha dimostrato con precisione scientifica che è possibile sviluppare un titolo completo ed espanderne i contenuti. Destiny, The Division, Battlefront, Call of Duty, Battlefield e tanti altri decidono di muoversi su strade diverse. D’altra parte ci sono giochi come Titanfall 2 ed Overwatch, che funzionano in modo dignitoso.
Ma allora perché proprio lo sviluppatore di Overwatch viene a dirci che i giocatori sono piccoli psicopatici con gli occhi iniettati di sangue?
Perché la gente fa tutto il possibile per difendere il proprio investimento. E’ la cosa più naturale del mondo. Overwatch rientra nella categoria dei giochi multiplayer, dunque il suo sviluppo continua dopo il lancio. Se ti ho dato 60 euro credendo nel tuo progetto, desidero che i miei soldi vadano verso ciò che speravo o immaginavo. Se finanzio un gioco su Kickstarter avviene esattamente la stessa cosa. Do i miei soldi, pretendo determinate cose. Se non le ottengo penso di essere stato in qualche modo tradito da chi ho deciso di pagare.
Shenmue III potrebbe fare infuriare i giocatori
Questo genere di atteggiamento è umano, ed è tipico di tantissimi aspetti della nostra vita. Se pago per una promessa voglio che quella promessa sia mantenuta. Se finanzio la costruzione di una casa e nel centro del salotto mettono una statua a forma di culo, io mi incazzo. Ed è mio diritto farlo. Non mi basta che tu mi dica che quella statua rispecchia la visione dell’architetto (o del team di sviluppo). Io ti ho dato i miei soldi, e quella statua mi fa schifo.
Naturalmente se quella casa devono utilizzarla migliaia o addirittura milioni di persone, come nel caso di Overwatch, accontentare tutti diventa impossibile.
Espandiamo ulteriormente questo concetto. Politica.
L’onorevole Brunetta si candida per diventare presidente del Consiglio. Promette 5 milioni di posti di lavoro in miniera insieme agli altri nani. Voto per lui perché da quando ero piccolo ho sempre sognato di fare il minatore o il magistrato.
Brunetta sale (non credo possa scendere), i 5 milioni di posti di lavoro diventano 500.000. Io però ti ho votato. Tu avevi preso un impegno che non hai mantenuto. La risposta del cittadino può essere di 3 tipi:
1. Va al bar a parlare con Tanuzzo e gli dice che i politici sono tutti bugiardi;
2. Si aggrega alle manifestazioni di protesta contro Brunetta;
3. Compra un fucile di precisione, si apposta e gli spara nella faccia.
Brunetta Lannister
Sono tre possibili comportamenti che esprimono insofferenza verso il nostro Brunetta, ovviamente di entità diversa. Il punto di partenza è la volontà di difendere il proprio investimento, in questo caso il voto.
Quando si tratta di 60 euro e di un videogame la questione è ovviamente molto meno seria, ma non ha senso definire una community come “tossica” solo perché dà valore al proprio denaro.
Un gioco online è quasi come chiedere i soldi dell’acquirente in anticipo. Compri Destiny 2 scommettendo che in futuro continuerai a giocarci. Speri e ti auguri che gli sviluppatori faranno un buon lavoro. Se compri The Last of Us il videogame è già completo, non stai facendo alcuna scommessa. Il tuo denaro compra un oggetto, non la promessa di un supporto futuro.
Punto numero 2: la community “tossica” è quella che ti fa campare
Con che coraggio vieni a dire che i tuoi giocatori sono tossici, aggressivi, violenti e pericolosi, quando sono i clienti che tu stesso hai scelto? Se punti al mercato di massa non puoi aspettarti di beccare 30 milioni di pupazzi di carne in stato catatonico. Hai sviluppato il tuo gioco, hai pianificato tutto, conosci le strategie di marketing, sai a chi stai puntando. Bene, si dà il caso che il tuo bacino di utenza sia composto prevalentemente da gente che non ha una vita sociale, da giocatori hardcore che passano le ore sui forum, da signori che si fanno dieci account falsi per lasciarsi da soli gli upvote, da troll, da flamer e da qualche psicopatico che non fa mai male.
E’ il tuo pubblico. Lo hai scelto tu quando avete stabilito a chi puntare.
E’ come se una mattina Nintendo si alzasse dal letto dicendo “occazzo, ma tra i nostri fan ci sono un sacco di bambini!” Noshit Sherlock!
Activision non fa riunioni con gli azionisti per segnalare la presenza di bimbiminchia in Call of Duty. Sono il loro pubblico, gli portano denaro, devono imparare a relazionarsi con loro. Devono farlo perché sono un’azienda, e come tutte le aziende puntano al profitto.
Il bravissimo Svalvolin Clusterfuck nei panni di Sherlock Holmes
Non si tratta tanto di non poter parlare in maniera chiara con i propri utenti. Si tratta invece di accettare che tra i propri utenti ci siano dei cazzoni. Perché tra le persone ci sono sempre dei cazzoni.
Puoi fare del tuo meglio per essere il più intelligente, il più simpatico, il più bello e il più brillante del mondo. A prescindere da quello che farai la gente comunque ti giudicherà con i propri metri e le proprie idee. E starai sulle palle a qualcuno, per forza, è matematica. Puoi compiangerti, deprimerti, tagliarti le braccia e farti una pettinatura emo. Oppure puoi fregartene e accettare che non starai simpatico a tutti.
Qualche giorno fa vedevo un servizio su Striscia la Notizia. Si parlava di un mafioso che si è pentito e sta aiutando le autorità nei pressi di Catania. In città alcuni cittadini lo danno già per morto e ne hanno un’opinione molto negativa per il fatto che “ha tradito”.
Io penso che fare il pentito non sia facilissimo, immagino che i rischi siano tanti sia per se stessi che per la famiglia. Penso anche che tante volte non si tratti di pentimento, ma del desiderio di scontare qualche anno di prigione in meno. Detto questo, molto meglio uno che aiuta contro la mafia piuttosto che starsene in silenzio.
Il mio pensiero era condiviso da alcuni catanesi. Altri la pensavano in modo opposto.
Racconto questa storia perché per me è ovvio supportare un pentito e combattere la mafia. Per altri però è ovvio il contrario.
Satoru Iwata, amato da alcuni giocatori, odiato da altri
Puoi essere un santo o un demone, ma la maniera in cui sarai percepito varia in base agli occhi di chi ti osserva.
Nell’industria dei videogame ci sono personaggi assurdi e straordinari. Shigeru Miyamoto mi fa sorridere quando sale sui palchi con spada e scudo. Per tanta altra gente invece è un idiota.
Don Mattrick ha saputo farsi odiare da tutti, ma sono certo che qualcuno lo considera una vittima sacrificale. Bill Spencer è dal lato opposto dello spettro, attentissimo al fair play, amato dalle masse, ma considerato da alcuni fin troppo buono.
Overwatch, così come qualsiasi altro videogame moderno, andrà dove deve andare. Gli sviluppatori hanno il dovere di ascoltare le richieste della maggior parte dei fan e possibilmente seguirle. Questo significa scontentare una parte dei propri utenti, e su 20, 30, 40 milioni di giocatori, “una parte” sono sempre tantissime persone.
Non ci si può fare assolutamente nulla, fa parte del gioco.
Lawbreakers e il difficilissimo impegno preso dal team
Prendere atto di questo e conservare una certa integrità è però assolutamente fondamentale. Barricarsi dietro un “sono cattivi” per giustificare il fatto di non essere onesti con la playerbase è come Schettino che dice “c’èbbuio” quando gli chiedono di tornare sulla nave. Ok, qui non muore nessuno, ma avete capito il concetto.
E’ sufficiente seguire una certa linea, essere limpidi nei confronti di chi ti dà i suoi soldi, e magari ascoltare le critiche, eliminando i vaffanculo e utilizzando gli elementi più costruttivi.
L’anonimato non ha nessun valore, limitatevi a comprendere i pensieri di chi vi parla.
Oppure ci si rintana con la testa nella sabbia, si smette di tenere dei forum, si chiudono le chat, i commenti agli articoli smettono di esistere e alla community di YouTube si proibisce di esprimere il proprio parere.
Imparate a fottervene e imparate ad imparare.