layers of fear 2

Layers of Fear 2 – Recensione | Un letterale “tuffo” nella paura

Qualcuno potrebbe attribuire la colpa a nuove tendenze “politically correct”, altri magari a semplici coincidenze. O ancora si potrebbero tirare fuori innumerevoli teorie del complotto, o allineamenti astrali. Fatto sta che Maggio 2019 ha regalato due titoli horror con molte somiglianze, seppure con esiti completamente diversi: stiamo naturalmente parlando di Close to the Sun e Layers of Fear 2. Benvenuti quindi alla recensione di quest’ultimo, e state tranquilli: NESSUNO SPOILER all’orizzonte!

layers of fear 2 recensioneLayers of Fear 2 – Recensione

Data di uscita: 28/05/2019
Versione recensita: PS4
Disponibile su: PC, PS4
Lingua: Italiano
Prezzo di lancio: €29.99
Sponsor: in offerta su Amazon

Layers of Fear 2 è l’ultimissimo lavoro della casa indipendente Bloober Team, seguito del mediocre Layers of Fear. Si tratta di un gioco in prima persona a tema horror psicologico, in cui impersoneremo un attore hollywoodiano alle prese con un nuovo film a bordo della nave Icarus. In realtà tutto ciò è solo un pretesto, in quanto l’ambientazione da set cinematografico e la mistica figura del Regista nascondono una natura molto più sovrannaturale o, come altri potrebbero definirla, più allucinogena del previsto.

La storia è narrata nel corso di 5 capitoli, ognuno con una durata media di 45min, escluso l’ultimo che ne richiede una quindicina al massimo. Il tutto comporta una longevità complessiva di circa 3 ore e mezzo, che tuttavia può essere estesa dedicandosi al reperimento dei collezionabili disponibili (di varia natura). Alla fine di ogni capitolo si viene riportati al “campo base”, ovvero la stanza dell’attore, via via arricchito da eventuali scoperte fatte nel corso del gioco: tale effetto di “miglioramento” è gradevole e sensibile. Parlando della trama vera e propria, risulta difficile elaborarne uno scheletro narrativo in quanto Layers of Fear 2 è, se possibile, ancora più enigmatico del suo predecessore.

Layers of Fear 2 – Video recensione

Se il primo capitolo era infatti ambientato nella mente di un pittore, ed alternava momenti caotici e sanguinosi ad altri lucidi, questo è invece tutto l’opposto. Già il fatto che il personaggio agisca in una nave angusta e non in una villa riduce la sensazione di “caos”, inoltre anche la stanza/base operativa dà una soffice idea di casa. Il problema è che, al di fuori di questo, ciò che accade e che si sente è veramente complicato da comprendere ed inquadrare in una sorta di storia principale: è insomma meno incasinato nella forma ma molto più nel contenuto. L’uso dei manichini come corpi rende infine ancora più “astratta” la vicenda, ed il sangue non proprio verosimile contribuisce a tale sensazione di distacco.

La stessa differenza non può essere notata nel gameplay, laddove sembra che gli sviluppatori abbiano semplicemente cliccato sul tasto destro ed incollato il lavoro fatto nel primo titolo. Il 90% delle interazioni sono ancora aperture di porte, ed il restante 10% leve o manubri da ruotare: il tutto funzionerà anche, ma certo non dispiacerebbe qualcosa di più articolato. Diventa anche un’abitudine il seguire un percorso, incappare in una porta chiusa, girarsi indietro e capire di aver fatto un salto nello spaziotempo dato che è cambiata tutta la location. Anche qui non è che non funzioni, le prime volte dà anche una sensazione di stupore, solo che poi diventa un po’ ripetitivo e scontato.

Layers of Fear 2 recensione

Layers of Fear 2 ha una trama a dir poco criptica

Veniamo ora al punto clue della recensione, e cioè le sensazioni suscitate: non vi terrò sulle spine, paura ne fa (anche se nei limiti del sopportabile). I motivi principali sono due, l’ambientazione e la colonna sonora, entrambi realizzati magistralmente. Della prima ne abbiamo parlato già abbondantemente, ma è doveroso aggiungere che camminare tra corridoi stretti e cadaveri (per quanto finti) insinua nel giocatore un qualcosa di strano. E’ come se ci si sentisse spaventati ed allo stesso tempo attratti da qualcosa di misterioso, o forse stuzzicati e stimolati dal cercare di capire cosa stia raccontando la storia. Fatto sta che la voglia di andare avanti è presente ed è insistente: confesso di essermi ritrovato a giocare alle 2 di notte solo per voler finire il capitolo 3 il prima possibile…

Se dovessimo assegnare percentuali, il primo aspetto intimorirebbe solo per il 20% se non meno: il meglio è decisamente svolto dal comparto audio sviluppato da Bloober Team. Layers of Fear 2, signori, merita di essere giocato con le migliori cuffie che possedete ed al volume più alto che sopportate. Il perché è semplice: utilizza un quasi perfetto audio binaurale. Questa tecnica consiste nel ricreare un’esperienza sonora quanto più possibile vicina alla realtà, sperimentabile solo attraverso le cuffie. Per farla breve, immaginate di vedere un film in 2D e poi rivederlo in 3D: un’esplosione di colori, emozioni e soprattutto verosimiglianza vi investirebbe, dico bene? Ecco questa è la sensazione che prova l’orecchio, come se lui stesso indossasse un VR, alla Hellblade: Senua’s Sacrifice. L’immersione è totale insomma, ed è senza alcun dubbio il fiore all’occhiello di questa produzione.

layers of fear 2 recensione

Layers of Fear non innova, ma risulta comunque gradevole

Concludendo, abbozziamo un confronto tra Layers of Fear 2 e il suo principale competitor, Close to the Sun. Entrambi ambientati su navi dal richiamo greco, entrambi più o meno indipendenti, e soprattutto entrambi horror psicologici dal gameplay decisamente limitato. Un primo aspetto da analizzare sono gli enigmi, facili e completabili in ogni caso sui due titoli: la differenza è che in Layers of Fear 2 hanno almeno una parvenza di “indovinello”, e non sembrano messi lì tanto per allungare il brodo. O comunque, non sempre. Anche i finali sono sviluppati meglio da Bloober Team, che ne inserisce 3 anziché uno solo e soprattutto rende chiaro cosa fare per raggiungerli (eviterò spoiler, ma credetemi si capisce).

Le sequenze d’azione, tanto elogiate in Close to the Sun, purtroppo qui non sono rese allo stesso modo. Diventano infatti momenti di grande “Ma che ca…?” a causa di strade poco chiare e accoppiate eternamente lunghe di cutscene più caricamento in caso di morte. La limitatezza degli ambienti infine, per quanto si avverta in entrambi i titoli, è mitigata da una minima esplorazione nel caso del primo, che concede quindi qualche effimera soddisfazione. Quantomeno, comunque, non vengono mostrati paesaggi mozzafiato solo per vedersi sbarrata la strada: poco ma tangibile è la politica applicata in questo caso.

Consigliato


Alla luce di tutto questo, Layers of Fear 2 merita il nostro prezioso denaro? Per quanto mi riguarda si, lo consiglio: potrà non essere un must have, ma è un’avventura gradevole e anche longeva se si ha un minimo di curiosità verso l’intricata storyline presente. Non serve poi che elogi ulteriormiente il comparto audiovisivo, né che vi ricordi che a 30 euro è venduto molto di peggio in giro. Insomma, se vi va di trascorrere qualche ora in costante tensione, seppur col dovuto distacco, siate tranquilli che l’Icarus avrà sicuramente un posto ancora disponibile a bordo…

Pregi Difetti
  • Ambientazione che funziona.
  • Colonna sonora impeccabile (cuffie obbligatorie).
  • Enigmi insufficienti per quantità e qualità.
  • Longevità appena accettabile.
  • Gameplay per niente innovato e limitato.
  • Trama decisamente complicata.

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