layers of fear

Layers of Fear – Recensione | Nella mente psicotica

Layers of Fear è un simulatore di apertura di porte dove a volte le bambole sbattono contro le pareti. Il vero problema è che la scena horror moderna si è parecchio imbastardita negli ultimi anni, con i migliori esponenti del settore appartenenti ormai alla scena indipendente. Bisogna dunque fare una distinzione tra un videogioco horror e un’avventura interattiva horror: Layers of Fear cerca di far parte della prima categoria, fallendo infine in entrambe. Pronti per un viaggio tra tutti (e dico tutti) i cliché del genere?

Layers of Fear recensioneLayers of Fear – Recensione

Data di uscita: 15/02/2016
Versione recensita: PC
Disponibile su: PC, PS4, Xbox One
Lingua: Italiano
Prezzo di lancio: €19.99
Sponsor: in offerta su Amazon

La premessa di questo Layers of Fear non è affatto male: siamo nei panni di un pittore che ha un crollo psicologico a seguito della propria incapacità di completare un dipinto. Il gioco sarà vissuto attraverso un’impostazione in prima persona: il nostro viaggio ci porterà a esplorare la magione dell’artista, ma anche e soprattutto la sua mente disturbata, con tutto ciò che ne deriva.

Se la premessa convince, la messa in atto dell’intera produzione ha solo pochi e rari sprazzi di qualità: Layers of Fear condensa infatti senza mezze misure tutti i cliché tipici degli horror, che vengono usati in maniera spregiudicata, fino a scadere nel ridicolo.

Come avevamo anticipato in maniera un tantino pungente, una delle principali attività del prodotto consisterà nell’aprire porte ed esplorare gli ambienti. Lo sviluppatore ha utilizzato un gran numero di effetti grafici per creare la sensazione di una mente malata, con quadri e pareti che si sciolgono e che cambiano forma sotto i nostri occhi, con un risultato notevole la maggior parte delle volte.
Tuttavia, il gioco richiederà poco altro: apriremo porte su porte, attraverseremo corridoi e di tanto in tanto avremo a che fare con puzzle che appaiono del tutto fuori posto, un po’ come avvenuto con il recente The Town of Light, che pecca proprio negli stessi ambiti.

Layers of Fear – Trailer di lancio

È davvero difficile per un gioco essere un horror se tutte le sequenze “spaventose” si basano su jump scare preannunciati dalla direzione stessa: siamo fin troppo abituati a bambole demoniache, pianoforti che suonano da soli, risate di bambini, bambole che camminano, grammofoni, giradischi, testi sulle pareti e simili per spaventarci sul serio, specie se ogni incontro di questo genere avviene in momenti decisamente prevedibili, come alla fine di un lungo corridoio, o quando ci avviciniamo a una particolare ombra, o ancora quando apriremo alcune delle porte.
È come se ogni cosa facesse parte di una messa in scena, stiamo assistendo a un film piuttosto che giocando, il che potrebbe anche andare bene, se solo Layers of Fear non rovinasse tutto con la propria prevedibilità, l’uso spropositato di elementi che sanno di già visto e dei presunti enigmi che sembrano del tutto gratuiti.

Il fatto che siano presenti più finali è cosa gradita, ma difficilmente avrete voglia di rigiocare quelle 4 o 5 ore per vedere se riuscirete a scoprire qualcosa in più e godervi un ending differente.

Gli appassionati del genere horror potrebbero inoltre venire infastiditi da un citazionismo che a volte scade nel plagio, come alcune sequenze che sembrano essere state prese di peso da P.T., la celebre demo di presentazione di Silent Hills.
A ciò aggiungiamo la maniera esasperante con cui si insiste su determinati elementi, ottenendo un risultato che a conti fatti sembra una accozzaglia di tutte le idee del genere horror partorito da altre menti nel corso degli ultimi decenni.

layers of fear recensione

Layers of Fear ha una storia piuttosto bizzarra, va interpretata

Non vogliamo in alcun modo negare la bellezza di alcune scelte artistiche, la direzione di alcuni effetti speciali, il fascino delle stanze che cambiano forma nel momento in cui ci voltiamo. Il punto è che Layers of Fear non riesce a divertire sul serio, non è capace di prendere oltre un certo punto, delude sia chi cerca un horror che chi vuole un più semplice walking simulator.
A poco valgono allora la bellezza della colonna sonora, molto d’atmosfera e ben realizzata, o lo stesso comparto visivo, che con una certa potenza espressiva accompagna una produzione che ha nel gameplay la propria falla maggiore.

Conclusioni

Layers of Fear si pone malamente a cavallo tra un horror e un walking simulator, senza riuscire a soddisfare in nessuna delle due categorie. Lo spunto di partenza è intrigante, la scelta degli effetti visivi originale, la colonna sonora affascina e di tanto in tanto si riesce a percepire una tensione soddisfacente. Tuttavia riteniamo che il gioco non valga la candela, in quanto il gameplay soffre fin troppo e l’esperienza non ha gusto di carne né di pesce. Prendetelo in considerazione solo con i saldi, ma non aspettatevi il gioco della vita, ci sono opzioni decisamente più interessanti in giro.

Valutazione

5.9
+ Buona idea di fondo
+ Ottima scelta degli effetti
+ Colonna sonora notevole
– Né carne né pesce
– Momenti “spaventosi” troppo prevedibili
– La sagra dei cliché
– Gameplay ibridato in maniera mediocre

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