The Legend of Zelda

The Legend of Zelda – L’inizio della leggenda

Data di Uscita Ottobre 1987 Lingua Inglese
Piattaforme NES Versione recensita NES

The Legend of Zelda, una della saghe più amate dell’intero universo videoludico, un nome capace di stregare milioni di giocatori in tutto il mondo e uno dei franchise più importanti dell’industria anche nel nostro presente. Il primo capitolo della serie è stato uno dei giochi più importanti di sempre, il primo a introdurre una batteria interna alla cartuccia che permettesse il salvataggio dei progressi di gioco, operazione che negli altri titoli richiedeva di utilizzare password lunghissime da scrivere su fogli di carta che regolarmente andavano smarriti. Addentriamoci allora in questo classico senza tempo, cercando di capire dove risiede la sua indiscutibile grandezza.

The Legend of Zelda

The Legend of Zelda è un adventure con visuale semi-isometrica dove controlleremo Link, eroe in cappa verdissima, a cui sarà richiesto di salvare la principessa Zelda dalle grinfie del crudele Ganon riunendo i frammenti della Triforza, un manufatto antico messo nel mondo dagli stessi Dei.
L’ambientazione è Hyrule, una terra ricca e decisamente vasta fatta di montagne, pianure, fiumi, laghi e addirittura qualche isolotto. Diversamente dai successivi giochi della serie, in questo caso non esiste una città di riferimento, né un villaggio o un castello: piuttosto, ci imbatteremo di tanto in tanto in NPC che potranno darci una mano nella nostra avventura, magari vendendoci oggetti utili, magari dispensando consigli e altro ancora. Attenzione soltanto a non disturbare i più suscettibili, che potrebbero anche farcela pagare per la nostra invadenza.

Fin dalle prime battute, il giocatore viene lasciato praticamente da solo, senza nessuna indicazione su dove andare o cosa fare. Com’è ovvio dunque, ci dedicheremo a un’esplorazione il più possibile ragionata dei luoghi vicini, seguendo la struttura “a quadri” del gioco, cercando di capire come proseguire e come ottenere i frammenti della Triforza menzionati nella breve introduzione.
Ben presto incontreremo i primi nemici, e con la nostra fida spada di legno ci faremo strada menando fendenti a destra e a manca. Il giocatore moderno troverà tale sistema di combattimento probabilmente frustrante, più per la maniera di muoversi degli avversari (spesso e volentieri imprevedibile) che per l’attacco di base in sé. Tuttavia, collocando questo gioco nel suo tempo, è chiaro come la difficoltà fosse parte integrante dell’esperienza.
Basteranno pochi minuti per rendersi conto che la mappa a nostra disposizione ha delle dimensioni imponenti, in particolare se la raffrontiamo a quella degli altri giochi rilasciati nello stesso periodo.
Hyrule è un mondo ricco di varietà, zeppo di insidie e traboccante di segreti che non aspettano altro che essere svelati. Shigeru Miyamoto – creatore del franchise – realizzò il mondo di gioco prendendo spunto dalle proprie avventure di fantasia nei boschi vicino casa, quando era ancora un bambino.
The Legend of Zelda è uno dei primi esempi di videogame non lineari, dove cioè saremo liberi di affrontare l’avventura senza seguire l’ordine immaginato dagli sviluppatori. Vero è infatti che esistono nove dungeon che in teoria dovremo affrontare e vincere, ma è altrettanto vero che potremo decidere di superarne uno piuttosto che un altro con una certa libertà, dipendendo comunque dagli oggetti a nostra disposizione.

Sarà infatti possibile ottenere un numero considerevole (per l’epoca) di oggetti, che ci aiuteranno nell’avventura o che si dimostreranno assolutamente necessari per risolvere i puzzle che si presenteranno sul nostro cammino. Ciascun dungeon conterrà uno specifico oggetto, che spesso sarà la chiave per sconfiggere il boss di fine livello, mentre altri strumenti potranno essere acquisiti tramite gli NPC sparsi per il mondo di gioco.
E’ con questo primo Zelda che verranno introdotti l’arco, le bombe, i diversi tipi di spada e altro ancora, mentre la celebre ocarina degli altri capitoli sarà qui sostituita da un meno caratteristico flauto.
Sia la mappa del mondo che i dungeon mostrano una cura notevole per il level design, campo in cui Miyamoto dimostrò fin da subito di eccellere. Zelda chiede al giocatore di sperimentare, di non fidarsi delle mappe, di provare a piazzare bombe per cercare passaggi nascosti, di prendere nota su carta riguardo le proprie scoperte.
Nel gioco esistono anche due labirinti, che potranno essere superati solo eseguendo una precisa sequenza di spostamenti. A rendere le cose più interessanti c’era il packaging stesso del gioco, che includeva una splendida mappa, con alcune aree lasciate in bianco in modo tale che fosse lo stesso giocatore a riempirle, un’attività divertente e che trascendeva il media videoludico, incrementando in maniera impressionante il senso di immedesimazione e il coinvolgimento nell’avventura.

Dopo aver sudato le proverbiali sette camicie, aver superato gli otto dungeon, riunito la Triforza, affrontato l’ultimo dungeon e sconfitto Ganon, il giocatore veniva sorpreso dalla possibilità di continuare la propria avventura, che ricominciava modificando però la posizione degli oggetti, dei dungeon, il loro design e incrementando in maniera sostanziale il livello di difficoltà.
Si trattava in pratica di una sorta di New Game +, ambientato nella stessa mappa di gioco eppure del tutto diverso rispetto al primo playthrough, un’esperienza che avrebbe tenuto i giocatori incollati allo schermo per un’altra ventina di ore.

E’ con questo primissimo capitolo che il compositore Koji Kondo realizza la versione originale del tema di Zelda, traccia musicale che nel corso degli anni si è evoluta tantissimo, aggiungendo strumenti, variando il ritmo, divenendo addirittura orchestrata, ricevendo una quantità incredibile di cover da parte degli appassionati e di musicisti professionisti, venendo eseguita nelle circostanze più disparate, con strumenti improvvisati e improbabili.
Il giocatore moderno probabilmente sorriderebbe ascoltando una campionatura così semplice e per certi aspetti rudimentale, ma gli appassionati del franchise non potranno che percepire un brivido correre lungo la schiena riconoscendo quelle note che sono inevitabilmente entrate a far parte della storia dei videogame.

Conclusioni
The Legend of Zelda è un capolavoro senza tempo, un gioco entrato a far parte dell’immaginario collettivo, il primo esempio di adventure game capace di raggiungere l’eccellenza in tutti i campi. Non posso dire che sia invecchiato bene, perché i tempi sono cambiati, i giocatori sono cambiati, e oggi si richiede che un gioco ti guidi verso il prossimo obbiettivo, magari con una bella freccia su una minimappa che qui non esiste. The Legend of Zelda non tiene nessuno per mano, è un invito a esplorare, a sperimentare, a capire cosa fare, a “giocare” nel senso più largo del termine. Probabilmente Zelda è esattamente ciò da cui nasce: la fantasia di un bambino, le avventure della sua immaginazione, la poesia che solo la fanciullezza sa comprendere e vivere appieno.
+ Immersivo e coinvolgente
+ Mondo incredibilmente vasto, contenuti a bizzeffe
+ Level design da manuale
+ Boss molto ispirati
+ Tantissimi oggetti
+ Struttura non lineare
+ Un primordio di New Game Plus
+ Possibilità di salvare i progressi su cartuccia
+ Colonna sonora straordinaria
– Dispersivo in passato, decisamente peggio adesso per l’utente moderno
– Qualche rallentamento

Valutazione 9.5/10

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