Metal Max Xeno recensione

Metal Max Xeno – Recensione | Per gli irriducibili dei JRPG epoca PS2

Dopo un’attesa durata una decina d’anni finalmente vediamo tornare sui lidi occidentali un nuovo capitolo della serie Metal Max/Metal Saga. L’ultimo episodio uscito dal territorio giapponese era stato Metal Saga, arrivato sul suolo americano nel lontano 2006 per l’allora popolarissima PS2. Oggi, per la prima volta anche sul territorio europeo, possiamo provare con mano Metal Max Xeno su PS4. Vediamo insieme come se la cava nella nostra recensione e quali risultati è riuscito ad ottenere.

Metal Max Xeno recensioneMetal Max Xeno – Recensione

Data di uscita: 28/09/2018
Versione recensita: PS4
Disponibile su: PS4
Lingua: Inglese
Prezzo di lancio: €39.99
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L’ambientazione di Metal Max Xeno è una chiara rivisitazione di Mad Max e di tutti gli stilemi post-apocalittici. Ci troviamo così di fronte a immensi deserti, risultato della rovina di una civiltà annichilita da una grande catastrofe. La popolazione umana, ridotta all’osso, è in lotta per la propria sopravvivenza. Il tutto è presentato in stile anime, irrinunciabile per una produzione tipica giapponese.

Vestiremo i panni di un sopravvissuto di nome Talis. Il giovane vaga per le lande desertiche col desiderio di vendicarsi di chi ha distrutto il suo villaggio natale sterminando la sua famiglia. Ben presto apprenderemo cosa sia effettivamente successo al mondo: una Intelligenza Artificiale di nome NOA, creata dall’uomo per trovare una soluzione ai problemi di inquinamento e sfruttamento del globo terrestre, si è ritorta contro i suoi stessi creatori. NOA ha infatti individuato nell’uomo la causa principale della decadenza del mondo. Di conseguenza ha deciso di salvare il pianeta attraverso l’annientamento del genere umano per mezzo di una serie di macchine letali. Gli unici strumenti in grado di contrastare l’immenso potere distruttivo di queste macchine sono i carri armati, veri protagonisti del titolo. A riprova di ciò, un carro armato rosso fuoco diventerà il mezzo indispensabile per permettere al protagonista di iniziare il suo cammino vendetta.

Metal Max Xeno – Trailer di lancio

Cammino che purtroppo non verrà reso interessante dalla qualità grafica né dalla ricercatezza della narrazione.
Il primo impatto col comparto visivo è addirittura spiazzante. Fin da subito è evidente la profonda differenza con le produzioni contemporanee. I modelli poligonali sono poveri, le ambientazioni scarne, le texture hanno un livello di dettaglio veramente basso, le animazioni sono semplicistiche. Nemmeno il cel-shading aiuta a mascherare la pochezza poligonale. Non può essere una scusante che il gioco fosse stato pensato principalmente per essere fruito su PS Vita (versione distribuita solo in Giappone). La grafica di Metal Max Xeno non regge nemmeno gli standard della piccola console Sony. Sembra più un gioco per PS2 in alta risoluzione che un titolo moderno.

Solo il design dei personaggi, disegnati dal celebre Oda Non, riesce a risollevare un po’ le cose, donando all’intera produzione un tocco di personalità. Anche dal punto di vista sonoro purtroppo non si rilevano note (scusate il gioco di parole) molto positive. Le tracce musicali, seppur orecchiabili, sono poche e vengono riproposte troppo frequentemente, finendo per stancare presto. Lo stesso vale per la gamma di effetti sonori negli scontri o durante l’esplorazione. Per non parlare poi delle performance. Considerata la resa grafica così povera, ci si aspetterebbe che il gioco giri senza intoppi, ma purtroppo la situazione è ben diversa. In particolare durante l’esplorazione degli ambienti più piccoli e chiusi a volte il gioco arranca, con cali di frame rate vistosi. E tutto ciò si verifica sia su PS4 standard sia su PS4 Pro. Perlomeno gli scontri tendono a restare fluidi, ma è una magra consolazione.

Metal Max Xeno recensione
Metal Max Xeno presenta mancanze grafiche evidenti

Parlando di storia e personaggi, alcune scelte della sceneggiatura di Metal Max Xeno sono discutibili. In primis i protagonisti risultano fin troppo stereotipati. Come negli anime, i comprimari rispecchiano alcuni dei cliché più comuni: l’introverso un po’ sfortunato, l’attaccabrighe, la donzella indifesa e via dicendo. Modelli del genere sono riscontrabili in mille altre produzioni, ma quantomeno donano ai protagonisti una personalità chiara e definita. Qui abbiamo però a che fare con la fine del genere umano, quindi non incontreremo molta gente. Per questo motivo gli eventi saranno filtrati dalle loro attitudini morali. La narrazione ne risulta impoverita e superficiale, e il modo in cui alcuni temi sono trattati nel gioco – come la sopravvivenza del genere umano – potrebbero addirittura urtare la sensibilità del giocatore. La storia scorre così, senza particolare enfasi o profondità. Solo il mistero degli eventi passati e l’incertezza del destino futuro riescono ad incuriosire un minimo.

Dal punto di vista del gameplay le cose migliorano un po’. L’imbastitura del gioco appare chiara fin da subito. Attraverseremo il mondo a bordo del nostro fido carro armato, mentre ci avventureremo a piedi nell’esplorazione dei classici dungeon.
L’esplorazione e le fasi di combattimento in carro armato hanno un certo fascino. Il mondo di gioco non è un vero e proprio open-world ma più una serie di macro aree connesse tra di loro. Gli sviluppatori hanno comunque inserito in ciascuna di esse un buon numero di luoghi da esplorare, segreti da scovare e scrigni da reperire. In questo modo l’esplorazione risulta abbastanza intrigante, spinge il giocatore a svelarne ogni segreto.

Metal Max Xeno recensione
Il sistema di combattimento di Metal Max Xeno è valido su carri armati

Anche dal punto di vista dei combattimenti, le fasi su carro armato sono certamente le più riuscite ed interessanti. Invece dei classici combattimenti casuali, potremo individuare i nemici in avvicinamento quando rientreranno nel raggio d’azione del nostro mezzo. Una volta apparsi i nemici, starà al giocatore decidere la strategia da adottare. Potremo catapultarci contro gli avversari iniziando il combattimento, oppure portarci fuori dalla loro portata per evitare lo scontro. Oppure ancora potremo sferrare un attacco preventivo con qualsiasi arma equipaggiata sul nostro carro armato o su quello di un alleato. Quest’ultima strategia permetterà in molti casi di eliminare la minaccia ancor prima di iniziare la fase di combattimento vera e propria. In questo non solo si riceverà il classico bottino post battaglia ma anche un raddoppio nell’esperienza guadagnata. Questi stratagemmi rendono l’esplorazione più fluida e veloce e rappresentano un buon modo per ottimizzare i tempi richiesti dal grinding.

Lo scotto da pagare è nella gestione delle risorse dei nostri mezzi. Non tutte le armi equipaggiate godono di munizioni infinite, per cui utilizzare le armi più potenti (come cannoni o lanciamissili) come attacchi preventivi renderà sì tutto più rapido, ma ci priverà in fretta anche del nostro maggiore potenziale offensivo. Fortunatamente, tramite l’opzione di viaggio veloce, potremo tornare alla base a ricaricare le munizioni. In seguito, attraverso diversi checkpoint, potremo riprendere l’esplorazione della mappa partendo da punti vicini a dove abbiamo interrotto l’esplorazione.

Metal Max Xeno recensione
La storia di Metal Max Xeno va avanti senza entusiasmo

A differenza dei soliti giochi di ruolo, i combattimento a bordo dei veicoli non saranno influenzati più di tanto dal nostro livello. Un combattente di alto livello rende il mezzo in parte più efficace, ma il grosso dipende dall’equipaggiamento sul carro. E’ qui che il gioco riesce a dare il meglio di sé. Tutti i carri armati godono infatti di un alto livello di personalizzazione. Affrontare i nemici sprovvisti delle armi adatte complicherà parecchio le cose, mentre sfruttarne le debolezze renderà il confronto decisamente più semplice. Questo risulta evidente nei combattimenti con le macchine più pericolose del gioco, ovvero una sorta di ricercati meccanici con tanto di taglia sulla testa. Inutile sottolineare come affrontare queste ultime sia la strada più breve per guadagnare esperienza ed oggetti rari.

Purtroppo le fasi a piedi non godono della stessa attenzione. Durante l’esplorazione delle varie rovine il gioco assumerà infatti connotati molto più tradizionali. Ci saranno i combattimenti casuali (a volte con una frequenza un po’ eccessiva) dove le battaglie sanno molto più di già visto. Maggiore esperienza significherà più punti vita e maggiore potenza d’attacco, quindi basterà incrementare il livello e selezionare l’equipaggiamento migliore per uscire vincitori praticamente da tutte le battaglie.
I protagonisti si differenziano così l’uno dall’altro, per il tipo di equipaggiamento e per la specializzazione. Più si persegue nella stessa specializzazione, più punti guadagneremo e più abilità uniche sbloccheremo.

C’è però un grosso problema di coesione. Le sezioni di gioco a piedi e sui carri armati non risultano affatto omogenee né ben amalgamate. Sembrano quasi due giochi diversi costretti a coesistere l’uno con l’altro, non si fondono in una soluzione di gameplay in grado di valorizzarle entrambe.
Un altro aspetto discutibile è il livello di difficoltà, generalmente basso, salvo poi presentare dei picchi improvvisi in grado di spazientire e disorientare.

Metal Max Xeno recensione
A piedi il sistema di combattimento di Metal Max Xeno è piuttosto banale

Dati tutti questi elementi è davvero difficile immaginarsi che il titolo riesca a ritagliarsi una consistente fetta di pubblico. Tutto è da buttare in sostanza? Dipende tantissimo dai propri gusti personali e da quanto si amano i JRPG dell’era PS1 – PS2. C’è una cosa che ci ha spinto a terminare Metal Max Xeno nelle circa 30 ore necessarie al completamento: il genuino piacere della scoperta dell’ignoto. A differenza della stragrande maggioranza dei giochi odierni, il titolo non si preoccupa minimamente di condurci per mano. E’ l’esatto opposto. All’inizio tutto scorre con semplicità, finché non ci scontreremo con i sopracitati picchi di difficoltà. A quel punto si rimane interdetti, ci domanderemo perché siamo stati massacrati in uno scontro che poco prima sembrava una passeggiata.

La scoperta delle dinamiche che governano il gioco, la soddisfazione nel capire perché un’arma apparentemente più forte non riesca ad essere efficace contro un certo nemico, o riuscire a fare il punto sui vari parametri riportati nelle schermate di equipaggiamento, sono tutti elementi che nei giochi contemporanei sono decisamente poco diffusi. Con Metal Max Xeno hanno rievocato ricordi e sensazioni che non provavamo da (troppo) tempo. Più ci si addentra nelle dinamiche del gioco, più questo riesce a mostrare degli aspetti nascosti che svelano una certa profondità. Si scopre che arrivare ai titoli di coda non è sufficiente a far luce su tutto, ma bisognerà completare il gioco più volte. Così facendo porteremo alla luce segreti, armi, macchine ricercate ancora più potenti, zone precedentemente non esplorabili che amplieranno l’offerta, innalzando la sfida e l’interesse.

Da evitare


In maniera del tutto anacronistica e quasi ingenua, Metal Max Xeno intraprende una strada che risulterà indigesta per gran parte del pubblico. Ignorare innumerevoli accorgimenti che hanno portato i videogiochi ad evolversi rispetto all’era PS2 non aiuta ad incuriosire il giocatore, anche se appassionato del genere. Se si riesce a perseverare superando le prime fasi si può però scoprire un titolo che alla sua maniera prova a costruirsi una sua identità. Purtroppo lo scoglio rappresentato dai difetti precedentemente riportati risulta essere una forte barriera di accesso per i giocatori meno pazienti o alla ricerca di un titolo dotato di tutti i crismi contemporanei. Ragione per cui consigliamo il titolo solo agli irriducibili del genere JRPG epoca PS2 che apprezzino i temi e lo stile anime.

Pregi Difetti
  • Design dei personaggi ricercato
  • Esplorazione su carro armato intrigante, tanti contenuti da scoprire
  • Combattimenti validi a bordo del mezzo
  • Strategia e libertà nella personalizzazione dei mezzi
  • Fascino old school
  • Storia che procede senza entusiasmo
  • Sezioni a piedi piuttosto banali, sia nel combattimento che in esplorazione
  • Difficoltà con picchi improvvisi
  • Grafica insufficiente
  • Rallentamenti e framerate irregolare
  • Comparto sonoro sotto la mediocrità

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