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Moons of Madness – Recensione | Uno è un’anomalia, due sono normalità

Halloween si sta avvicinando, e parecchi sviluppatori colgono quest’occasione per rilasciare update in sintonia con la festa annuale della Paura. Qualcuno però si spinge oltre, e rilascia interi titoli: è il caso di Moons of Madness, un horror fantascientifico in prima persona. Sviluppato da Rock Pocket Games, è al momento disponibile su Steam al costo di €24.99 ed approderà su PS4 ed Xbox One il prossimo 21 Gennaio. Se vi ha appena attraversato una sensazione di déjà vù, questa è più che giustificata. Potrebbe sembrare infatti un clone di Deliver Us the Moon, ma come vedremo ne sarà nemico giurato.

moons of madness recensioneMoons of Madness – Recensione

Data di uscita: 22/10/2019
Versione recensita: PC
Disponibile su: PC (21/02/2020 PS4, Xbox One)
Lingua: Italiano
Prezzo di lancio: 24.99€
Sponsor: in offerta su Amazon

Ambientato su Marte, Moons of Madness accompagna un comune tecnico spaziale nella sua routine quotidiana. A causa di perturbazioni non meglio identificate, inizieranno a presentarsi una serie di malfunzionamenti che inizialmente daranno l’idea del solito gioco visto e rivisto. Il tutorial è infatti abbastanza longevo (si attesta sull’ora di gioco), ma la pazienza sarà ben ricompensata dal team di sviluppo. Accanto alle solite radio ed antenne non funzionanti, ben presto si avranno problemi più grossi e soprattutto ci si inizierà a chiedere se non siamo proprio noi il problema. La mente del protagonista, probabilmente provata dalla solitudine e da drammi familiari, giocherà spesso brutti scherzi…

Proprio per questo, sebbene l’ambientazione sia formalmente il Pianeta Rosso, nel corso del gameplay questa varierà in maniera più che soddisfacente. Si spazia da anguste grotte a cantine misteriose, da fredde navicelle ai colori caldi del suolo marziano. E per quanto in Deliver Us the Moon fosse più piacevole il panorama, qui non vi saranno proprio tempi morti per fermarsi ad apprezzarlo. Moons of Madness è in grado di far calare un velo di tensione sul giocatore, la cui trama si infittisce via via che si prosegue nella sessione. Il risultato è che ci si sente da subito con qualcosa alle calcagna, e per quanto alcune sezioni vogliano alleggerire il ritmo non si è mai completamente rilassati.

Moons of Madness – Video recensione

Il merito è, chiaramente, anche dell’ottima fonte di ispirazione del titolo: i grandi successi di H.P. Lovecraft. Qui entrano molto in gioco i gusti, ma personalmente ritengo che i racconti noir su questo stile si prestino molto ad adattamenti esterni alla carta. Nel corso del gioco non sono troppo impliciti i riferimenti, ma ciò comunque non impedisce a chi non dovesse coglierli di godersi ugualmente l’esperienza. Stesso motivo per cui, nonostante sia esplicitamente ambientato nell’universo di Secret World Legends (Funcom), Moons of Madness è pienamente fruibile anche da chi non l’ha giocato. E sembra un parere comune, dal momento che parecchie recensioni Steam parlano solo di “esperienza arricchita” ma non veicolata.

Passando allo stretto gameplay, Moons of Madness presenta i classici comandi base (privati del salto) ed un’esplorazione decisamente lineare. L’assenza di collezionabili poi pesa ma non troppo, dal momento che alla fin fine sono presenti ed a mancare è solo una sezione per il loro archivio. Una parvenza di originalità si palesa solo se si parla di Biometro, ovvero una specie di orologio da polso ultra-tech. Grazie ad esso si potranno risolvere la maggior parte degli enigmi, ma anche effettuare scansioni ambientali spesso necessarie.

Il tutto torna estremamente utile nelle numerose fasi di puzzle-solving, quasi mai scontate e banali. La componente enigmistica è forse il punto più elevato di Moons of Madness, in quanto ottimamente bilanciata. Non è tanto difficile capire cosa fare, quanto più come farlo, e spesso ci si sente bloccati ma “a tanto cosí” dalla soluzione. Ed è grandioso, perché il giocatore viene così spinto a non arrendersi (e gratificato inoltre). Un semplice consiglio maturato con l’esperienza è quello di analizzare bene l’ambiente prima di riflettere sulla soluzione. È impegnativo trovare tutti gli elementi che occorrono, spesso persino più del combinarli correttamente.

moons of madness
Moons of Madness ha degli enigmi che ci hanno dato un bel senso di soddisfazione per buona parte dell’avventura.

Meno degna di nota è invece la colonna sonora, che accompagna senza eccellere nel coinvolgere il giocatore. Riesce infatti a sostenere bene solo i pochi jumpscare presenti, appiattendo un po’ l’esperienza nei restanti momenti. Leggerissime imperfezioni nelle voci possono saltare poi ad un orecchio esperto, ma non pregiudicano il godimento del titolo. La lingua italiana, infine, è presente in ogni aspetto di Moons of Madness e rasenta la perfezione nelle traduzioni. Un doppiaggio dei dialoghi avrebbe fatto piacere, ma in ogni caso i sottotitoli sono generalmente accurati.

La longevità di Moons of Madness non delude, stanziandosi sulle 6 ore circa. Possono sembrare poche, ma sono più che sufficienti quando ci si sente costantemente braccati da qualcosa di ignoto. E se neanche sui caricamenti, brevi e rarissimi, si possono sollevare obiezioni lo stesso non si può dire per altro. I checkpoint potrebbero essere distribuiti meglio ad esempio, dato che a volte in 5 minuti se ne trovano 3 ma poi nelle fasi clue sono spesso assenti. La critica principale però riguarda i punti di interesse, ovvero gli oggetti con cui si può interagire, marcati appena percettibilmente. È un fastidio che si riscontra non poche volte nel corso dell’avventura, e rimuoverlo potrebbe migliorarla sensibilmente.

Consigliato


Concludendo, potrei citare Moons of Madness stesso: “uno è anomalia, ma due sono la normalità“. Ciò significa che nell’Universo se una cosa appare una volta sola è un errore, ma se accade almeno due fa parte di un piano. Non ci si riferisce alle forme di vita questa volta, ma all’implicita rivalità con Deliver Us the Moon. Non si possono neanche immaginare tutti i punti in comune tra le due produzioni, che comportano addirittura un design quasi identico per alcuni elementi. Se il secondo soddisfa maggiormente nelle esplorazioni a bordo di veicoli e nel comparto sonoro, il primo vince la sfida a mani basse. Già solo la possibilità di camminare su Marte appaga sensibilmente l’acquirente, per non parlare degli enigmi già lodati.

Il verdetto ultimo è che quindi Moons of Madness è un titolo più che consigliato, in grado di intrattenere e gratificare. E, principalmente, di inquietare l’animo in profondità, fino a desiderare di venire a capo dei misteri proposti solo per sentirsi finalmente liberi. E, come se non bastasse, è già in offerta su Steam al prezzo di €19.99.

Pregi Difetti
  • Costante sensazione di turbamento e tensione;
  • Puzzle non difficili ma decisamente stimolanti;
  • Ambientazioni varie e variegate;
  • Trama interessante e non troppo scontata.
  • Colonna sonora appena accettabile;
  • Punti di interesse poco visibili.

2 commenti

    • Qualche animazione meno fluida è presente si, ma non ricordo di aver riscontrato particolari problemi sotto questo punto di vista. In ogni caso l’ottimizzazione automatica di Geforce Experience dovrebbe bastare a risolverli.

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