Omensight

Omensight – Recensione | Viaggi nel tempo in salsa fantasy

Il successore spirituale di Stories: The Path of Destinies si chiama Omensight. Il team di sviluppo è lo stesso, così come i principi di design dietro al titolo. Si tratta di un action adventure fortemente incentrato sulla narrativa che presenta una struttura per certi versi singolare. La storia, infatti, non si snocciola in ordine cronologico ma richiede di essere ricostruita a mo’ di puzzle sfruttando l’intelligente stratagemma dei viaggi nel tempo. Incuriosito dall’idea e avendo anche apprezzato il lavoro precedente di Spearhead Games, ho deciso di spararmelo tutto d’un fiato.

OmensightOmensight

Data di uscita: 15/05/2018
Versione recensita: PC
Disponibile su: PC, PS4
Lingua: Italiano
Prezzo di lancio: 16,79€

In Omensight controlliamo un leggendario guerriero etereo che si dice appaia solo in tempi di crisi. Non a caso il regno di Urralia è sventrato da un conflitto intestino e in più incombe la minaccia di un’oscura divinità intenzionata a distruggere tutto. Il gioco prende le mosse proprio dal giorno dell’apocalisse e il nostro obiettivo sarà quello di impedire ad ogni costo che accada il peggio. Per riuscirci dovremo rivivere svariate volte la giornata, iniziata con l’assassinio di una sacerdotessa, e risolverne i misteri. Ci sono, di base, 4 linee narrative inizialmente separate che corrispondono a un determinato personaggio secondario e convergono in un unico filone nelle fasi finali.

Si ha quindi la possibilità di osservare gli eventi da molteplici prospettive e modificarli attivamente. Non male né concept né realizzazione, a fronte di una storia sì piuttosto breve (parliamo di circa 5-6 ore al massimo) ma davvero ben costruita e coesa, in grado di esaltare un cast oltremodo soddisfacente. Ottimo il character design che ricorda da vicino il roster di Gigantic, con i suoi animali antropomorfi dal vestiario esuberante. Solo discreti dialoghi e doppiaggi, più altalenanti del dovuto nonostante la presenza di alcuni nomi eccellenti come Chris Avellone.

Omensight – Video recensione

Parlando di gameplay possiamo senz’altro registrare dei miglioramenti rispetto a Stories: The Path of Destinies anche se i fondamenti rimangono simili. Il protagonista ha a disposizione una spada e una serie di abilità con cooldown combinabili fra loro. Le più interessanti sono lo stop del tempo e il potere di attrarre a sé oggetti o nemici e scagliarli in giro con violenza. Naturalmente potremo sbloccarne tante altre, insieme a potenziamenti di salute, attacco e difesa, recuperando sfere d’energia e diamanti sparsi per i livelli. Quello di Omensight è un combat system estremamente veloce e basato sui riflessi. Prende spunto dalle ultime produzioni Platinum pur mancando del loro elevatissimo tasso di tecnicismo ma riesce comunque a divertire, specie quando se ne usufruisce nel modo giusto.

Tra combo leggere, pesanti, schivata tripla e tutte le skill disponibili sarà difficile annoiarsi durante gli scontri. Peccato, però, per la scarsa varietà dei nemici (4-5 tipi in tutto) e in generale per le pecche di level design. Nella maggior parte dei casi ci ritroveremo ad attraversare lunghi corridoi vuoti in attesa di brevi sezioni con battaglie obbligatorie che purtroppo non cambiano da una route narrativa all’altra. Non bastano una manciata di segreti e collezionabili tutto sommato inutili a risollevare un’esplorazione praticamente inesistente. Da ridire anche sulle boss fight poiché non premiano l’inventiva ma lo spam selvaggio, diventando così ripetitive già dopo meno di un minuto.

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Omensight ha uno stile grafico molto particolare

In compenso il lato tecnico offre qualche soddisfazione. Sebbene non sia un fan dello stile low poly, è impossibile negare che il look di Omensight abbia un fascino particolare. Colori caldi non sfumati, effetti particellari pronunciati e un buon sistema di illuminazione sono i suoi capisaldi. Convince anche la soundtrack, che sa essere epica e coinvolgente nei momenti salienti. Qualche piccola lacuna nelle animazioni non sempre perfette (alcune mancano del tutto), nel lock a 60fps e negli sporadici bug grafici, comunque non eccessivamente fastidiosi nell’economia complessiva dell’esperienza.

Consigliato

Vale la pena di recuperarlo? Perché no, visto il prezzo onesto di 20€ scontati del 10% al lancio su Steam. Chiaramente non aspettatevi il massimo della varietà e della longevità quanto piuttosto un titolo indipendente dai propositi genuini e dal design narrativo originale in grado di catturarvi per un numero in fin dei conti ragionevole di ore. Mi auguro che prima o poi Spearhead venga accolta sotto l’egida di un publisher alla Devolver Digital affinché lo studio riesca ad esprimere appieno il proprio potenziale senza le chiare limitazioni di budget a cui è per il momento soggetto.

 

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