Vib-Ribbon nrs

Perle del passato: Vib-Ribbon

Uno dei giochi più caratteristici ma allo stesso tempo meno ricordati di PS1 è Vib-Ribbon. Nato dalla mente brillante del musicista/sviluppatore Masaya Matsuura, già autore con il suo studio NanaOn-Sha di UmJammer Lammy e PaRappa the Rapper, questo rhythm game molto sperimentale ha conquistato negli anni un seguito sempre maggiore. Questo a dispetto di una release iniziale limitata a Giappone ed Europa che tagliò del tutto fuori il mercato americano. La decisione di SCEA fu motivata a quanto pare da una scarsa fiducia nelle potenzialità di market del titolo. E come dargli torto, vista la sua spiccata giapponesità e lo stile incredibilmente minimale? La veste grafica di Vib-Ribbon si componeva infatti solo di linee geometriche bianche su sfondo nero. Tutto ciò sembrava davvero troppo semplicistico per un’esclusiva PlayStation uscita a ridosso del 2000. Peraltro si trattava di un progetto inizialmente destinato a diventare spot pubblicitario della Mercedes Classe-A. Invece, a mo’ di scherzo del destino, oggi lo si può ammirare all’interno della sezione dedicata ai videogiochi del Museo di Arte Moderna di Manhattan. Un balzo piuttosto inaspettato.

Ciò è dovuto al carattere unico del gioco conferitogli dall’eclettismo dei suoi autori. Qui si parla di gente in grado di rendere adorabile e coinvolgente un’esperienza in grafica vettoriale, dall’inizio alla fine. Particolarmente distintivi sono voce e aspetto della protagonista, Vibri, una vispa coniglietta dal design basilare ma indimenticabile.

Al giocatore spetta il compito di guidarla lungo una linea orizzontale zeppa di ostacoli corrispondenti al ritmo delle canzoni. Di base gli ostacoli sono quattro e ognuno richiede la pressione di un tasto diverso per essere oltrepassato. Può anche capitare di vederne due sovrapposti e in quel caso bisognerà premere contemporaneamente i tasti associati. In caso di errore Vibri regredirà allo stadio di anfibio e poi di verme appena prima del game over, mentre mantenendo un passo costante si trasformerà in una principessa. L’obiettivo consiste nell’accumulo di punti segnalati in partita dai simboli danzanti in alto al centro dell’interfaccia. L’incentivo a far bene -almeno per noi- sono sempre state le tenerissime canzoncine di congratulazioni cantate in giapponese da Vibri nella schermata dei punteggi. Dopo più di 10 anni le ricordiamo ancora con un sorriso sulle labbra. Pensate un po’ che bravi i NanaOn-Sha: ideare un personaggio così carino a partire da una serie di vettori. Il character design moderno ha ancora molto da imparare.

Ma andiamo avanti parlando della parte strettamente musicale. Le tracce presenti in Vib-Ribbon sono 6, divise a seconda del livello di difficoltà che onestamente poteva diventare abbastanza altino a causa di repentini cambi di tempo e d’inquadratura. Dentro il calderone troviamo sezioni in prevalenza j-pop con uno stile simile al grande Katamari Damacy e delle chicche sbalorditive come assoli di armonica o crescendo in xilofono. Ogni canzone riusciva a catturare sin dalle prime battute grazie alle tonalità vivacissime e incalzanti ad opera degli ottimi Laugh and Beats.

Vib-Ribbon

Una soundtrack che, peraltro, poteva essere rippata comodamente inserendo il disco su PC/lettori CD. E non è finita qui. Date le dimensioni irrisorie del file immagine, Vib-Ribbon veniva caricato sulla RAM di PS1 consentendo all’utente di inserire i propri CD musicali e giocare in livelli unici per ciascuna traccia. Figurarsi se all’epoca avrebbero utilizzato la scorciatoia oggi tanto abusata della proceduralità.

Sulla base di quanto detto, consigliarlo caldamente a chiunque ci sembra il minimo. Procurarselo non è neanche un problema, visto il suo approdo nel 2014 su PlayStation Network. Tra le varie versioni disponibili consigliamo quella Vita poiché l’input lag su televisori HDTV potrebbe comprometterne la giocabilità. Il prezzo di 4,99€ lo consideriamo tutto sommato abbastanza onesto. Se invece lo desiderate in versione fisica fate riferimento a eBay ma preparatevi a spendere almeno una cinquantina di euro.

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