phantom doctrine recensione

Phantom Doctrine – Recensione | Spionaggio tattico in stile XCOM

La formula alla base dei vari XCOM ha affascinato negli anni tantissimi amanti della strategia. Il mix fra elementi tattici, gestionali e casualità si è dimostrato efficace, tanto che ancora oggi i videogiochi della serie si dimostrano godibilissimi. Perfino Nintendo e Ubisoft, non molto tempo fa, hanno provato una personale incursione nel genere, ottenendo risultati eccellenti con Mario & Rabbids Kingdom Battle.
A lanciarsi nella mischia adesso c’è anche Phantom Doctrine, videogioco indie decisamente profondo e atteso da un po’ dagli amanti del genere. Scopriamolo nella nostra recensione della versione PC Windows.

phantom doctrine recensionePhantom Doctrine

Data di uscita: 14/08/2018
Versione recensita: PC
Disponibile su: PC, PS4, XBO
Lingua: Italiano
Prezzo di lancio: €39.99
Videogiochi in offerta su Amazon

Diversamente da XCOM, qui non c’è alcun elemento fantascientifico. Phantom Doctrine ci porta nel bel mezzo della Guerra Fredda, e più precisamente nel 1983. La trama non è particolarmente curata, ma ci permette di giocare sia nei panni della CIA che del KGB. Naturalmente obiettivi e ambientazioni saranno diversi in base alla nostra scelta. Il cattivone di turno è un gruppo denominato Beholder, intenzionato a scatenare una guerra nucleare su vasta scala.
Purtroppo la narrazione è piena di cliché, non riesce a scrollarsi di dosso una fastidiosa sensazione di già visto. Diciamo che l’idea di fondo sarebbe gradevole, ma la qualità dei testi e dell’intreccio è troppo banale.

Phantom Doctrine decide di dare parecchio spazio allo spionaggio, con tutto ciò che ne deriva. Il giocatore dovrà dedicarsi con attenzione alla fase di studio delle diverse missioni, all’analisi degli ambienti, alla gestione delle risorse e alla raccolta di informazioni. Tutto questo significa che il gameplay coinvolge tutte le fasi della missione, non solo l’operazione vera e propria. Va da sé che l’agenzia non dispone di fondi illimitati. Ciò significa che per continuare a lavorare sarà necessario amministrare i budget e generare un flusso di introiti con gli edifici.

Utilizzeremo quindi la mappa del mondo per mandare i nostri agenti a indagare dove avvengono attività sospette. Attenzione però, perché esiste la possibilità che i nostri agenti vengano scoperti e le loro identità compromesse. In questo caso potremo utilizzare una delle risorse della nostra agenzia per salvare l’agente e dargli una nuova vita.

Phantom Doctrine – Video Recensione

Se tutto andrà invece per il verso giusto raccoglieremo informazioni di vario genere. Gli incarichi comprenderanno sia la caccia che la localizzazione dei terroristi/criminali di turno. I dati ottenuti saranno poi utilizzati per creare dei dossier, da analizzare per cercare indizi e comprendere i giusti collegamenti. Avete presente quando nei film creano una sorta di mappa concettuale di un intero caso? Ecco, in Phantom Doctrine dovremo fare qualcosa di molto simile.
Si tratta in pratica della parte investigativa dell’esperienza, che però soffre di una traduzione in italiano insoddisfacente.

Dopo essere riusciti a mettere insieme i pezzi del puzzle potremo svolgere una missione sul campo atta a neutralizzare la minaccia. A questo punto la struttura diventa molto simile a quella dei classici XCOM. Inizieremo formando una squadra scegliendo fra i membri a nostra disposizione. Ciascuno di essi ha dei particolari campi di specializzazione, che ci permetteranno di stabilire il nostro approccio tattico. Importantissima sarà la scelta dell’equipaggiamento: disporremo di oggetti diversi in base all’agenzia per cui stiamo lavorando, con la possibilità di scegliere tra fumogeni, giubbotti antiproiettile, bombe a mano e via dicendo. Terminata la selezione dell’equipaggiamento avrà luogo l’operazione vera e propria.

Avremo una visuale dall’alto e potremo muoverci sfruttando la tipica griglia degli strategici a turni. Phantom Doctrine non ci costringe a uno stile predefinito, concedendoci di giocare come un incazzatissimo Rambo, oppure silenziosamente e in stealth. Quest’ultimo approccio è senza dubbio il più gratificante.
Durante il nostro turno potremo muovere gli agenti sul campo e decidere cosa fare. Per abbattere gli avversari senza fare rumore dovremo avvicinarci e usare l’azione takedown, che andrà a buon fine solo se avremo più punti vita della nostra vittima. Se questo non fosse il caso dovremo passare a un’azione più brutale e affidarci alle armi.

phantom doctrine

Phantom Doctrine colloca i punti di interesse in maniera procedurale

Il gioco non prevedere un sistema di accuratezza dei colpi, ma il fattore casuale entra in gioco nel calcolo dei danni. Questi dipendono da una sfilza di fattori, tra cui equipaggiamento, arma, distanza e posizione rispetto all’avversario. Con una buona pianificazione e la giusta strategia è possibile sopraffare qualsiasi nemico.
Uccidere gli avversari non è comunque l’unico obiettivo delle missioni, ma c’è un minimo di varietà. Nulla di particolarmente originale o innovativo, ma poter giocare con telecamere e sistemi d’allarme sa divertire.

Una volta completata la missione sarà il caso di mettere in salvo la pellaccia. Per mio gusto personale non ho apprezzato molto questa fase, che ha una struttura “a tempo”. Ci ritroveremo a dover far fuggire i nostri agenti, raggiungendo una determinata posizione mentre i nemici ci danno la caccia. A causa dell’assenza di un sistema di accuratezza, gli avversari riusciranno a colpirci anche da distanze improponibili, rendendo le nostre fughe piuttosto complicate e a tratti frustranti. Naturalmente dipenderà tutto da come ci comporteremo nella missione stessa, ovvero se saremo stati in grado di non far scattare gli allarmi o meno.

Non aiuta più di tanto la natura semi-procedurale del gioco. Phantom Doctrine conta su 60 mappe dove svolgere le nostre missioni. Ogni volta che avvieremo una missione sia avversari che punti di interesse saranno disposti in maniera casuale. Questo significa che a volte ci saranno picchi di difficoltà considerevoli, causati proprio dalla proceduralità. Fuggire a fine missione sarà in larga parte dipendente proprio dal posizionamento di guardie e obiettivi.
Gli algoritmi di questo tipo sanno aggiungere molta longevità ai videogiochi, ma con alcuni generi è sempre preferibile una progettazione manuale.

Sponsoru!

Offerte videogiochi e hardware Amazon

NRSGamers.it riporta collegamenti ad amazon.it. Acquistando qualsiasi prodotto partendo dai nostri link otterremo una piccola percentuale sulla vendita, necessaria al mantenimento del sito stesso.

Definirei il comparto grafico del gioco come funzionale. Non è in assoluto un brutto dipartimento visivo, ma il design non è particolarmente ricercato, c’è una ripetitività eccessiva in termini stilistici. E’ vero che le ambientazioni cambiano, ma si somigliano un po’ tutte, e dopo poco ci si annoia. Passeremo comunque la maggior parte del tempo nelle schermate di preparazione, è un problema minore.
Ci sono un po’ di incertezze nel reparto animazioni, che appaiono poco realistiche. In generale si respira un’aria di “incompiuto”, come se il gioco fosse ancora in uno stato piuttosto grezzo. E’ probabile che dipenda dal budget a disposizione dello sviluppatore, auguriamoci almeno che gli immancabili bug vengano risolti in tempi ragionevoli.

Il sonoro è invece mediocre, in particolare il parlato. I doppiatori sembrano a volte dei completi dilettanti, altre raggiungono solo la sufficienza.
C’è poi il problema dei sottotitoli in italiano che lasciano interdetti. Capiterà di vedere traduzioni sbagliate, ma anche parole completamente tagliate a causa dello spazio a disposizione.

Consigliato

Phantom Doctrine è uno strategico a turni interessante. Sicuramente non ha la personalità di Mario & Rabbids, né la cura per il dettaglio di XCOM. Tuttavia riesce a offrire una profondità di gioco più che soddisfacente, promuove sia lo stile stealth che quello più diretto, dà spazio al tatticismo e alla pianificazione. La parte investigativa sa gratificare, il tempo passato tra una missione e l’altra è piacevole.

Una volta sul campo non si può non fare il paragone con XCOM, paragone che rende palese il diverso livello di questo prodotto. E’ un indie, ed è evidente. Appare grezzo sotto tanti punti di vista, a partire dal comparto tecnico e dalla gestione non troppo convincente del procedurale. In questo senso sorprende davvero tanto il prezzo di lancio di ben 40 euro. Fosse costato dieci euro in meno sarebbe stato molto più appetibile per gli amanti del genere.
Se vivete di XCOM e affini e non vi importa molto della trama ha senso recuperarlo anche a questo prezzo. Diversamente, l’invito è di aspettare i saldi.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *