metal gear rising revengeance

Platinum Games prova la strada di Hellblade e pubblica due nuovi videogame

Platinum Games è conosciuta principalmente per aver creato titoli di altissima qualità, tra cui Bayonetta, il recente Nier Automata e Metal Gear Rising Revengeance. Il team di sviluppo è sempre rimasto indipendente, trovando di volta in volta dei partner che finanziassero e pubblicassero i loro lavori. Lo fanno in molti, è una procedura standard per tantissimi gruppi di piccole e medie dimensioni.

Quest’anno, Ninja Theory ha dimostrato che è possibile pubblicare in autonomia videogame di altissima qualità con il suo Hellblade: Senua’s Sacrifice. A quanto pare anche Platinum Games intende sperimentare in questa direzione, e ha annunciato che pubblicherà due nuovi giochi attualmente in produzione e non ancora presentati al pubblico.
Vengono definiti come due progetti non proprio economici come gli indie tradizionali, ma nemmeno paragonabili ai blockbuster tripla A.
Atsushi Inaba, direttore dello sviluppo in Platinum Games, ha rilasciato un’intervista a Game Informer, delineando le idee alla base della nuova direzione:

Non possiamo realizzare un gioco tripla A, da sviluppatori indipendenti non abbiamo quel genere di liquidità. Ad ogni modo, non abbiamo intenzione di prendere la strada degli indie tradizionali utilizzando gruppi di pochissime persone per sviluppare un gioco. Ci collocheremo più o meno a metà, probabilmente avremo qualcosa tipo 20 persone nello staff impegnate attivamente nello sviluppo, questo numero garantirebbe un buon bilanciamento.

bayonetta

Bayonetta, uno dei franchise più amati di Platinum Games

Il mercato indipendente è capace di generare numeri che a volte fanno impallidire anche quelli del mercato tradizionale. Sono casi rari, ma succede. Anche gli sviluppatori più navigati hanno ormai la possibilità di cambiare il proprio approccio al lavoro, riducendo i budget e pubblicando direttamente i propri prodotti.
Hellblade: Senua’s Sacrifice ha comportato rischi non indifferenti per il team di sviluppo, ma c’è stato un ottimo riscontro economico. Discorso molto simile per Cuphead, e anche in questo caso è andato tutto per il verso giusto.

Se gli sviluppatori riuscissero a liberarsi dei publisher si creerebbe un ecosistema in cui le idee originali non verrebbero stroncate sul nascere per paura di non raggiungere certi risultati commerciali. I concept originali si contano infatti sulle dita di una mano, occorre più coraggio, la volontà di osare e la libertà di farlo.
Perfino editori poco amati come Electronic Arts e Ubisoft hanno cercato di dare spazio a realtà più piccole, nelle quali intravedono potenzialità commerciali. Electronic Arts sta provando con gli EA Originals, Ubisoft con i progetti basati su Ubiarts Framework, al momento purtroppo in ferie.


Il mercato è in continua evoluzione, Platinum Games lo sa

La possibilità di pubblicare direttamente i propri lavori potrebbe essere un’ottima risposta a uno dei problemi più sentiti da parte dell’industri moderna dei videogame, ovvero il continuo incremento dei costi di sviluppo.
In realtà, se analizziamo con attenzione i dati di vendita e i piani di spesa dichiarati per gli investitori, ci accorgeremo che la quantità di denaro investita annualmente nello sviluppo da parte delle aziende più grandi del settore non è veramente incrementata dai tempi della prima PlayStation ad oggi. Ciò che è cambiato è il budget dedicato al marketing, alla pubblicità e la quantità di videogame sviluppati, notevolmente inferiore oggi rispetto al passato.
I grandi publisher preferiscono in pratica concentrarsi su pochissimi titoli su cui puntare tutto, piuttosto che su numerose produzioni a medio budget. Le spese sono identiche, gli introiti sono cresciuti anche in maniera considerevole.

Auguriamoci che anche Platinum Games riesca a trovare il successo commerciale con la sua nuova strategia, di certo incoraggerebbe tante altre aziende a tentare la stessa strada. Il mercato si alleggerirebbe, si darebbe più spazio a quel segmento di giocatori incuriositi da produzioni diverse, magari collocate in una fascia di prezzo più adeguata. C’è spazio per la stratificazione.

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