Il CEO di Ubisoft, Yves Guillemot, ha parlato nella giornata di ieri delle proprie idee riguardo le nuove console di Sony e Microsoft, ipoteticamente PlayStation 5 e Xbox Two… hmm Xbox 720… Xbox One X 2…ah, XBox One X Ics? Nomi a parte, Guillemot ritiene che la prossima generazione inizierà minimo nel 2019, portando quella attuale a durare quindi circa 6 anni. Il ciclo vitale delle console è approssimativamente di 5 anni, con PlayStation 3 e Xbox 360 a fare da grandi eccezioni con i loro 8 anni di onorevole servizio nelle nostre case.
Guillemot ritiene che rilasciare un hardware intermedio come PlayStation 4 Pro e Xbox One X sia stata una scelta sensata. In questo modo si manterrà alto l’interesse degli utenti nei confronti dell’hardware e, allo stesso tempo, permetterà agli sviluppatori di sfruttare la potenza di calcolo aggiuntiva per stare al passo con i tempi.
E’ una considerazione sensata da entrambi i punti di vista. Il periodo finale della vita delle console ha sempre sofferto di un pesante gap in termini di prestazioni rispetto ai PC. L’uscita di console a metà generazione permette in qualche modo di tamponare il gap, pur incrementando i costi di sviluppo.
PlayStation 4 Pro e Xbox One X, le prime console quasi 4K
Il punto è che se le nuove generazioni arriveranno nel 2019 – cosa che personalmente reputo molto probabile – bisognerebbe farsi qualche domanda sulla direzione che prenderanno.
L’elemento più scontato è che la prossima generazione di console sarà in grado di gestire il 4K nativo, realisticamente avrà una potenza di calcolo paragonabile a quella di un GTX 1080Ti. Parliamo della fascia enthusiast di corrente generazione, che nel giro di due anni dovrebbe risultare fascia media o medio/alta. Considerato che nel presente Xbox One X ha una forza bruta comparabile a una GTX 1070 direi che l’ipotesi è ragionevole. Naturalmente potrebbero esserci sorprese importanti nel frattempo, tra cui il passaggio alle nuove memorie HBM.
Come queste potenzialità saranno sfruttate resta ovviamente tutto da vedere. Per il momento il marketing su console dice che la risoluzione è più importante del framerate. La gente è più impressionata dal sentire la parola “quattrocappa” che non “60 frame al secondo”. Sfortunatamente si tratta per l’appunto solo di marketing. Su console si spinge fin troppo sulla qualità visiva sacrificando la giocabilità e le possibilità offerte da un framerate più elevato. Quello che mi auguro è che le cose cambino con la prossima generazione, negli ultimi anni c’è stata una certa sensibilizzazione verso l’argomento.
PlayStation 4 Pro, prima console di metà generazione
Altro elemento fondamentale delle prossime console sarà molto probabilmente il supporto alla realtà virtuale. Sony proporrà senza dubbio un visore aggiornato, Microsoft dovrà necessariamente buttarsi nella mischia per non restare indietro. Del resto prodotti come Resident Evil 7 e Batman VR hanno dimostrato che esiste un mercato molto interessante nel mondo delle console, molto più ricettivo che l’universo PC.
Di qui a breve vedremo anche le nuove proposte economiche di Team Oculus e HTC. La realtà virtuale non è esattamente “esplosa”, ma sta guadagnando quote di mercato, poco per volta ma con costanza.
Non ci saranno altri gimmick di sorta, almeno per quanto riguarda Sony e Microsoft. Le due macchine possono coesistere perfettamente come console tradizionali, feature esterne sono inutili se rimangono solo feature. E’ il motivo per cui Kinect è fallito, la Balance Board è fallita, PlayStation Move è fallito e sta acquisendo un senso solo insieme a PlayStation VR. La gente non vuole comprare periferiche addizionali, a meno che non siano totalmente rivoluzionarie o supportate da software di altissimo livello.
Discorso diverso per Nintendo invece, che propone sì feature e gimmick, ma li integra nella piattaforma. Non devi pagare un extra per avere il 3D in 3DS, né per avere la portabilità di Switch. Se la funzione in più è integrata nella macchina stessa va benissimo.
PlayStation VR: la realtà virtuale guadagnerà importanza
Con ogni probabilità nel corso della prossima generazione si solleverà un polverone riguardo la questione del digitale. Siamo a fine 2017, e i tripla A più importanti vendono fra il 40 e il 50% delle proprie copie in digitale. Il progressivo abbandono del mercato fisico continuerà gradualmente nei prossimi anni, è inevitabile.
Con la diffusione del digitale la gente si incazzerà per i costi identici a quelli del retail e per l’impossibilità di vendere l’usato. Discorsi del genere sono già stati sollevati in passato, ma la perdita di importanza del fisico cambierà le cose agli occhi dei publisher.
Nel presente i negozianti vengono pesantemente tutelati dai produttori di hardware. Questi vendono il digitale allo stesso prezzo del fisico perché se così non fosse catene come GameStop crollerebbero nel giro di pochi mesi. Se crolla GameStop crolla anche la vendita dell’hardware. E non conviene a nessuno. Nel momento in cui la proporzione non è più 40/60 ma diventa 70/30 o 80/20 sia Sony, che Microsoft che Nintendo si ritroveranno in una posizione diversa. Molti più utenti chiederanno a gran voce di poter rivendere il software digitale, di poterlo pagare meno, di poterlo condividere con gli amici.
Dovranno per forza di cose ascoltare, proporre qualcosa di intelligente per far tutti contenti. E sarà dura, su questo non ci piove.
Steam, colosso del digitale
Le prossime piattaforme in ordine di arrivo dovrebbero essere un’ipotetica nuova console esclusivamente portatile da parte di Nintendo o una seconda edizione di Switch.
Se deve arrivare una nuova portatile sarà presentata entro la metà del prossimo anno. Una versione di Switch esclusivamente mobile potrebbe avere senso.
In tutto ciò abbiamo poi l’incognita di Atari, non è ben chiaro se abbia stretto accordi di esclusività con qualche software house o meno. Ma credo che nel mercato non ci sia spazio per tre console che puntano allo stesso tipo di pubblico, la Storia ce lo ha insegnato bene.
Per adesso sono solo supposizioni, previsioni basate su esperienze passate e sull’interpretazione del mercato. Nessuna certezza, loot box a parte.