[Recensione] Fairy Fencer F – Una favola fatata a metà

Data di Uscita 19/09/2014
Piattaforme PlayStation 3
Versione recensita PlayStation 3

Nonostante PlayStation 3 sia ufficialmente entrata a far parte delle console di vecchia generazione, assieme a Xbox 360 e Wii, la macchina di casa Sony continua a sfornare titoli su titoli, soprattutto in quest’ultimo periodo, tra cui i classici RPG di stampo nipponico. A dirla tutta sembra che l’età d’oro dei giochi di ruolo giapponesi sia finita con Playstation 2. Di fatto, nella generazione che vedeva confrontarsi Wii, 360 e PS3, si sono visti veramente pochi esponenti del genere, anche perché buona parte di essi rimaneva confinata nel Paese del Sol Levante, proprio come succedeva vent’anni fà purtroppo. A risollevare un po’ le cose ci pensa NIS America, distribuendo finalmente da noi poveri occidentali qualche RPG di produzione nipponica, per alleviare la nostra astinenza.
Fairy Fencer F è uno di quei titoli, sviluppato dal team Compile Hearts, autore della già nota serie Hyperdimension Neptunia. Riuscirà questa nuova produzione a scalfire i cuori abbrutiti degli amanti di JRPG? Scopriamolo insieme.

Fairy Fencer F – Una favola fatata a metà

L’intro di Fairy Fencer F vede narrare la lotta tra la dea della luce, fonte di bontà e protezione per tutti gli essere viventi, contro il Dio dell’oscurità, pronto a cancellare ogni forma di vita dalla terra.
Durante l’attacco finale, entrambe le divinità evocano migliaia di spade, pronte a trafiggere l’avversario. Gli Dei si colpiscono vicendevolmente (Xenoblade Chronicles docet), facendo terminare la battaglia senza nessun vincitore, con gli Dei trasformati in statue di pietra.
Migliaia d’anni dopo questa violenta battaglia, inizia il gioco vero e proprio.

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Impersoneremo Fang, un Fencer svogliato e molto pigro, accompagnato da Eryn, una Fairy (fata). Il compito dei Fencer è recuperare le 100 Furies – le spade pietrificate – per riuscire a risvegliare una delle due divinità. Di fatto potremo scegliere se stare dalla parte del bene o dalla parte del male. Inoltre chi riuscirà in tale impresa avrà diritto all’esaudirsi di un singolo desiderio.
Le Fairy sono l’anima risvegliata delle Furies e hanno il compito di accompagnare coloro che le hanno destate diventando di conseguenza Fencer, alla ricerca delle altre spade. Purtroppo, a Eryn è capitato un compagno parecchio pigro, che all’inizio del gioco si ritroverà in prigione per aver rubato del cibo.
Al gioco non mancano scenette comiche sul classico giapponese, accompagnate da musichette a tema.

Il gameplay non si discosta molto dalla serie Hyperdimension Neptunia, sia per quanto riguarda le sequenze narrative che i combattimenti. I dialoghi avvengono sempre con sfondo statico della zona in cui ci troviamo e personaggi disegnati in 2D. Non esiste quindi un’esplorazione classica delle zone cittadine come negli RPG più tradizionali. A seconda di quale città visiteremo, appariranno dei menù da cui poter selezionare negozi, taverne e zone della città stessa, in cui potremo scegliere vari dialoghi tra i membri del nostro party e gli abitanti locali. La maggior parte delle volte si tratterà di banali conversazioni o semplici scenette comiche, non necessarie ai fini della trama, ma che danno quel tocco in più tipicamente nipponico. Non mancheranno gli eventi obbligatori per potere andare aventi nelle storia, in questo caso saranno evidenziati di giallo, per metterli in risalto.
Dal menu potremo anche accettare le varie missioni secondarie, che vanno dall’uccidere nemici alla raccolta di semplici oggetti. Purtroppo alla lunga queste sub-quest non fanno che essere ripetitive, sia perché molto simili tra loro, sia perché saremo costretti a ripeterle più volte fino all’ottenimento dell’oggetto ricercato.

La mappa del mondo è completamente in 3D, ma non esplorabile con le nostre gambe virtuali. Come per la città basterà selezionare la destinazione per vedere un evento, oppure per accedere ai dungeon dove finalmente potremo muoverci liberamente. Queste sezioni sono realizzate come qualsiasi altro RPG, infatti ci muoveremo per l’intera zona raccogliendo oggetti e combattendo nemici fino alla zona successiva, facendo attenzione a non venir attaccati per primi. Sfortunatamente queste sezioni non brillano dal punto di vista estetico, paragonabili graficamente ai titoli di prima generazione PS3, per essere buoni.

La situazione cambia una volta entrati a contatto con i nemici. Le battaglie si svolgono in maniera dinamica, sempre a turni. Gli avversari vengono rappresentati su una barra laterale posta sulla sinistra dello schermo.
Durante il combattimento potremo muoverci entro un’area delimitata da un cerchio ben visibile. Avvicinandoci ad un nemico potremo colpirlo con la nostra arma, oppure effettuare un attacco speciale. Tuttavia, per qualche assurdo motivo vedremo molto spesso i membri del nostro party mancare il nemico senza una ragione precisa.
Ogni personaggio ha una propria barra di trasformazione, chiamata Fairize, che una volta riempita – colpendo o subendo attacchi dai nemici – ci darà la possibilità di fonderci con lo spirito della nostra spada, con tanto di musica e scenetta alla Sailor Moon. Questa trasformazione aumenta di molto sia la forza che la difesa del nostro personaggio, andando ad intaccare il livello di sfida del gioco in modo piuttosto fastidioso. Bastano infatti pochi turni per riempire tale barra, diminuendo in maniera eccessiva il livello di difficoltà delle battaglie.

Se a ciò andiamo ad aggiungere un livello tecnico davvero mediocre, con un frame rate non sempre galoppante, un riciclaggio di zone e una trama sì divertente e scorrevole ma che lascia l’amaro in bocca per quanto riguarda i contenuti, ci troviamo con un titolo solo mediocre. A salvare la situazione è la colonna sonora eseguita dal gran maestro Nobuo Uematsu, compositore della saga Final Fantasy di casa Square Enix.

Conclusioni
In definitiva Fairy Fencer F non è certo uno degli esponenti RPG vecchia scuola che in molti aspettavano con impazienza. Vuoi per un comparto tecnico non eccellente, un frame rate ballerino, sub-quest ripetitive e un sistema di combattimento che, pur essendo buono, non offre quel livello di sfida tale da sentirsi appagati dopo una battaglia o un combattimento col boss di turno, e di certo l’ottima colonna sonora non riesce a salvare tutta la barca. Il potenziale c’è tutto ma alla fine ci si perde a metà strada.
+ Dialoghi divertenti
+ Buona la colonna sonora
+ Buono il sistema di combattimento…
– …anche se il personaggio sembra dopato
– Framerate ballerino
– Tecnicamente spoglio
– Sub-quest ripetitive


Metascore 67/100

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