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[Recensione] Lifeline – Sopravvivere in un mondo alieno

Lifeline è un titolo davvero originale, che parte da un incipit di sicuro effetto. Il protagonista della vicenda è un astronauta che, a seguito di un incidente, si ritroverà da solo su un pianeta alieno. L’unica persona che riuscirà a contattare per chiedere aiuto sarà proprio il giocatore, con cui si instaurerà un rapporto diretto e continuativo, scandito dalle ore e dalle azioni. Approfondiamo.

Lifeline

Lifeline non è certamente un gioco per tutti, trattandosi di un’avventura testuale del tutto priva di una grafica o di un gameplay tradizionali. Tutto ciò che dovremo fare sarà in pratica leggere i messaggi che Taylor ci manderà chiedendoci consigli sul da farsi, descrivendoci le diverse situazioni in cui si imbatterà, o cercando semplicemente uno sfogo per la propria frustrazione.

Per i diversi problemi che si presenteranno, il giocatore dovrà scegliere una tra due opzioni, che porteranno ad esiti molto diversi e la storia a evolversi in un modo piuttosto che in un altro. In base ai nostri consigli il protagonista potrà anche perdere la vita, dunque sarà necessario riflettere un minimo, cercando il giusto bilanciamento tra un comportamento troppo conservativo e uno troppo intraprendente.

Le comunicazioni di Taylor non avverranno in maniera continuativa, ma saranno invece regolate da un orologio interno: se il personaggio andrà a letto è chiaro che non si farà sentire per qualche ora, stesso discorso quando sarà impegnato in altre attività.
I tempi di attesa sono in effetti parte integrante di Lifeline, e per quanto assurdo possa sembrare creano un senso di tensione e di suspense che ci accompagneranno anche mentre non giochiamo. Sapere che il nostro amico rischia ad esempio di morire congelato durante la notte ci porterà a chiederci se l’indomani questi si farà sentire attraverso le classiche notifiche sul nostro smartphone.

Naturalmente gli sviluppatori hanno ben pensato di andare incontro a chi non desiderasse aspettare, dunque è possibile disabilitare la feature delle attese, e godersi l’avventura tutta d’un fiato. E’ una scelta che da parte nostra sconsigliamo, ritenendo i momenti pseudo-morti assolutamente fondamentali per apprezzare appieno la sensazione di tensione proposta dal gioco.

Nel malaugurato caso in cui Taylor morisse (ipotesi tutt’altro che remota) non dovremo ricominciare l’avventura dall’inizio, ma potremo semplicemente tornare sulle nostre scelte scorrendo il testo verso l’alto, e vedendo come la storia si modificherà in base alle diverse decisioni.

L’avventura è piuttosto breve, e non saranno necessarie più di due o tre ore di gioco per arrivare al finale (quello buono, si intende). Tuttavia, considerato il prezzo dell’applicazione, il fascino della storia (non originalissima, ma ben sceneggiata da Dave Justus, conosciuto ai più per The Wolf Among Us) e l’originalità dell’esperienza non possiamo davvero considerare questo come un difetto, anche perché è preferibile una storia più condensata e d’effetto piuttosto che una dilungata in maniera controproducente.

In sintesi
Lifeline è un’avventura testuale originale e intrigante, che consigliamo senza remore agli appassionati di fantascienza, Sci-Fi e a chi non si lasci intimidire dalla lettura di una grande mole di testo. Se prima di essere giocatori siete avidi lettori di questo genere l’acquisto è praticamente un must. A patto ovviamente di avere una buona conoscenza della lingua inglese.
Valutazione scala 1/10

6.9
+ Davvero molto originale
+ Ben sceneggiato
+ Attese bene inserite nel gameplay stesso
– Tutto in inglese

2 commenti

  1. Considerato il budget della produzione ha fatto un buon lavoro, ma è verissimo che sarebbe potuto essere molto di più. La trama è piacevole ma non da mascella a terra, mi auguro che l’autore continui ad esplorare questa strada perché francamente la qualità non gli manca.

  2. Carino…

    Se avessero deciso di farne un librogame 2.0 (choose your own adventure style) avrei apprezzato molto di più.
    Molto simpatica e moderna l’idea dell’IM come vettore, moooolto peggio la storia e la – a mio avviso molto scarsa – possibilità di fletterla: spesso, che si decida a o b, si finisce sempre dove “vuole” l’autore.

    Il prezzo e l’idea fanno tutto per un titolo che avrebbe potuto dare infinitamente di più.

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