limbo

[Recensione] Limbo – Delicatezza monocromatica anche su Android

Data di Uscita 11 Febbraio 2015 Lingua Inglese
Piattaforme PC, Mac, Linux, PS3, X360, iOS, Android Versione recensita Android

Rilasciato originariamente nel 2011 su PC e celebrato immediatamente con un gran numero di premi, Limbo è un puzzle platform dal fortissimo impatto visivo, che ha dato vita a un filone di prodotti pesantemente (o forzatamente) artistici degli ultimi anni. Il gioco è stato distribuito un po’ su tutte le piattaforme, per arrivare però soltanto adesso sui sistemi mobile iOS e Android. E’ proprio quest’ultima la versione che andremo ad analizzare in questa sede.

Limbo

Come già detto in apertura, fondamentalmente Limbo è un puzzle platform bidimensionale piuttosto canonico nelle meccaniche. Il gioco non offre una trama strutturata in maniera classica, ma ci pone senza troppi complimenti in una sorta di foresta oscura, dove controlleremo un bimbo senza nome. Il gioco è interamente in bianco e nero, basato su forti contrasti e su continue sfumature di grigio, che ci porteranno spesso a dover indovinare cosa possano essere le sagome e le ombre dell’ambiente circostante.

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Ciò non è affatto un male, in quanto tale scelta riesce a creare una sensazione di ignoto e di pseudo-suspense davvero affascinante, che saprà rapire il giocatore e incollarlo alla sedia per tutta la durata di questa breve avventura.

Fin dai primissimi momenti di gioco sarà chiaro che la foresta in cui ci troviamo sia probabilmente quel Limbo del titolo, un luogo pericoloso, zeppo di trappole mortali, creature orripilanti e un’aura di mistero dove smarrirsi e restare imprigionati. La colonna sonora del gioco risulta quasi del tutto assente, ma perfettamente integrata con la veste grafica e con la generale sensazione di tensione che permea il lavoro di Playdead.

Il fatto che le ambientazioni si sviluppino tramite sagome ed ombre, e la generale impostazione del titolo, portano Limbo a non essere in effetti un semplice puzzle game, in quanto spessissimo ci capiterà di morire, uccisi da trappole o da pericoli pressoché invisibili (o del tutto invisibili) alla vista. Anche gli stessi sviluppatori hanno definito il gioco come un “trail and death”, diverso dal classico trial and error in quanto morire ci porterà semplicemente a pochi attimi prima della nostra dipartita, evitando dunque frustrazioni non necessarie.

Gli enigmi veri e propri sono chiaramente presenti, offrono un livello di difficoltà piuttosto basso durante le prime fasi dell’avventura, incrementando per complessità man mano che procederemo verso l’improvviso e trascinante finale della storia.

Le meccaniche proposte sono discretamente variegate, partendo dai più classici salti e gestione di trappole, passando a fughe da creature mortali, o ancora gestendo il controllo mentale e una gravità alterata che ci porterà a fluttuare in aria. Ciascuno degli avversari o delle trappole che incontreremo potrà essere interpretato con semplicitò in senso allegorico, e nella produzione sono in effetti presenti tutte le paure tipiche dell’infanzia, ovvero il buio, i ragni (o gli animali pericolosi), la sensazione di cadere, la paura di essere esclusi dagli altri bambini, il rifiuto, la solitudine e quant’altro. Limbo è un lavoro che ben si presta ad essere interpretato e ad offrire spunti di discussione, dove appare chiaro che i ragazzi di Playdead volessero offrire un’esperienza che fosse più di un semplice videogame. Obbiettivo a nostro avviso centrato in pieno.

Questa versione per dispositivi mobile si dimostra tecnicamente alla pari con le controparti PC Windows o console, anche se dobbiamo segnalare come i comandi touch non restituiscano un’esperienza paragonabile a quella di un controller o di una tastiera. Ad ogni modo è anche vero che siamo nel 2015, ed è ormai alla portata di tutti giocare con un controller sia su tablet che su smartphone. Abbiamo provato in particolare sia il classico controller Moga che il pad standard di PlayStation 3, e in entrambi i casi l’esperienza è stata eccellente, quasi indistinguibile da una versione dedicata a console. Insomma, il touch screen è una bella cosa, ma per giocare raccomandiamo come sempre di rivolgersi a un buon pad, specie se parliamo di platform in accoppiata con l’ottima croce direzionale offerta da DualShock 3.

Conclusioni
Limbo continua ad essere una gemma dell’intero panorama videoludico-narrativo, a dispetto degli anni che passano. Lo stile visivo adottato permette al titolo di invecchiare divinamente, le atmosfere continuano a tenere in tensione, e l’esperienza mobile appare ottima partendo da pannelli da 5 pollici a salire. Naturalmente consigliamo di giocare al titolo in questione su un tablet, possibilmente in coppia con un gamepad (consigliamo quello di PlayStation 3 per via dell’ottima croce direzionale, ideale per i platform 2D). Insomma, se non avete ancora provato il titolo in questione non possiamo che raccomandarvi di recuperarlo al più presto: se amate i platform o le storie dalla forte componente allegorica Limbo è un titolo imperdibile.
+ Stile visivo potente e trascinante
+ Produzione elegante e molto raffinata
+ Emotivamente coinvolgente
+ Comparto ludico appagante
– Non molto longevo


Metascore 88/100
Limbo | Steam | 9.99€

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