Max_the_Curse_of_Brotherhood

[Recensione] Max and the curse of Brotherhood – Figlio unico è meglio

Qualche volta i fratelli possono essere un problema, specialmente a una certa età, e specialmente quando torni da scuola e ti ritrovi quel nerd del tuo fratellino minore intento a giocare con i tuoi giocattoli. A quel punto la conseguenza logica è lanciarsi su internet e trovare una maledizione per far sparire il fastidioso bambino all’interno di un’altra dimensione. Giusto?

Max and the curse of Brotherhood – Figlio unico è meglio

Dopo una breve sequenza introduttiva che fungerà da semplice pretesto, nei panni del piccolo Sam verremo catapultati in un mondo fantastico, dove ben presto entreremo in possesso di poteri speciali che ci permetteranno di modificare l’ambiente circostante. Basterà dunque tenere pressato uno dei trigger per poter disegnare delle forme sullo schermo, in maniera simile a quanto era possibile fare nel bellissimo Okami, dei mai dimenticati ragazzi di Clover Studio. I nostri poteri ci permetteranno dunque di sfruttare alcuni punti chiave presenti nello scenario, per realizzare ad esempio delle rampe fatte di roccia, o dei fiotti d’acqua capaci di trascinare noi o anche grossi oggetti. Procedendo nell’avventura apprenderemo un numero piuttosto soddisfacente di abilità, e potremo infine lanciare delle sfere di fuoco, creare delle liane, allungare tronchi e rami, realizzare semplici strutture e modificarle per raggiungere i nostri scopi.

Naturalmente tutte queste possibilità rappresentano la nostra arma principale contro i puzzle del gioco, uno degli elementi cardine della produzione. Questi saranno in generale piuttosto divertenti, sempre gratificanti, anche se in più circostanze abbiamo notato una scarsa progressione nel livello di difficoltà, in particolare verso la metà del gioco. Il lavoro svolto dai designer è comunque apprezzabile, e alcuni tra gli enigmi denotano una notevole creatività in fase di progettazione, che da parte nostra è certamente giusto encomiare.

Se la risoluzione degli enigmi ambientali rappresenta un buon 60% della produzione, il restante 40% è equamente diviso tra sezioni platform e sezioni action, spesso e volentieri interconnesse.
Potrà ad esempio accadere di essere inseguiti dal mostro di turno, e di dover correre a più non posso per salvare la pellaccia, evitando ostacoli, saltando fossati, sfruttando le liane pendenti che incontreremo sul nostro cammino e chi più ne ha più ne metta. In alcune cirscostanze vedremo addirittura il tempo rallentare in puro stile Bullet Time di Max Payne, dandoci la possibilità di procedere alla risoluzione di semplici enigmi mentre siamo in corsa, garantendo una dose non indifferente di adrenalina per sessioni che sono davvero ben riuscite.

Parlando invece di action vero e proprio, l’unico attacco a nostra disposizione sarà disponibile solo nelle fasi più avanzate dell’avventura, e consisterà nel poter lanciare una sfera infuocata in direzione dei nostri avversari. Il problema fondamentale sta nel dover disegnare con lo stick analogico la traiettoria dei nostri colpi, cosa in alcuni casi problematica, in particolare quando avremo a che fare con più avversari contemporaneamente. Di tanto in tanto avremo dalla nostra un tempo che verrà rallentato in Bullet Time, ma nella maggior parte dei casi dovremo semplicemente essere rapidi e precisi.
Menzione d’onore va al combattimento finale, davvero divertente e molto riuscito, seppur semplice. E’ improbabile che il giocatore si senta in reale difficoltà in questo frangente, ma dobbiamo dire che le scelte di design sono più che valide, così come la varietà garantita all’interno dello scontro stesso. Un bel lavoro, che ha saputo divertirci parecchio!

Il comparto tecnico di Max and the Curse of Brotherhood è affidato ad un Unity Engine che si conferma come il tool preferito dagli sviluppatori indipendenti. Proprio di recente il motore in questione aveva mostrato i muscoli con il buon The Last Tinker: City of Colors, e anche in questo caso si sono raggiunti risultati eccellenti.
Lo stile grafico è ispirato, e ricorda da vicino alcune produzioni della Pixar. Lo stile quasi caricaturale e cartoonesco si amalgama alla perfezione con ambientazioni coloratissime, forme arrotondate, animazioni morbide e fluide, e con un character design riuscito, seppur limitato nella quantità di modelli presenti.
Buona la gestione della fisica, come del resto era lecito aspettarsi da una produzione che si concentra sulla risoluzione degli enigmi modificando l’ambiente che ci circonda.
Il comparto sonoro è gradevole, ma non va oltre la sufficienza. Se infatti gli effetti sonori sono vari e di buona qualità, il parlato ci è sembrato ridondante durante le fasi di gioco, con il nostro piccolo protagonista che evidenzierà ciascun salto o acrobazia con un “Oooh” e amenità del genere. Non si chiedeva il silenzio, ma in molte circostanze abbiamo trovato la sua voce fastidiosa. Per quanto concerne invece le cutscene il doppiaggio fa adeguatamente il suo lavoro, senza eccellere né mancare in modo evidente.
Piccola nota di demerito per la mancanza di supporto alla croce direzionale nel controller, elemento che in un platform/puzzle 2D è a nostro avviso da non trascurare.

Conclusioni
Max and the Curse of Brotherhood è un buon mix tra puzzle e platform, un gioco più che onesto che saprà divertire per circa sette ore. Non è un capolavoro, non aggiunge molte novità al genere e non impressionerà nessuno, ma è comunque un’esperienza più che gradevole, e che ci sentiamo di consigliare a tutti i giocatori PS4 ed Xbox One affamati di nuovi titoli interessanti, nonché agli amanti di puzzle su PC, tenendo presente che il titolo possiede comunque una componente più marcatamente action. Se il vostro desiderio è esclusivamente risolvere degli enigmi e se non siete rapidi con i movimenti vi consigliamo di cercare altrove. Per tutti gli altri questo gioco saprà essere un buon acquisto, anche in virtù del suo prezzo budget.

+ Meccaniche ben confezionate
+ Alcune sequenze action/platform splendide
+ Stile davvero piacevole
– Imperfezioni nella progressione della difficoltà
– Alcune sessioni action poco riuscite

valutazione

Metascore 80/100
Max and the Curse of Brotherhood | Steam | 14.99€

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