Recensione: Pokémon Sole e Luna – Il canto del cigno di 3DS

Più che una semplice serie videoludica, per noi Pokémon è la storia di un’infanzia spensierata e sempreverde. Ricordare i pomeriggi trascorsi in lieta compagnia di amici e mostriciattoli collezionabili con il Gameboy in mano in scomodissime posizioni dovute al mitico cavo Link ci riempie di una piacevole nostalgia, la stessa che proviamo tutt’oggi di fronte ad ogni nuovo capitolo della fortunata saga made in Gamefreak. I titoli Pokémon, dunque, rappresentano per noi e altri milioni di ultraventenni il metodo più efficace per sentirsi ancora bambini. E se visti con quest’ottica, Sole e Luna sono due tra i regali migliori che gli sviluppatori potessero farci. Andiamo subito a scoprire perché.

Pokémon Sole e Luna

Uscita 23 Novembre 2016
Lingua Italiano
Piattaforme 3DS
Versione recensita 3DS
Prezzo al lancio 44,99€

Come molti di voi già sapranno, l’iterazione annuale della creatura di Satoshi Tajiri si svolge nell’arcipelago fittizio di Alola. La località è chiaramente ispirata alle Hawaii e condivide con la controparte reale numerose caratteristiche sia geografiche che culturali frutto di un’attenta analisi condotta sul posto -a loro detta- dagli stessi creatori. Ci troviamo davanti a un vero e proprio paradiso tropicale, ricco di natura, storia, di un caratteristico fascino selvaggio. Percorsi e città non godono dell’estensione dei predecessori situati nel Kanto ed in generale il level design è stato studiato in modo da permettere una ritmica abbastanza lineare, ordinato, forse fin troppo scorrevole in alcune sezioni ma comunque soddisfacente.

Lo stesso dicasi della trama, di sicuro non il punto forte delle produzioni Gamefreak. Più che nella sostanza Sole e Luna peccano nella struttura, nel ritmo dato alla narrativa. Dobbiamo ciò alla durata davvero eccessiva dell’incipit in cui il gioco si limita a presentare mondo e personaggi nella maniera più rilassata possibile, fornendo al contempo un tutorial dettagliatissimo ma di dubbia utilità per i fan della serie.
Quando però gli eventi raggiungono il punto di svolta, la storia inizia a diventare molto intrigante ed intensa. In tal senso si superano ampiamente le vette raggiunte da X e Y, sia grazie alle tematiche trattate (talora inusuali) sia al miglior cast visto finora in un gioco Pokémon, composto da personalità a cui è facile affezionarsi in breve tempo. Amici, rivali, cattivi della situazione, persino il professore: tutti godono di una caratterizzazione lodevole, c’è poco da sindacare. E sì, le citazioni alla cultura nerd giapponese sono innumerevoli, in primis i vistosi tributi alle bizzarre avventure di Jojo. Gladion ne è un esempio perfetto, con i suoi atteggiamenti da villain arcigno e stiloso alla Dio Brando, ma anche la stessa filosofia dietro le mosse Z (di cui parleremo a breve) e le fantastiche pose che ne determinano l’attivazione.

Espandendo il discorso fatto in sede di anteprima, andiamo adesso a parlare proprio di meccaniche.
I principi sono rimasti invariati: si tratta sempre di un JRPG a turni statici, focalizzato su sinergie, statistiche e strumenti. Soprattutto sul fronte mosse le novità non mancano affatto. Per cominciare sono finalmente sparite le MN.

pokémon sole e luna

Per volare o spostare massi basterà ora richiamare i Pokémon addetti grazie a un comodo oggetto simile ad un cercapersone. Sono poi stati aggiunti svariati attacchi fisici, molti di tipo spettro e psico, un paio di mosse con alta priorità nonché le suddette Z. Esse contano di rimpiazzare le megaevoluzioni fornendo manovre potentissime ai Pokémon equipaggiati con il corrispettivo cristallo e possono essere utilizzate soltanto una volta a partita per ovvie ragioni di bilanciamento. I cristalli si ottengono superando le prove nelle quattro isole di Alola e, non essendoci palestre, fungono da medaglie. Le prove consistono nel completamento di piccoli dungeon al cui interno si celano i Pokémon Totem, gli equivalenti dei capipalestra. Questi Pokémon sono in genere degli ossi duri poiché beneficiano di un cospicuo boost alle statistiche e possono evocare più alleati nel bel mezzo degli scontri (battaglie SOS), rendendo spesso complicato portare a casa la vittoria senza ricorrere a iperpozioni o revitalizzanti multipli.
Niente di impossibile per i più esperti, tuttavia è preferibile non lanciarsi in questi scontri senza un minimo di strategia. Ad aiutarci in qualche modo sarà il nuovo sistema di petting reso rilevante dal fatto che prendersi cura del proprio Pokémon garantisce qui dei vantaggi sostanziali in battaglia, ad esempio l’aumento dell’evasione, della percentuale dei brutti colpi e della sporadica liberazione dai problemi di stato.
Ci si mette davvero un niente ad accorgersi che l’impatto di questi cambiamenti sul sistema di gioco sia abbondantemente positivo. Il gameplay di Sole e Luna ne guadagna in varietà, dinamismo, immersività, il tutto rimanendo fedele alla formula canonica.

pokémon sole e luna

Altre novità piuttosto gradite riguardano postgame e competitivo. A differenza di Omega e Alpha gli ultimi due capitoli sommergono l’utente di compiti da svolgere al termine della campagna. Si seguono questline secondarie dalla discreta produttività che portano alla cattura di Pokémon rari e Ultra Beast, alle lotte con NPC speciali tra cui vecchie conoscenze per poi giungere al Battle Tree, al Poké Pelago e al Festival Plaza (sì, abbiamo giocato in inglese). Il primo è semplicemente la Torre Lotta di Alola, con le solite regole che ormai conosciamo bene. Gli ultimi due si improntano invece sull’ottenimento attraverso minigiochi di stampo gestionale di oggetti utili alla crescita statistica dei Pokémon. Gli amanti del competitivo apprezzeranno il fatto di poter potenziare al massimo i propri mostri evitando sessioni lunghissime e noiose. Come? Esistono ben quattro modi. Bracciali e fasce, che hanno subito un sostanzioso boost e adesso aumentano di ben 8 punti l’aspetto selezionato; catene in battaglie SOS, le quali possono arrivare a fornire anche 36 punti a lotta dopo 7 KO consecutivi; attività da svolgere al Festival Plaza in grado di aumentare e resettare gli EV; allenamento passivo al Poké Pelago, molto lento ma praticamente automatico. Per quanto riguarda gli IV l’unica opzione è quella dell’Hyper Training, che li accrescerà in cambio di rari collezionabili.
Interessante anche la nuova Battle Royal, modalità online e offline in cui 4 giocatori si sfidano in una battaglia ad eliminazione tutti contro tutti dove le mosse ad ampia portata vedono ridotta la loro potenza del 50%.

pokémon sole e luna

E i Pokémon? A conti fatti il Pokédex di Alola non si è rivelato poi tanto sorprendente, forse a causa dei troppi trailer ed annunci spoilerosi da parte di Nintendo. Dalla sua ha tuttavia una buona combinazione di tipi anche inediti, oltre alle peculiarissime Ultra Beast accennate in precedenza. Non sappiamo ancora se verranno bannate nei tornei ufficiali ma da quanto abbiamo visto i presupposti ci sarebbero tutti. Il potenziale di queste creature extradimensionali è infatti altissimo ed in certi casi supera persino quello di molti leggendari. L’esatto opposto può essere detto per le forme Alola della prima generazione. Salvo due/tre eccezioni le statistiche restano deludenti e non crediamo che il reskin possa renderne più frequente l’utilizzo in competitivo, specialmente di fronte a Pokémon a dir poco devastanti come Kommo-O, Toxapex e Golisopod.
Dal punto di vista grafico e sonoro Sole e Luna si presentano in splendida forma rispetto agli standard del 3DS. La console è stata spinta al massimo ed i cali di frame in battaglie multiple risultano spesso pesanti.
In compenso modelli di Pokémon e personaggi godono di un generoso grado di dettaglio accentuato dalla palette cromatica ben distribuita. Spiccano proporzioni realistiche, scenari suggestivi, atmosfere accattivanti. La telecamera cambia prospettiva con frequenza pur evitando di infastidire con le transizioni istantanee e questa scelta mette in risalto la qualità di certe ambientazioni. I pixel si vedono, c’è poco da fare, ma l’adorabile stile cartoonesco conferisce al titolo un carattere fresco e brioso. In più le animazioni rendono spettacolari come mai prima d’ora mosse e cutscene, accompagnate peraltro da un ottimo comparto audio. E’ il canto del cigno dell’ammiraglia portatile di casa Nintendo, almeno in ambito tecnico.

In sintesi
Alla fine dell’avventura, durata oltre 30 ore, il nostro parere su Pokémon Sole e Luna non può che essere entusiastico. Il gioco contiene valanghe di contenuti in single e multiplayer, novità tematiche e meccaniche capaci di elevare ulteriormente una formula consolidata nel corso degli anni ma mai stagnante, e il valore aggiunto dell’effetto nostalgia che senza ombra di dubbio toccherà il cuore di ogni Pokéfan degno di questo nome. In attesa di assistere al suo approdo in forma di porting su Switch, non possiamo far altro che consigliarvene l’acquisto. Se avessimo dovuto pagarlo, sarebbero seriamente stati i 45€ meglio spesi da tempo immemore. Brava Nintendo, brava Gamefreak.
Valutazione scala 1/10

9.3
+ Un’avventura di gran cuore
+ Tantissimi contenuti, longevità assicurata
+ Alola e i suoi abitanti sono unici
+ Grande attenzione all’aspetto competitivo
+ Grafica e sonoro al top
– Limiti tecnici visibili nei pesanti cali del framerate
– Ci mette un po’ troppo a ingranare
– Forme Alola non proprio entusiasmanti

*Recensione basata su una copia promo fornita dal publisher*

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