Data di Uscita 19 Febbraio 2016 | Lingua Italiano |
Piattaforme 3DS | Versione recensita 3DS |
Pokémon Super Mystery Dungeon arriva a quasi tre anni dall’uscita dell’ultimo Mystery Dungeon, I portali sull’infinito, e quasi il doppio dal capitolo finale per NDS, Esploratori del Cielo, con il quale avevamo temporaneamente concluso la nostra esperienza dello spin-off sviluppato da Gamefreak e Spike Chunsoft.
In ritardo di 5 mesi rispetto al Giappone e di 3 alla release nordamericana ecco però sbarcare in Europa il tanto atteso Pokémon Super Mystery Dungeon per 3DS, titolo che segna una tappa fondamentale nella riaffermazione di una delle saghe più amate dai fan di Nintendo.
Sarà servito il prolungato tempo d’incubazione a ridonare nuova linfa a un brand passato ormai in secondo piano e a farci innamorare come in origine? Scopriamolo subito.
Pokémon Super Mystery Dungeon
Per chi ancora non lo sapesse, la serie di cui stiamo parlando non rientra nel canonico genere JRPG a cui le release annuali di Gamefreak ci hanno abituato fin dal lontano 1996 bensì in quello dei dungeon crawler a turni (Crypt of the Necrodancer senza il ritmo musicale, per intenderci).
Il giocatore prende il controllo di una squadra di Pokémon con statistiche, attacchi e abilità simili a quanto visto nella saga principale allo scopo di compiere determinate missioni all’interno di dungeon procedurali, infarciti di nemici e trappole ma anche di utili strumenti.
Detto questo possiamo addentrarci nella descrizione di Pokémon Super Mystery Dungeon partendo dalla colonna portante, ovvero la trama.
Le premesse, neanche a dirlo, rispecchiano con fedeltà la tradizione: il protagonista, un umano, viene misteriosamente catapultato nel mondo dei Pokémon e trasformato in uno di essi perdendo la memoria.
A differenza dei predecessori, però, qui viene concessa la possibilità di scegliere -tra il roster degli starter di ogni generazione più Riolu e Pikachu- il proprio team iniziale, composto da due personaggi, indipendentemente dal risultato del quiz attitudinale alla Animal Crossing propostoci nell’incipit.
Non che ciò influisca in alcun modo sullo svolgimento degli eventi ma aiuta di certo l’immedesimazione dell’utente nonché il processo di ottimizzazione delle strategie basate sui tipi.
Dopo l’ampio prologo alla fine del quale giungiamo ad accamparci presso il pittoresco villaggio chiamato Borgo Quieto, inizia un lungo processo di adattamento, una sorta di preparazione agli avvenimenti futuri che si espande pian piano partendo dalla semplice quotidianità per poi arrivare al nocciolo del gioco, quel punto a circa metà dell’avventura in cui tutto prende forma e la storia ingrana.
Non che la prima sezione sia noiosa, anzi è piuttosto gradevole e zeppa di momenti spassosi studiati a regola d’arte per caratterizzare al meglio tutti i personaggi presentati e dare una base solida al prosieguo della narrazione, però avrebbe potuto essere meno lenta.
La seconda parte di Pokémon Super Mystery Dungeon, infatti, risulta decisamente più movimentata e avvincente, complice l’apparizione di una schiera di Pokémon dai connotati esuberanti (ci saranno persino dei cameo), nel bene e nel male, che rivestiranno un ruolo cruciale da quell’istante in poi.
Ad arrivare alla fine della campagna ci si impiega circa una ventina d’ore, contando anche le missioni secondarie “obbligatorie” che servono a far avanzare il tempo e proseguire con la main quest, ed è inoltre presente un epilogo segreto sbloccabile nel postgame durante il quale sarete comunque liberi di esplorare a piacimento il mondo di gioco.
Noi ci riteniamo ampiamente soddisfatti dalla trama di Pokémon Super Mystery Dungeon, tra le migliori dell’intera serie se non la migliore in assoluto sia per qualità che longevità, in grado di regalare riso e spensieratezza come lacrime, colpi di scena e insegnamenti morali; in sostanza è un continuo crescendo che parte dai meandri della terra fino ad arrivare alle profondità spaziali senza mai perdere di brillantezza e originalità.
Passiamo invece al lato del gameplay, enumerando la cospicua somma di novità apportate al sistema di base.
Se la struttura delle missioni è rimasta pressoché invariata, salvo l’aggiunta di qualche tipo di sidequest votata all’esplorazione in cerca di determinati Pokémon da sfidare o porte segrete da aprire, il modo in cui approcciarvisi è cambiato radicalmente.
Scordatevi la comoda bacheca situata dentro le gilde perché adesso le missioni vanno procacciate visitando le varie località del continente se non addirittura all’interno degli stessi dungeon.
Ciò viene reso possibile dal nuovo dispositivo elettronico di interconnessione a ragnatela che ci permette di sbloccare tutti e 720 i mostriciattoli tascabili attraverso una rete di conoscenze.
In parole povere, ogni volta che completeremo una missione verremo ricompensati dal Pokémon richiedente, che si unirà al nostro team, con la presentazione di uno o più amici per i quali svolgere altri compiti, in una continua progressione capace di fornire sin da subito l’accesso a compagni ultralivellati del calibro di Salamence e Dragonite.
Ma non basta -e questo è un chiaro segno di buon game design- portarsi dietro gli uber e OU di livello 50 per portare a termine gli incarichi meno agevoli né tantomeno grindare, dal momento che il successo si basa quasi esclusivamente sulla corretta pianificazione di strategie e soprattutto sull’utilizzo oculato degli strumenti.
Tralasciando le sempreverdi MT, i semi e le sfere, in Pokémon Super Mystery Dungeon il giocatore ha ora a disposizione un folto numero di ramoscelli magici i quali, se agitati in direzione dell’obiettivo, rilasciano effetti offensivi molto utili, ad esempio la pietrificazione del nemico, oppure di supporto come rivelazione delle scale, teletrasporti e tanto altro ancora.
Inoltre già all’inizio del gioco ci vengono consegnati dei bracciali, detti cerchi, da assegnare e riempire incastonandovi pietre speciali chiamate Litos, deputate a offrire bonus temporanei (doppio attacco, boost alle statistiche, vista a lungo raggio, megaevoluzione, etc) che svaniscono alla fine dei dungeon e che si sono spesso rivelate indispensabili.
Servirsi degli oggetti, specialmente al di fuori delle missioni principali a nostro parere alquanto facilotte, non è affatto un’opzione e anzi proprio l’importanza di tali oggetti rende più fruttuose le esplorazioni alla ricerca dell’agognato loot.
I nemici, dal canto loro, faranno il possibile per evitare che scorrazziate incautamente bramando tesori e anzi vi spingeranno talora a correre con disperazione verso le scale che conducono ai piani successivi.
In Pokémon Super Mystery Dungeon la difficoltà del dungeon crawling non si basa più sulla quantità di piani bensì sulla cattiveria dei Pokémon selvatici, in alcuni casi addirittura più forti dei boss affrontati durante la campagna.
La maggioranza dei dungeon consiste in 10-15 piani disseminati di avversari agguerriti in grado di mettere a dura prova la vostra pazienza se non fate scorta di Revitalseme e Baccarancia, oltre che Elisir.
Se l’intelligenza artificiale nemica brilla per astuzia e malvagità in quasi ogni occasione, quella alleata stenta come al solito a causa delle sfortunate tendenze ad utilizzare mosse non molto efficaci e separarsi inspiegabilmente dal gruppo, causando ripetuti fallimenti di certo evitabili.
Gli sviluppatori hanno ben pensato di rimediare alle lacune dell’IA aumentando il numero di alleati a nostra disposizione durante varie esplorazioni e diverse boss fight della storia principale, tutte ben congegnate eppure molto facili, riducendo però a 3 unità la dimensione del team standard per le missioni secondarie.
Escluse tali pecche, il titolo ci è sembrato funzionare ottimamente in ogni suo aspetto meccanicistico.
Sul versante contenuti aggiuntivi, poi, c’è spazio per gli obiettivi bonus da acquisire tramite l’apposito menu e l’ulteriore prateria aperta dal multigiocatore tramite l’isola Pelipper, un hub abbastanza intuitivo per connettersi alle partite di altri utenti e aiutarli oppure richiedere soccorso in uno specifico dungeon; presenti, sempre all’interno dell’isola, parecchie missioni extra davvero impegnative che consigliamo di intraprendere nell’endgame.
Buone conferme, infine, dal comparto tecnico.
Pur non potendo contare per ragioni di hardware su un conteggio poligonale e su animazioni da next-gen portatile il motore grafico di Pokémon Super Mystery Dungeon compie il suo dovere senza sbavature di alcun tipo, coadiuvato da un lato artistico deliziosamente coloratissimo.
Soddisfacente la resa cromatica, stabile il framerate, quasi assente l’aliasing e sufficientemente dettagliati i dungeon, anche se avremmo preferito una maggiore varietà degli stessi in termini di conformazione strutturale.
Eccellente, invece, il sonoro, come sempre ricco di personalità grazie a motivi orecchiabilissimi e coinvolgenti (specie nella parte finale) che risuoneranno nella vostra mente per settimane.
Conclusioni Che dire, dunque, di Pokémon Super Mystery Dungeon? Gli sviluppatori sono riusciti nel loro intento e hanno creato un gran bel seguito al solo mediocre predecessore, annullando in toto le preoccupazioni dei fan che stavano iniziando a presagire una morte della serie. Il titolo ha tutto quello che serve per appassionare: una storia bellissima e longeva, dei personaggi caratterizzati splendidamente, un gameplay profondo e ragionato e una grande quantità di contenuti. Certo, presenta ancora dei fastidiosi problemi relativi all’IA amica e, almeno per quanto riguarda le missioni principali, ci è parso piuttosto facile ma si tratta soltanto di pecche marginali che non compromettono la fruibilità del gioco. Non importa se siete novizi o veterani del dungeon crawling a tema Pokémon, vi consigliamo caldamente di dargli una possibilità e siamo sicuri che non ve ne pentirete. |
Valutazione 8.8 |
+ Storia appagante e longeva + Tantissime novità + Ricco di contenuti + Gameplay più raffinato che mai + Comparto artistico e sonoro di qualità |
– IA amica ancora carente – Missioni principali a tratti troppo facili – Impiega un po’ ad ingranare |