pony island

[Recensione] Pony Island – Non c’è limite alla genialità

Data di Uscita 4 Gennaio 2016 Lingua Inglese
Piattaforme PC, Mac, Linux Versione recensita PC

Pony Island è un giochino da cinque euro che so già sarà molto difficile recensire. Uno di quei titoli allucinanti che capitano una volta ogni tot di anni, quando uno sviluppatore indipendente e assolutamente geniale decide che è ora di mettersi a fare un videogame fregandosene del conformismo e degli standard dell’industria. Pony Island è sbucato fuori dal nulla, senza che nessuno si aspettasse qualcosa di particolare. Eppure va a collocarsi di prepotenza nella ristretta rosa dei più bei giochi indie degli ultimi anni, andando a disturbare un capolavoro indiscusso come The Stanley Parable. Perché esattamente come The Stanley Parable, Pony Island è un gioco che chiunque dovrebbe provare sulla propria pelle.

Pony Island

Partiamo col chiarire subito che Pony Island non ha nulla a che vedere con i pony. Il protagonista del gioco è il giocatore stesso, e l’interazione avviene in maniera diretta tra l’utente e una sorta di entità demoniaca che controlla il gioco. Immaginate qualcosa di molto simile a The Stanley Parable, solo in versione molto più cupa e meno ironica.

In realtà in moltissime occasioni vi ritroverete a sorridere o a ridere proprio perché non capirete che cavolo stia succedendo al gioco, che sarà afflitto da una spaventosa quantità di problemi tecnici, tutti messi lì affinché non esaudiamo le richieste dell’entità dall’altro lato dello schermo. Detto in parole povere, dobbiamo donare la nostra anima al gioco.
Il gameplay starà dunque nel cercare di scappare dal gioco stesso, cercando di tutti i modi di sconfiggere il demone che di volta in volta apporterà delle modifiche al gioco in maniera tale da farci fallire. Per rigirare la situazione in nostro favore dovremo sbracciarci e fare del nostro meglio tra le opzioni di gioco, che risulteranno spesso non funzionanti, piene di glitch che magari ci daranno la possibilità di accedere al codice (fintissimo, molto semplice) del gioco, da manipolare a nostro vantaggio. Potremo addirittura chiudere l’applicazione e ritrovarci in una schermata del desktop dove il demone aprirà delle chat per dialogare con noi (tutto in inglese purtroppo), da provetto hacker, sottolineando tra l’altro la frustrazione di un programmatore o di un designer che cerca di far piacere il proprio gioco a un utente disinteressato, o che comunque sta cercando di fuggire.

pony island
Proprio le tematiche che verranno sollevate durante i nostri scambi di battute con il demone si riveleranno in realtà molto interessanti, offrendo parecchi spunti di riflessione. La potenza espressiva di Pony Island sta proprio nella maniera in cui si realizza questo dialogo con la “cosa” al di là dello schermo, un dialogo che qualche volta sarà verbale, ma che spesso e volentieri si manifesterà attraverso bug, glitch ed errori del software. Ciascuno di questi elementi riesce ad essere più folle del precedente, e il giocatore rimarrà per tutto il tempo con una sensazione di “What the fuck?” stampata sul volto.
Per portare a termine questa avventura serviranno circa due ore, due ore che saranno senza dubbio ricordate come intrattenimento di altissima qualità, per un’esperienza che si stamperà nella vostra memoria senza possibilità di fuga.

Conclusioni
Pony Island è un gioco da avere, per forza. Concettualmente vicino a The Stanley Parable, abbatte la quarta parete e coinvolge come pochissimi altri titoli sul mercato sono capaci di fare. La generale sensazione sarà un genuino “che cavolo sta succedendo”, il sorriso sarà inevitabile, altrettanto per la riflessione e lo stupore. Il nostro consiglio è di non guardare nessun video, non documentarvi (aver già letto una recensione rovina in parte il fascino) e lanciarvi all’acquisto del gioco su Steam. Se vi fa schifo potete sempre chiedere indietro i vostri soldi, in fondo dura appena due ore. Ma dubitiamo fortemente che un lavoro sperimentale di tale livello possa lasciare insoddisfatti.
Valutazione

9.0
+ Uno dei lavori più brillanti degli ultimi anni
+ Originalità da vendere
+ Sorprende e spiazza in continuazione
+ Temi interessanti
+ Per ciò che offre ha un prezzo ridicolo
– Tutto in inglese

Un commento

  1. Mah… Sarò fatto male io ma ‘ste boiatine indie ;) preferisco piuttosto un caro e vecchio retro-gaming (e ci sono un sacco di gioconi del passato per MAME, emulatori Spectrum e C64 etc.)

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