Quantum Break

[Recensione] Quantum Break – Panta rei, ma non sempre

Data di Uscita 30 Marzo 2016 Lingua Italiano
Piattaforme PC, One Versione recensita One

Quantum Break ha da subito avuto il merito di essere un progetto molto coraggioso e originale, ponendosi a metà strada tra un videogame classico e uno dei titoli narrativi o sperimentali tanto in voga negli ultimi anni.
David Cage è uno di quei sviluppatori impegnati nel sostenere lo sviluppo di videogame che si limitano a narrare delle storie, riducendo al minimo il gameplay. Dallo stesso lato della barricata abbiamo Telltale Games, un’azienda divenuta imponente proprio grazie al suo approccio al media videoludico e alla qualità delle proprie sceneggiature.
Quantum Break non vuole essere “solo” questo, e prova piuttosto a mescolare l’elemento narrativo semi-passivo con un gameplay più tradizionale ma assolutamente valido.
Andiamo a scoprire il risultato di questo mix.

Quantum Break

Non possiamo far rientrare Quantum Break in una categoria di videogame ben definita, in quanto è un esperimento del tutto nuovo. Si tratta della combinazione tra una miniserie televisiva, un adventure e un third person shooter incentrato sulla possibilità del giocatore di modificare il corso degli eventi. La trama è dunque uno degli elementi più importanti della produzione, è fantascienza di buona qualità, con un po’ di cliché ma anche con una sceneggiatura incalzante e che tiene sempre alto il livello di interesse.

Per massimizzare il coinvolgimento dei giocatori si è scelto di fare affidamento su attori dalla comprovata esperienza, tra cui spicca sicuramente Dominic Monaghan (Charlie in Lost o Pipino ne Il Signore degli Anelli) ma anche Shawn Ashmore, da X-Men, che qui sarà il nostro protagonista. C’è spazio anche per un magnifico Aidan Gillen, che molti di voi conosceranno per Game of Thrones, dove interpreta magistralmente il ruolo di Petyr Baelish, per gli amici Ditocorto.

La storia di Quantum Break si basa appunto su una frattura temporale che porta il tempo stesso smettere di scorrere, e il mondo sull’orlo di una catastrofe. In maniera molto intelligente gli sceneggiatori sono riusciti a sfumare i personaggi e a creare una situazione per certi versi paragonabile a quella de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco (il già menzionato Game of Thrones) dove, per quanto esista una generica concezione di giusto e sbagliato, le motivazioni dei personaggi “cattivi” risultano sempre comprensibili, seguono una logica che è anche possibile condividere. Questo elemento dà un grande spessore sia al cast che alla narrazione, si finisce per ritrovarsi schierati da una parte solo perché le idee di fondo sono diverse, ma si comprende anche il punto di vista dell’altro lato.

Quantum Break ha una struttura a livelli piuttosto classica, con dei veri e propri Atti che delineano le macro-sezioni all’interno della trama.
Il gameplay è inizialmente fraintendibile con quello di un classico shooter basato su coperture, ma in realtà le cose sono molto diverse. Il nostro protagonista, Jack, è in grado di fermare il tempo e creare delle micro fratture che saranno fondamentali per avere la meglio sugli avversari. Dimenticatevi quindi di poter far tutto alla Gears of War: cercare una copertura può aver senso per qualche secondo, ma il gioco ci richiede di muoverci continuamente e di sfruttare le capacità di Jack per poter prevalere sul nemico. Questo è evidente anche per la relativa mancanza di opzioni in quanto a controlli: non potremo ripararci dietro una struttura per sparare alla cieca e mettere a segno qualche colpo, non potremo saltare ostacoli in agilità stile parkour, né saremo in grado di sparare restando abbassati. La nostra sopravvivenza dipenderà dall’ingegno con cui riusciremo a utilizzare e concatenare le abilità a nostra disposizione, creando delle vere e proprie bolle entro cui tutto diverrà immobile, dando vita a scudi che ci proteggeranno dai proiettili e così via.
E’ assolutamente gratificante lanciarsi in mezzo alla mischia, bloccare un paio di avversari in una frattura sparandogli contro, con i proiettili che si fermano un istante prima di raggiungerli, spostarci da una parte all’altra dello scenario mentre il tempo viene rallentato e occuparci di altri nemici mentre i primi vengono finalmente raggiunti dalle pallottole.
Essenzialmente il sistema di combattimento del gioco richiede creatività, bisogna essere propositivi, restare dietro una parete è del tutto inutile.

Quantum Break

Per quanto le abilità a nostra disposizione siano efficaci, divertenti e variegate, lo stesso non si può dire delle armi da fuoco, forse un tentativo di non renderci la vita troppo facile con un personaggio overpowered, ma si resta un minimo con l’amaro in bocca. Immaginiamo che non sia possibile chiedere troppo quando si ha la possibilità di fermare il tempo.
Ad ogni modo grazie al buon level design nella maggior parte dei casi non sentiremo il bisogno di ricorrere a più di quanto non abbiamo: c’è sempre la possibilità di agire in maniera creativa, un dettaglio non da poco.
Considerato poi l’alto livello registico della produzione e l’importanza nella ritmica e nella sceneggiatura, sono presenti alcuni eventi scriptati dove la nostra interazione darà vita a sequenze gloriose.

L’ultimo livello di ciascun atto ci metterà nei panni di Paul Serene, l’antagonista del nostro Jack Joyce. E’ una scelta che potrà suonare bizzarra ma che ha assolutamente senso: le azioni che compiremo con Paul avranno delle ripercussioni dirette sul prosieguo della storia e determineranno in che modo gli eventi muteranno. Ciò significa che determinati personaggi potranno avere un ruolo maggiore o minore, che alcuni potranno vivere o morire, che il background dei comprimari potrà svelarsi oppure no.
Dopo aver giocato infatti nei panni di Paul diverremo spettatori di un episodio della miniserie TV, che sarà plasmato in base alle nostre decisioni e che determinerà il punto di partenza per il resto della storia. Ciascun episodio dura circa 20 minuti, è recitato più che bene, dotato di sceneggiature all’altezza del resto di produzione ma, purtroppo, chi è abituato alle serie TV più recenti noterà una certa tendenza al risparmio per quanto riguarda i prop e le ambientazioni, specie quelle al chiuso.

Quantum Break

Quali che siano le nostre scelte durante le fasi di gioco, il finale di Quantum Break sarà comunque sempre e soltanto uno: tutto ciò che potremo modificare sarà il modo in cui ci arriveremo. Considerata la qualità della storia, la maturità con cui viene trattata e la bravura degli attori non ci sentiamo di considerare questo come un vero difetto, perché durante i nostri playthrough abbiamo più volte sentito la genuina curiosità di sapere cosa sarebbe successo se ci fossimo comportati in modo differente.
La longevità di base si aggira intorno alle 8 o 10 ore, ma il livello di rigiocabilità è proporzionale a quanto saprete farvi affascinare dai personaggi e dagli eventi, alla vostra voglia di saperne di più. I diversi livelli di difficoltà offrono poi un ulteriore motivo per lanciarsi nuovamente nell’avventura, se ne apprezzerete l’originale sistema di combattimento.
Sia chiaro che non si sta parlando di differenze che cambiano la storia in maniera radicale, in fondo il finale è sempre lo stesso. Tuttavia la maniera in cui vengono tratteggiati i personaggi è molto diversa e abbiamo apprezzato da questo punto di vista il difficile lavoro che si è svolto durante la fase di regia e il conseguente montaggio.

Dal punto di vista estetico Quantum Break è uno dei migliori prodotti presenti al momento sulla libreria di Xbox One. La direzione artistica è ottima, così come la gestione delle fonti di luce, degli effetti particellari, delle trasparenze e delle rifrazioni.
Meno entusiasmante invece il comparto tecnico della produzione: un corposo numero di texture risultano in bassa risoluzione, vi sono molte superfici slavate, il filtro anisotropico è applicato in maniera “bizzarra” e il framerate è a occhio inferiore ai 30fps, più o meno nel range tra i 20 e i 30. Vi sono inoltre dei problemi evidenti nella gestione della banda passante: quando avverranno le tipiche transizioni da una scena pre-renderizzata a una di gameplay lo stuttering segnalerà come le texture non siano ancora state spostate nella RAM video, un problema arginabile con qualche secondo di caricamento in più che forse però ci avrebbe infastidito maggiormente.
Xbox One ha una determinata capacità grafica e questa viene sfruttata appieno da Quantum Break. La GPU e la RAM non possono fare miracoli.
Eccellente infine la colonna sonora dinamica, mentre il doppiaggio italiano è miscelato male (volume troppo basso) con le musiche e gli effetti sonori.

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Conclusioni
Quantum Break ci è piaciuto: ha una bella storia, un gameplay convincente, è originale e invita alla rigiocabilità. Rappresenta la mistura perfetta tra un videogame classico e gli estremi offerti da sviluppatori come David Cage. Certo, ci sono un bel po’ di cliché, l’armamentario non lascia molto soddisfatti e i limiti tecnici di Xbox One risultano un po’ sotto gli occhi di tutti.
Ad ogni modo, considerata la bontà dell’offerta e l’originalità di questo Quantum Break siamo senza dubbio disposti a soprassedere su mancanze che tutto sommato restano marginali e che non intaccano in alcun modo la capacità del prodotto di trascinare il giocatore.
Valutazione

8.7
+ Storia intrigante
+ Sceneggiatura di altissimo livello
+ Ottima recitazione
+ Sistema di combattimento originale e appagante
+ Strutturalmente originale e coraggioso
– Armamentario limitato
– Sistema di combattimento non per tutti
– Qualche problema tecnico
– Audio italiano mixato male

*Recensione basata su copia promo fornita dal publisher*

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