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Samorost 3 – Recensione | Il suono dell’anima

Se avete già visto o giocato le precedenti avventure grafiche di casa Amanita Design saprete già meglio di noi che i lavori dello studio ceco, conosciuto principalmente per gli splendidi Botanicula e Machinarium, racchiudono dentro di sé un’indescrivibile e toccante magia che li rende unici nel loro genere.
Samorost 3 è l’ultima iterazione di una serie di punta e clicca molto apprezzata da un pubblico di ogni età, sia per l’aspetto artistico/tematico che per quello puramente educativo.
L’atmosfera pacata, riflessiva e il focus sui sentimenti migliori reperibili in natura come amore e gioia lo rendono un gioco ideale alla fruizione in compagnia di figli, fratelli minori e nipoti.
Ma analizziamolo nel dettaglio.

Samorost 3 – Recensione

Data di Uscita 24 Marzo 2016 Lingua Italiano
Piattaforme PC, Mac OS Versione recensita PC

In linea alle aspettative, Samorost 3 si concentra sull’immediatezza delle singole ministorie narrate durante le fasi d’esplorazione più che su una vera e propria trama orizzontale, comunque presente in minima parte.
Esattamente come in Ori and the Blind Forest le premesse che muovono il protagonista, un piccolo gnomo spaziale dall’indole curiosa, sono semplici e prive di grandi progettualità: munito soltanto di una trombetta in grado di memorizzare e riprodurre i suoni registrati, il nostro amico andrà alla scoperta di nove diversi pianeti abitati da forme di vita extraterrestri, in cerca di nuove esperienze e oscuri segreti.

Lo storytelling classico degli Amanita splende qui di una luce quasi abbagliante e, al solito, non fa uso di alcun tipo di testo ma lascia ad animazioni e suoni il compito di stregare l’utente, riuscendoci in pieno.
Per quanto affascinante, però, il titolo ha una durata davvero esigua e sebbene noi lo abbiamo portato a termine dopo circa quattro ore, ammettiamo che la longevità standard (se siete avvezzi alle avventure grafiche) si attesta sulle due.
Non il massimo, dunque, considerando il prezzo alquanto pretenzioso di 20€.

Trattandosi di un punta e clicca, le meccaniche principali prevedono chiaramente l’interazione diretta con gli elementi dello scenario tramite il cursore del mouse, cliccando o trascinando certi oggetti in punti specifici.
A mischiare le carte in tavola ci pensa tuttavia la trombetta, in pratica l’unico strumento perennemente nel nostro inventario, con il suo interessante potere di “assorbire” i suoni provenienti dalle forme di vita.
Essa richiama lo spirito di piante e animali, presentando spesso al giocatore dei puzzle molto ingegnosi da risolvere osservando e ascoltando attentamente ciò che lo circonda.
Si passa dai giochi musicali a quelli di carte, dai ritmi musicali ai labirinti fino ad arrivare agli esercizi di memoria, in un costante processo stimolante godibile da grandi e piccini insieme.
Ma sarebbe errato sottovalutare il livello di sfida di Samorost 3 per tale motivo, anche perché alcuni enigmi sono parecchio tosti e mettono a dura prova la pazienza dei meno attenti o propensi a lunghi ragionamenti.
Per aiutare questi ultimi gli sviluppatori hanno inserito un manuale di aiuti illustrato deliziosamente a mano accessibile dopo aver completato un simpatico minigioco contestuale.
Nulla da obiettare sul lato del gameplay dunque, calibrato alla perfezione e sapientemente miscelato alla narrazione degli eventi.

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La splendida direzione artistica in 2D di Samorost 3, infine, merita tutti gli applausi del caso.
Ogni ambientazione è realizzata in modo ultra-meticoloso, le animazioni trasmettono sincera vitalità e l’art design è a dir poco sublime.
Le caratteristiche fisiche dei pianeti e dei loro abitanti presentano un ottimo grado di varietà e rapiscono occhi e mente del giocatore trascinandolo a forza dentro un universo allo stesso tempo soave, selvaggio ed inquietante.
Da manuale l’uso della splendida soundtrack, praticamente un tutt’uno con la maggior parte dei puzzle.
Spartani e privi di testo i menu e l’HUD ma comunque comprensibili e funzionali.

Conclusioni
Samorost 3 è l’ennesima conferma dell’immenso talento di Amanita Design, uno studio tanto piccolo quanto ambizioso che riesce a stupirci volta per volta tirando fuori dal cappello opere dallo spessore rilevante.
Atipico al punto giusto, bello da vedere, da ascoltare e da giocare, quest’ultimo lavoro dimostra maturità e attesta una crescita notevole se rapportata ai capitoli precedenti, dunque consigliamo vivamente l’acquisto a chiunque li abbia già spolpati.
A tutti i non-fan sfegatati e ai fruitori occasionali di avventure grafiche consigliamo invece di attendere un calo di prezzo, dal momento che 20€ per neanche 2 ore di gioco ci sembrano un tantino eccessivi.
Valutazione

8.3
+ Muto ma decisamente espressivo
+ Puzzle creativi e soddisfacenti
+ Comparto artistico e soundtrack da urlo
– Breve
– Costa un po’ troppo

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