Recensione: The Mooseman – Alla scoperta di Perm’

Ultimamente gli sviluppatori indie russi si stanno dando molto da fare. Nei mesi scorsi abbiamo potuto apprezzare diversi titoli alquanto promettenti come Beholder e The Uncertain, chiari esempi della crescita sia a livello tecnico che di game design dei team locali. Oggi invece ci troviamo di fronte a The Mooseman, qualcosa di decisamente diverso rispetto agli altri due appena citati. In esso convivono più caratteri: quello di gioco e quello di esperienza meditativa/conoscitiva alla Journey. Il lavoro di Vladimir Beletsky e Mikhail Shvachko si ispira alla mitologia del loro paese nativo, Perm’, situato nell’estrema parte orientale della Russia europea ed indubbiamente un luogo rilevante dal punto di vista archeologico grazie alla scoperta di importanti ritrovamenti fossili risalenti al periodo geologico definito appunto Permiano. Muniamoci dunque dell’attrezzatura da Indiana Jones ed esploriamo l’affascinante mondo seppellito di questo gioco.

The Mooseman

Uscita 17 Febbraio 2017
Lingua Inglese
Piattaforme PC
Versione recensita PC
Prezzo al lancio 6,99€

The Mooseman, lo abbiamo già detto, attinge dalla mitologia di Perm’. Nello specifico offre una lucida sintesi della cultura tribale ugro finnica pagana sviluppatasi tra Bjarmaland e il Volga. Il protagonista è un uomo-alce, sciamano con il potere di visitare a piacimento i tre diversi piani dell’esistenza. Creati dal dio Yen, questi universi paralleli asserviscono ciascuno a uno scopo ben preciso. Nei bassifondi vagano gli spiriti dei morti, sommersi dalle eterne acque oscure. Nel piano intermedio troviamo gli uomini, mentre un gradino in su risiedono gli dei antichi. Il nostro viaggio ci porterà ad esplorare tali mondi dimenticati, bui, selvaggi, alla ricerca della verità sul mistero della creazione e degli artefatti della tribù Chud’, la cui tradizione storica e letteraria è stata trattata con il massimo ossequio.

Nel corso dell’avventura scoveremo infatti molteplici oggetti di culto contenenti informazioni tratte da libri e musei dedicati al periodo Permiano. Senz’altro un ottimo modo di affrontare l’argomento poiché la scelta di leggere o meno viene lasciata esclusivamente al giocatore. Nulla risulta imposto né forzato. Se volete soltanto godervi l’esperienza contemplativa evitando lunghe sessioni di lettura potete farlo. Al contrario, se vi preme conoscere a fondo la materia mitologica, avrete di che gioire.

Ma The Mooseman non si ferma all’osservazione. C’è effettivamente una dose di gameplay, sotto forma di puzzle e mini-sezioni stealth. Saremo spesso chiamati a risolvere enigmi basati sul tempismo e sulla memoria, in alternanza a brevi boss fight che non sempre prevedono l’uso della violenza privilegiando l’approccio furtivo. I comandi sono pochi e quindi facili da ricordare. Si cammina in orizzontale, si viaggia tra il mondo reale e spirituale allo scopo di superare determinate fasi platform ed infine ci si difende da eventuali minacce attivando il potere del bastone sciamanico. Ad ogni modo, seppur l’utilizzo combinato delle meccaniche in alcuni frangenti sia intelligente ed appagante, la difficoltà generale risulta bassissima.

The Mooseman

Come anche in Abzu, qui il vero fulcro è la magia della scoperta, dell’imbarco in un viaggio mistico.
Ciò avviene grazie al minimale ma incantevole comparto grafico del titolo che sembra realizzato interamente con i carboncini. Figure ed animazioni ricalcano con fedeltà l’arte rupestre di Perm’, sfondi ed elementi del paesaggio vantano tinte plumbee e sfumature delicatissime, gli effetti di luce ed ombra creano scorsi suggestivi soprattutto sulle superfici riflettenti. E in tutto questo la soundtrack corale svolge un lavoro d’accompagnamento impeccabile. Si tratta insomma di un’esperienza pressoché extrasensoriale, per quanto breve (dura circa un’ora e mezza).

In sintesi

The Mooseman non è un prodotto comune e la sensibilità prettamente esteuropea degli sviluppatori si nota eccome. Il titolo offre un’esemplare rivisitazione del mito Permiano sotto forma di esperienza dai toni riflessivi e mistici in salsa videoludica. Lungi dall’essere un walking simulator, The Mooseman propone puzzle e sezioni stealth talora molto intelligenti, peccando solo un tantino nella proposizione di un livello di sfida piuttosto basso. Nonostante il prezzo inferiore ai 7€, poi, dura meno di due ore e non gode di rigiocabilità. Se volete acquistarlo fatelo aspettandovi un’avventura rilassante e meditativa più di ogni altra cosa. Inoltre l’aspetto educativo riguardante la mitologia ugro finnica è davvero pregevole. In pratica, la ciliegina sulla torta.

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