yakuza 5

[Recensione] Yakuza 5 – La mafia giapponese è sempre gradita

Data di Uscita 8 Dicembre 2015 Lingua Inglese
Piattaforme PS3 Versione recensita PS3

Yakuza 5 non è esattamente come ci aspettassimo. Secondo le notizie diffuse da SEGA questo capitolo avrebbe dovuto offrire un nuovo inizio, e sarebbe stato pensato anche per i non appassionati della serie. Il problema fondamentale è che la trama di questo franchise prosegue ormai da anni, introducendo personaggi, aggiungendo intrighi, seguendo lo scorrere del tempo e i cambiamenti che ne conseguono. Yakuza 5 cerca solo in parte di porgersi in maniera amichevole con chi si sia perso la storia dei quattro capitoli precedenti. Ma, in linea di massima, è un seguito diretto di Yakuza 4.

Yakuza 5

Gli eventi prendono il via qualche anno dopo la conclusione di Yakuza 4, con il nostro protagonista tutto intento a rigare dritto e ad uscire finalmente dal vortice della mala giapponese. Inutile dire che la vita di Kazuma Kiryu non potrà consistere nell’accompagnare gente in taxi da un punto all’altro di Fukuoka, e ben presto il passato e questioni lasciate in sospeso si faranno di nuovo strada nella sua vita.

Chiariamo subito che anche Yakuza 5 conta su una trama complessa, strutturata alla maniera di un gioco di ruolo giapponese, con personaggi di spessore e intrecci elaborati.
Chi non conosce i retroscena degli eventi qui narrati avrà certamente qualche difficoltà a cogliere tutti i riferimenti e a comprendere il background dei rapporti tra i personaggi. Tuttavia, anche chi è estraneo alla serie potrà godersi una storia ispirata, magari facendo un po’ di confusione di tanto in tanto, ma in generale apprezzando lo scorrere degli eventi e, più in generale, la struttura di gioco variegata.
Senza dubbio questo non è il miglior episodio con cui iniziare la serie, e se quello fosse il vostro intento vi consigliamo caldamente di optare per il terzo capitolo, che contiene un sunto dei precedenti due episodi (sempre che non vogliate ripescare i primi due su PS2).

Quale che sia il vostro retaggio, la sceneggiatura di Yakuza 5 è senza dubbio tra le migliori della serie, e sa appassionare nonostante qualche calo di ritmo che fa un po’ parte di molte produzioni giapponesi, sia del mondo dei videogame che degli anime. Capiterà ad esempio di incappare in dialoghi inutilmente lunghi, con scambi di battute spesso inutili o comunque eccessivi, che appesantiscono un po’ lo scorrere degli eventi. A dispetto di qualche caduta di ritmo, la sceneggiatura è solida, i cinque personaggi principali ben realizzati e il contesto sarà di volta in volta quasi protagonista della nostra storia.

yakuza 5Questo anche perché, ancora una volta, la riproduzione dei dintorni giapponesi è straordinaria, a mani basse la migliore vista in un videogame. In fondo questa serie parte dall’esperienza maturata da SEGA con lo sfortunato ma straordinario Shenmue, dunque è lecito aspettarsi una sfilza di diversivi, minigame e obiettivi secondari che espandono le possibilità di gioco in maniera straordinaria.
Potremo ad esempio dilettarci in sala giochi con una versione perfettamente funzionante online del classico Virtua Fighter 2, dedicarci a scazzottate (un po’ troppe a dire il vero) con gruppi di gangster, abbandonarci alle gioie della pesca e molto, molto di più.
Anche la riproduzione di strade, palazzi, empori di ogni genere e bancarelle ambulanti è uno degli elementi più riusciti del gioco, che sa ricreare con tantissimi dettagli la quotidianità del Giappone moderno. Non che le risse per strada facciano proprio parte della cultura nipponica, ma quando si parla di yakuza è giusto aspettarsi anche questo.
Gli scontri con gruppi rivali non sono stati gestiti nel migliore dei modi, vuoi per la frequenza a volte eccessiva, vuoi per un sistema di combattimento che negli anni ha subito poche modifiche, e che oggi come oggi non può essere messo allo stesso livello di un Batman Arkham e simili. Diciamo che si tratta di un approccio meno guidato, se vogliamo più arcade, un sistema che mostra di avere qualche annetto sulle spalle, e che fa il suo dovere senza però sconvolgere le esistenze di nessuno.

yakuza 5Dimentichiamo insomma i quick time event tipici del genere action moderno, qui è tutto “manuale”, una scelta per alcuni anacronistica, per altri coraggiosa, per altri ancora gratificante. Fortunatamente, il sonoro e gli impatti contribuiscono a creare una piacevole sensazione di brutalità durante gli scontri, e dopo un minimo di abitudine sarà possibile apprezzare il fascino di meccaniche ormai in disuso, ma non per questo poco divertenti.
Durante gli scontri avremo a che fare con le classiche barriere invisibili che delineeranno i contorni dell’arena in cui potremo combattere.
Barriere invisibili che purtroppo sono presenti in gran quantità un po’ in tutto il gioco, che non può per forza di cose essere un open world vero e proprio, o avrebbe dovuto sacrificare parecchio in altri ambiti. SEGA ha già avuto il suo disastro economico con Shenmue, e non è interessata a cadere negli stessi errori, limitando il budget per le proprie produzioni (in maniera forse un po’ troppo prudente).

Il lavoro svolto sul comparto sonoro è ancora una volta eccellente, e si appoggia sugli originali doppiaggi in lingua giapponese, accompagnati in questo caso da sottotitoli in inglese. Esatto, niente italiano, quindi se l’idea di leggere decine e decine di righe di testo in inglese vi spaventa è probabile che vogliate passare ad altro.
La bontà della trama resta tuttavia notevole, e da parte nostra abbiamo apprezzato parecchio sia la recitazione degli attori che l’efficacia delle traduzioni. Fatevi una paio di conti.

Conclusioni
Senza perdere troppo tempo a pensare, Yakuza 5 è il miglior capitolo della serie. Se amate il Giappone o se siete fan della serie non c’è alcun motivo per cui non dovreste provare questo titolo. Certo, SEGA ha accumulato due anni di ritardo, alcuni passaggi della trama possono risultare poco chiari per chi non conosce la serie, e il sistema di combattimento mostra gli anni che ha. Tuttavia, Yakuza 5 prorompe grazie a una storia ben sceneggiata, personaggi solidissimi e soprattutto una riproduzione straordinaria di tutto ciò che ruota intorno alla cultura nipponica. Un gioco in cui immergersi, ma bacchettiamo SEGA per l’assenza dell’italiano tra i sottotitoli e per la disponibilità solo in digitale.
Valutazione

8,5
+ Buona sceneggiatura e personaggi convincenti
+ Una caterva di attività secondarie
+ Grande cura nella riproduzione degli ambienti
+ Doppiaggi in giapponese di sicuro effetto
– Indirizzato solo a chi ama il Giappone o ai fan della serie
– A volte troppo verboso
– Niente italiano e solo digitale

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