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[Recensione] Transistor – Musica in movimento

Transistor è il secondo lavoro di Supergiant Games, piccolo studio di sviluppo che pochi anni fa ha sorpreso il mondo con il sublime Bastion. In qualche modo Transistor potrebbe essere considerato un suo seguito spirituale, in quanto ne condivide numerosi elementi. Il gioco riesce comunque a trovare una propria dimensione, e finisce per ergersi solidissimo nel panorama del gaming indipendente.

Transistor – Musica in movimento

Il primo impatto con Transistor non è molto diverso da quanto era avvenuto con Bastion. Il che è un bene.
Ci siamo ritrovati senza parole di fronte allo straordinario stile artistico scelto dai Supergiant Games, e alla bellezza delle ambientazioni. Andare a cercare paragoni è possibile, e si potrebbe menzionare Final Fantasy VII, lo stile cyberpunk, o il bellissimo OAV Innocence, di Mamoru Oshii. Ma più di tutto è chiaro che si sia partiti dallo stile Liberty degli inizi del secolo scorso, mescolando alcuni elementi base di tale corrente artistica con altri più tipici del post modernismo, accompagnando il tutto con tonalità che sanno di acquerelli e che comunicano eleganza.

Se Bastion era un’orgia di colori, Transistor è pulizia e raffinatezza. Se Bastion era morbidezza delle forme e ricerca della circolarità, Transistor è geometria e perfezione. Si tratta di un’opera più matura, che sa molto meno di cartone animato, e molto più di opera d’arte. E’ un comparto visivo lavorato, studiato, ed è assolutamente ineccepibile.

Ad accompagnare una simile magnificenza è la splendida colonna sonora del gioco, affidata ancora una volta al duo che aveva curato le musiche di Bastion. Le tracce di Darren Korb sono adesso molto più tendenti al jazz, con inflessioni decadenti lontane dal country del lavoro precedente. La timbrica della bella Ashley Barrett continua ad essere piacevolissima per le orecchie, e siamo certi che la main theme di Transistor verrà ricordata negli anni a venire, esattamente com’è accaduto per il pezzo Build That Wall di Bastion.
A supportare grafica e colonna sonora avremo la narrazione vera e propria, che conta di nuovo sull’eccellente lavoro di Logan Cunningham.

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Ci riprendiamo dunque dal piacevolissimo impatto con il gioco e scopriamo poco a poco di cosa effettivamente si stia parlando. Transistor è un action RPG tattico con visuale isometrica, dotato di una fortissima componente narrativa.
Vestiremo i panni di Red, una cantante a cui è stata rubata la voce appena la notte prima. Il gioco inizierà non appena troveremo Transistor, una enorme spada che tireremo fuori dal corpo di un uomo morto. Se da una parte il nostro personaggio non potrà parlare, la spada si rivelerà piuttosto loquace, e dialogherà con noi durante il corso dell’intera avventura. In questo modo verremo accompagnati nel dispiegarsi della storia, che verrà rivelata attraverso questi monologhi recitati in un inglese eccellente (i sottotitoli sono in italiano).

Proprio l’elemento narrativo del gioco sarà molto intrigante, ben sceneggiato, svelato poco per volta, con timidi assaggi che ci lasceranno la libertà di intuire, di capire, di dubitare, portandoci ad un forte grado di immedesimazione con la protagonista, anche noi muti perché separati dal gioco da uno schermo.

Transistor potrà apprendere le conoscenze delle persone uccise, espediente che ci permetterà di imparare un notevole numero di abilità (ben 14) durante il corso della breve storia principale. Ciascuna abilità sarà analizzabile attraverso una comoda interfaccia, e svelerà dei retroscena interessanti sul personaggio da cui proviene, andando ad arricchire la storia e ad aggiungere spessore ai caratteri, mai stereotipati né banali.

Il sistema di combattimento riveste un ruolo centrale nella produzione. Come molti di voi già sapranno si tratta di un ibrido tra turni e tempo reale, a discrezione del giocatore. Disporremo di volta in volta di quattro abilità attive, collegate ai tasti principali del pad. Le abilità potranno essere selezionate tramite i Punti di Controllo sparsi per le ambientazioni di gioco. Ciascuna abilità potrà essere impostata in modalità attiva (ed essere associata a un tasto), passiva (in modo da darci un bonus fisso) o di supporto (per migliorare le abilità attive). Ciò permette una grandissima stratificazione e una notevole libertà strategica, e il giocatore viene invogliato allo sperimentalismo per adattare il sistema al proprio stile di gioco.

Come dicevamo, durante il combattimento potremo decidere se affrontare il tutto in tempo reale, alla maniera di un classico action RPG. In questo caso dovremo alternare saggiamente le fasi di attacco e di difesa, utilizzando la nostra abilità di teletrasportarci per sfruttare le numerose coperture poste sul campo di battaglia. Nella maggior parte dei casi, i nemici saranno comunque in sovrannumero, e sarà più sensato ricorrere ad un approccio tattico.

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Grazie al potere di Transistor avremo dunque la possibilità di fermare il tempo, in maniera tale da pianificare una serie di attacchi da tentare quando riattiveremo lo scorrere del tempo. Il numero di azioni disponibili sarà limitato, e dovremo decidere la maniera più intelligente in cui vogliamo procedere.
Il gioco ci inizierà alle meccaniche di base fin dalle prime battute, e per imparare a padroneggiare il sistema saranno sufficienti pochi scontri.

Considerata comunque la grande quantità di abilità che apprenderemo nel corso della breve avventura (circa 6 ore per un playthrough), Transistor ci porterà continuamente a sperimentare, e ad approcciarci al gioco in maniera creativa.

Da questo punto di vista è intelligente il modo in cui i developers hanno strutturato la sconfitta del giocatore. Quando i nostri HP scenderanno a zero otterremo un turno di pianificazione addizionale. Se riusciremo ad avere la meglio sull’avversario bene, altrimenti una tra le nostre abilità attive andrà in sovraccarico, divenendo inutilizzabile, e gli HP verranno ripristinati. Ciò significa che verremo privati di uno dei nostri attacchi, o di uno dei nostri mezzi di difesa, in maniera del tutto casuale, e con la necessità di adattarci alla nuova situazione. In questo modo si costringe il giocatore a migliorarsi e a sfruttare in maniera ottimale tutte le abilità, anche quelle che magari non eravamo inclini ad utilizzare più di tanto.
Parlando di longevità si può fare un discorso molto simile a quanto si direbbe per Bastion. La modalità principale è piuttosto breve, e potremo vivere l’intera avventura in circa sei ore. Il gioco è però dotato di un alto livello di rigiocabilità, e la modalità Recursion ci permetterà di ricominciare il gioco con avversari diversi, collocati in luoghi diversi, e adattati al nostro livello, che non verrà azzerato dopo la prima conclusione del gioco.

Conclusione
Transistor è un eccellente action RPG, che merita l’acquisto anche solo per la sublime veste grafica, o per la splendida colonna sonora. Un sistema di combattimento solidissimo e una storia narrata in maniera originale fanno da impalcatura alla seconda produzione di Supergiant Games, che si riconferma come uno degli studi di sviluppo più talentuosi dell’intero panorama videoludico. Consigliato.

+ Narrativa originale e bella sceneggiatura
+ Battle System innovativo e divertente
+ Stile artistico ineccepibile
+ Colonna sonora da brivido
– Storia principale piuttosto breve
– Bug di gioventù nella versione PC

Valutazione: 8.5/10

Metascore PS4 86/100
Metascore PC 82/100
Transistor | Steam | 18.99€

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