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Recensione: The Walking Dead – A New Frontier / Ties that Bind

La terza stagione di The Walking Dead comprende i primi due episodi della serie e parte col botto. Senza inutili giri di parole vi anticipiamo di essere rimasti colpiti dalla splendida gestione di personaggi e sceneggiatura, che tornano ai fasti della prima serie. Naturalmente non è possibile aspettarsi un prodotto davvero rivoluzionario, ma la qualità c’è tutta.
Se avete seguito la storia fino a questo momento di certo vorrete immergervi nuovamente nell’universo post apocalittico realizzato dai ragazzi di Telltale. Preparatevi però a qualche novità piuttosto radicale, perché questa volta si fa largo a un nuovo protagonista.

The Walking Dead – A New Frontier / Ties that Bind

Uscita 20 Dicembre 2016
Lingua Inglese
Piattaforme PC, PS4, One, iOS, Android
Versione recensita PC
Prezzo al lancio 22,99 €

Si comincia davvero bene, con un flashback ambientato prima della pandemia. Gli sceneggiatori hanno giocato con i tempi alternando avvenimenti presenti ad altri passati che spiegassero i diversi background dei personaggi e le relazioni che li uniscono.
Protagonista della terza stagione di The Walking Dead è Javier, per gli amici Javi. Le circostanze lo hanno portato a cercare di sopravvivere in compagnia della cognata e dei due nipoti.
C’è una buona varietà caratteriale, tra adulti che cercano di tenere duro e ragazzini spaesati che esprimono un disaggio che parte dall’età ma si amplifica per le terribili situazioni che si è costretti ad affrontare.

In maniera decisamente diversa rispetto al passato, The Walking Dead ci immerge tra rapporti radicati in un contesto familiare. Non è la sopravvivenza del singolo, ma l’attaccamento al gruppo e al legame di sangue.
Il nostro Javi incontrerà ben presto sul proprio cammino una meravigliosa Clementine. La ragazza è cresciuta, si è fatta più dura, più forte. L’avevamo lasciata sul finale della stagione precedente, e con un paio di flashback scopriremo almeno in parte cosa è accaduto in questo lasso di tempo.
Telltale continua a sostenere che le nostre scelte abbiano modificato Clementine e il suo carattere. In realtà, avendo provato diverse strade, la ragazza si mostra in maniera quasi identica. E’ indipendente, si fida poco, ma è fondamentalmente buona.
Lo sviluppatore non è ancora riuscito a creare delle storie che si modifichino realmente in base alle nostre decisioni. Ci sono delle piccole variazioni, ma il succo non cambia. Il giocatore resta insomma legato alle scelte degli sceneggiatori. E’ scocciante, ma d’altra parte la qualità della trama è ottima. Lamentarsi è lecito, ma parliamo pur sempre di una storia interattiva.
E’ possibile utilizzare Clementine davvero pochissimo, per la maggior parte del tempo vestiremo i panni di Javier. Si tratta di una scelta coraggiosa da parte di Telltale, ma ha un suo perché. Fondamentalmente avremo ora la possibilità di osservare dall’esterno un personaggio che abbiamo visto crescere nel corso di questi due anni, partendo da bambina impaurita ed evolvendosi in una ragazza temprata dalla terrificante realtà in cui è costretta a vivere. Questo cambio di prospettiva permette di apprezzare Clementine ancora di più, ci siamo sentiti quasi orgogliosi di lei.
Ciò che invece non abbiamo gradito sono state un paio di scelte fatte dagli sceneggiatori. Da amanti del cinema non possiamo non riconoscerle come forzature gratuite, messe lì solo per suscitare emozioni facili. Si tratta in particolare di due momenti della storia che colpiscono, ma che fanno anche incazzare. Comprendiamo la necessità di tenere alto l’interesse, ma ci sono tanti modi per farlo. Improvvisarsi il George Martin della situazione non è per forza la maniera corretta, mode a parte.

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La terza stagione di The Walking Dead continua con la sua dose di violenza e di crudezza. I combattimenti con i non morti e le uccisioni sono sempre esplicite, nulla è lasciato all’immaginazione. La recitazione continua ad essere buona, come al solito in inglese e senza sottotitoli nella nostra lingua. Un problema per molti giocatori, ma purtroppo non siamo un mercato sufficientemente importante dal punto di vista commerciale.

Il motore grafico è quello che già conosciamo, non ci sono aggiornamenti degni di nota. Espressioni e animazioni sono accettabili, ed è possibile apprezzare le rifiniture apportate alle ombreggiature nel corso degli ultimi mesi. A questo si aggiunge una direzione artistica più che buona.
E’ però un peccato che con tutti i milioni incassati da Telltale nessuno si sia ancora deciso ad investire su un nuovo engine. I segni dell’età ci sono e si sentono tutti, il che è un guaio. Per quanto le espressioni facciali siano sufficienti, lo sviluppatore sembra essersi adagiato sugli allori ormai da troppo tempo. Si potrebbe fare molto di più, e la grafica è un mezzo potente nel comunicare sensazioni ed emozioni.

In sintesi
La terza stagione di The Walking Dead parte benissimo, con una storia incalzante e zero tempi morti. Javier sembra un protagonista intrigante, mentre poter osservare Clementine dall’esterno ci ha fatto sentire orgogliosi del lavoro svolto su di lei negli ultimi anni. Ci sono alcune scelte di sceneggiatura che appaiono forzate, impedendo al prodotto di raggiungere l’eccellenza. Resta poi il solito discorso delle scelte del giocatore che non hanno un reale effetto sull’evoluzione della storia.
Ci sono dei limiti, senza dubbio, ma questi primi due episodi rappresentano senza dubbio un lancio fortissimo per una serie che mostra di volersi riprendere con decisione dopo il calo di tono della stagione precedente.
Valutazione scala 1/10

8.8
+ Sceneggiatura molto incalzante
+ Javier sembra un buon protagonista
+ Clementine rende orgogliosi
+ Buona recitazione
– Scarsa pianificazione sul finale della precedente stagione
– Un paio di scelte di sceneggiatura sono forzate e gratuite

*Recensione basata su una copia promo fornita dal publisher*

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