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Activision brevetta un matchmaking per prendere i nostri soldi

Mi rendo conto che sia un titolo piuttosto bizzarro ma è esattamente così che stanno le cose. Poche ore fa è stato approvato ad Activision un brevetto presentato nel lontano 2015, dove si definisce un particolare “sistema” per il matchmaking.
E’ un algoritmo che organizza le partite in modo che i giocatori facciano più acquisti tramite micro transazioni. Difficile? Sì, ma non impossibile.

Il software fa una ricerca dei giocatori sulla base di diversi parametri. Ovviamente controlla l’abilità, il ping, la posizione, la stabilità della connessione eccetera. Poi succede quanto segue, secondo le parole del brevetto di Activision:
“Per fare un esempio, il sistema potrebbe includere un engine per le micro transazioni che influenzi gli acquisti nel gioco. Questo motore potrebbe quindi mettere nella stessa partita un giocatore esperto con uno che ha cominciato da poco. Il giocatore meno esperto potrebbe venire spinto ad acquistare l’equipaggiamento già posseduto da quello con maggiore esperienza, vedendolo come punto di riferimento.”

Call of Duty WWII di Activision si prepara a qualche brutta sorpresa?

call of duty wwii

Procedendo nella lettura scopriamo che l’algoritmo può fare un controllo completo sugli oggetti in nostro possesso, valutando cosa potrebbe essere in cima alla nostra lista dei desideri nel gioco. Ovviamente saremo quindi spinti a veder “pubblicizzati” indosso ai nostri compagni gli equipaggiamenti che più desideriamo. Questo dovrebbe spingerci a spendere del denaro negli acquisti in app per comprare tali armi o armature.

“Per fare un esempio specifico, il giocatore poco esperto potrebbe voler diventare un abile cecchino. L’informazione verrebbe estrapolata dal profilo dell’utente. L’engine potrebbe mettere il giocatore in squadra con un cecchino esperto proprio per stuzzicare la sua voglia di migliorarsi. Questo potrebbe spingere il giocatore ad acquistare oggetti come il fucile di precisione utilizzato dal giocatore modello.”

La storia peggiora:
“Se un giocatore compra una determinata arma, l’algoritmo potrebbe inserirlo in un match in cui quell’arma è particolarmente efficace. In questo modo l’utente si sentirebbe molto soddisfatto per l’acquisto e sarebbe invogliato ad acquistare nuovamente per migliorare ancora la propria esperienza di gioco.”

Si finisce specificando che nonostante tutti questi esempi siano stati fatti pensando a un generico FPS, l’algoritmo sarebbe applicabile a qualunque tipo di videogame.

Il brevetto depositato da Activision e ora approvato

activision algoritmoSe non ricordo male è stata King la prima azienda a inserire gruppi di psicologi all’interno dei team di sviluppo. L’obiettivo era ovviamente studiare le più efficaci strategie per spingere i giocatori a spendere e a giocare.
Credo che siamo arrivati a un punto in cui i milioni di dollari che girano intorno al mondo dei videogame siano sotto troppi aspetti un pericolo. Il consumatore viene continuamente studiato e analizzato, il suo modo di pensare sbattuto sotto un microscopio per scoprire in che modo abusarne.

Meccaniche come queste significano manipolazione della nostra testa, dei nostri desideri, siano essi semplicemente in un gioco. E’ una forma di plagio subdola e che senza dubbio dovrebbe essere illegale. Potrebbe avere un effetto dirompente e pericolosissimo su chi magari è più condizionabile. Si rischia di scardinare equilibri delicati, e non va bene.

E’ seriamente tempo di fermarsi.

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