Tim Sweeney, co-fondatore e presidente di Epic Games, non ha proprio retto alle novità che riguardano Windows 10 e Xbox, ultimamente sottolineate proprio da Bill Spencer di Microsoft.
Per chi si fosse perso la notizia, il colosso di Redmond avrebbe a quanto pare intenzione di unificare le realtà Xbox e Windows 10, utilizzando come cavallo di battaglia Windows Store, che diventerebbe unico distributore per il software, escludendo dai giochi colossi del calibro di Steam, GOG e simili.
L’idea è quella di utilizzare una serie di librerie che darebbero degli indiscutibili vantaggi agli sviluppatori (soprattutto in termini di compatibilità con altre piattaforme), a patto che questi pubblichino i propri giochi su Windows Store.
Per Sweeney, così come per altre personalità di spicco dell’industria, si tratta di una maniera pericolosissima di manipolare il mercato, andando di fatto a monopolizzare la rivendita del software e impedendo agli sviluppatori di vendere i propri giochi in maniera diretta.
“Microsoft vuole il monopolio dei giochi su PC. Dobbiamo combatterla tutti.” Con queste parole l’autorevole rivista The Guardian apre la lunga intervista al direttore di Epic.
La situazione è molto simile a quella che pochi anni fa venne prevista da Gabe Newell, presidente di Valve, che descrisse Windows Store e la sua integrazione con Windows 8 come una catastrofe per l’intero mondo informatico, lanciandosi poi in una corsa verso la creazione del sistema operativo basato Linux SteamOS e delle Steam Machine, che come sappiamo non hanno mai realmente preso piede, forse anche perché la situazione con Microsoft si era un minimo acquietata.
Adesso sembra però che i tempi siano maturi, Phil Spencer desidera muoversi in questa direzione, Quantum Break e Forza Motorsport Apex saranno commercializzati esclusivamente tramite Windows Store e tutti gli altri distributori saranno tagliati fuori.
E’ evidente che Microsoft stia andando a pestare i piedi a questo punto non solo a Steam e GOG, che possono essere considerati come dei semplici concorrenti, ma anche a Origin di Electronic Arts, a Uplay di Ubisoft e allo Store di Activision Blizzard, dei colossi che producono attivamente software e che senza dubbio non vorranno sacrificare i propri guadagni assecondando Microsoft.
Ricordiamo infatti che alla vendita di un qualsiasi software, il 30% del ricavato (cifra leggermente variabile) va direttamente al fornitore del servizio di Digital download.
A detta di Sweeney, Microsoft deve semplicemente rendere aperta la piattaforma Universal Windows Platform, permettendo a qualsiasi applicazione di poter essere scaricata direttamente dal web, e non solo dallo Store ufficiale, in maniera tale da permettere la libera concorrenza.
Microsoft ha immediatamente risposto con un proprio portavoce dichiarando che l’azienda ha molto a cuore la qualità del software e il supporto offerto agli sviluppatori, che certamente non sarà messo in secondo piano. Ha inoltre dichiarato che Universal Windows Platform ha una struttura molto aperta, che non limiterà in alcun modo né publisher né developer.
Sembra insomma che per il momento gli unici software esclusivi di Windows Store saranno quelli prodotti internamente da Microsoft, un po’ come già adesso avviene con Origin ed Electronic Arts. Si tratta di una scelta votata alla fidelizzazione del cliente, in quanto oggi come oggi una piattaforma come Steam è davvero difficile da aggredire, sia per la qualità del servizio offerto, che per la quantità di software, che per le convenienti promozioni regolarmente organizzate da Valve.
Numerose personalità di spicco si sono espresse proprio in questi giorni in merito ai propositi di Spencer, sostenendo che nessun grosso publisher si appoggerebbe a una piattaforma esterna sacrificando il 30% dei propri introiti, soprattutto considerato che nel presente Windows Store non offre un servizio all’altezza della concorrenza.
Altre voci più pungenti descrivono le ultime novità di casa Microsoft come un ennesimo tentativo di imporre Windows Store come market di riferimento, un po’ alla stregua di App Store e Google Play, tentativo che già in passato si è rivelato fallimentare e che è destinato a rimanere un sogno nel cassetto di Microsoft.
E per quanto riguarda noi semplici giocatori? Beh, al momento il problema riguardo Quantum Break e Forza Motorsport Apex ce lo stiamo ponendo eccome… Siamo più che altro infastiditi dalla vergognosa frammentazione a cui sta andando incontro il mercato PC Windows: Steam ha la sua fetta di pubblico ed è ovvio che non voglia rinunciarci, GOG ha saputo integrarsi in maniera intelligente offrendo solo prodotti DRM free, Humble Store ricorre a Steam e al DRM free senza creare confusione. In tutto ciò però ci sono anche per l’appunto Origin e le sue esclusive, Blizzard e le sue esclusive, e adesso Microsoft e le sue esclusive. Paradossalmente Ubisoft è l’unico “colosso” che non si sia ancora comportato da perfetto stronzo, permettendo la vendita dei propri software anche su altri canali a parte Uplay.
Ci auguriamo che questi signori si rendano conto al più presto che un mercato frammentato fa male all’intera industria, si va ben oltre la semplice concorrenza.
Non avete capito. Il vero problema è se Microsoft (avendo il pieno controllo dell’OS) decidesse di usare questo suo vantaggio per creare, ad esempio, delle versioni castrate di directx per win32, e creare la versione completa solo per windows runtime (quello delle universal apps) (o qualsiasi altra libreria importante)…. in pratica il problema vero è se microsoft decidesse man mano di abbandonare gli eseguibili tradizionali in favore delle universal apps, senza distruggerle ma rendendole sempre meno aggiornate… un lento declino.
Perchè è un problema?
Perchè le universal apps si possono installare normalmente solo dal windows store. Il che significa che se diventassero l’unico mezzo per l’installazione di nuove applicazioni tutti gli sviluppatori sarebbero quasi costretti a distribuire le loro applicazioni nello store microsoft, alle condizioni che detta microsoft.
Perchè microsoft è quasi monopolista, ed è la prima a voler fare una cosa del genere in ambito computer… se si pensa ad apple ad esempio, nonostante abbia fatto qualcosa di simile, il suo app store continua a distribuire .app (l’equivalente del .exe su mac)… ha in pratica creato uno store di applicazioni desktop come hanno fatto steam e gog per i videogiochi, su linux c’è un distributore di pacchetti ufficiale a seconda della distro, ma vengono comunque distribuiti programmi senza particolari limitazioni.
In entrambi i casi le API delle applicazioni vengono sempre aggiornate, sia che provengano dallo store sia fuori dallo store, con Microsoft potrebbe non essere più così in futuro.
Io non uso windows, ma sfortunatamente è comunque usato tantissimo.
Il problema non sono i videogiochi… se esce un videogioco esclusivo origin e origin non ti piace, non lo compri… è molto semplice. Al giorno d’oggi di videogiochi nuovi, molti indie ben fatti, ne escono di continuo… se il tripla A di turno decide di uscire solo sul windows store, pazienza (se vuoi giocare a diablo 3 ma non ti piace lo store blizzard, torchlight 2 è un’ottima alternativa e costa anche meno oltre a non richiedere connessione continua).
Il vero problema è il futuro delle API win32, ed è questo che ha detto il boss di Epic ed è su questo punto che ha ragione…
il resto sono solo farneticazioni del “giornalista” ignorante in programmazione di turno, che non ha capito gran parte di quel che leggeva.
Esiste al momento un modo per installare universal apps al di fuori dello store ma:
1. non è utilizzato da nessuno sviluppatore perchè richiede che l’utente disattivi un blocco di sicurezza. Nessuno sviluppatore può basare un prodotto commerciale sul presupposto che l’utente medio disattivi il blocco di sicurezza andando nelle impostazioni (ed è per lo stesso motivo che su android nessuno vende apps al di fuori degli store ufficiali… anche se ci sono apps al di fuori degli store ufficiali, sono al massimo apps piratate. L’unico successo in questo campo è l’amazon app store che comunque è usato pochissimo al di fuori dei kindle).
2. microsoft può decidere di togliere e mettere questa possibilità in qualsiasi momento.
Le Universal apps hanno il vantaggio di essere multi-piattaforma (multi-piattaforma microsoft comunque), ma gli svantaggi sono al momento davvero catastrofici.
L’unica speranza è che microsoft:
a. decida di continuare a sviluppare le win32 api
b. decida di rendere windows runtime API libere per la creazione di eseguibili in ambiente desktop.
Trasformare il mercato videoludico in qualcosa di molto simile a quello musicale con Itunes ( grazie al compianto genio a cui vengono dedicati 2-3 docufilm all’anno per osannarne le gesta…) non deve stupire, le corporazioni tenteranno sempre di controllare il mercato, è la loro indole innata (che prescinde in alcuni casi, addirittura la volontà degli stessi soci). Sul fatto che possa avvenire con successo su piattaforma PC ho i miei dubbi. Ma guardando al mercato console con un target molto diverso e più omogeneo… basta vedere la politica di Nintendo, da sempre ultraconservatrice.
In fin dei conti, vista l’attuale situazione del mercato dove al cliente vengono spillati quattrini durante tutto “l’arco di vita” di un videogioco, a prescindere dalla sua effettiva qualità, una bella scossa potrebbe anche giovare o quantomeno sarebbe interessande assistervi.
Sai le risate della parte più smaliziata della community ( NON fanboy di questo o quel cartello) ! ^-^
Il problema su PC è che si sta frammentando davvero troppo. Microsoft è una software house grande con franchise importanti, per adesso ti sta partendo un Forza e con Quantum Break, ma sai che brutto che fa un revival di Age of Empires e te lo piazza solo su Windows Store? Vogliamo parlare della rilevanza che potrebbe avere un Halo su PC, da sempre sensibilissimo agli FPS?
Siamo già nella situazione in cui non possiamo comprare Dragon Age Inquisition o i vari The Sims se non passando per Origin, che di suo funziona una merda. Vuoi Diablo III? Vai sullo store di Blizzard. In questo modo mi sa che tutti i publisher più grossi opteranno per tenere le esclusive sui propri store, e non è una bella cosa.