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I creatori di Torchlight e Hob chiudono i battenti, considerazioni sul mercato

Con una mossa a sorpresa e totalmente inaspettata, il publisher cinese Perfect World ha deciso di chiudere Runic Games, studio di sviluppo responsabile dei due eccellenti action RPG Torchlight e dell’ottimo e recente puzzle adventure Hob. Questa la comunicazione ufficiale:

“Dopo l’annuncio della riduzione dello staff di Motiga, Perfect World Entertainment può confermare, come publisher di Gigantic, che il gioco continuerà ad essere disponibile sulle nostre piattaforme. Un piccolo gruppo di sviluppatori continuerà a lavorare in Motiga, che collaborerà con noi per supportare il titolo e i suoi giocatori, continuando a pieno regime con l’aggiornamento di Novembre e contenuti futuri.

Perfect World Entertainment ha recentemente chiuso gli uffici di Seattle di Runic Games per seguire la strategia aziendale di concentrasi sul gaming online come servizio. Siamo grati al team per tutto il duro lavoro nel portare alla luce esperienze incredibili come Torchlight, Torchlight II e Hob. Runic Games continuerà a far parte del portfolio di studi di Perfect World Entertainment, e i suoi giochi continueranno ad essere disponibili per i giocatori. Continueremo a mantenere il nostro impegno nel supportare e ampliare i franchise più amati di Runic Games.”

Nessuna informazione riguardo lo staff di Runic Games, che non sappiamo se sia stato licenziato in tronco o riassegnato ad altre mansioni. Abbiamo contattato l’azienda per ulteriori chiarimenti.

Torchlight, ha saputo battagliare con un mostro come Diablo

torchlightL’unico aspetto positivo della vicenda sembra essere il fatto che le IP non verranno messe da parte. Perfect World non sembra infatti intenzionata a rinunciare alla notorietà di Torchlight, amatissimo dai giocatori PC. Ricordiamo infatti che proprio il secondo capitolo della serie riuscì a dare battaglia a Diablo III, imponendosi come soluzione migliore in virtù della sua elevatissima qualità.
Per quanto un franchise possa sopravvivere bisogna ovviamente vedere a quali sviluppatori sarà assegnato. Indubbiamente non sarà facile raggiungere i livelli qualitativi dei prodotti originali.

Siamo a dir poco dispiaciuti che un gruppo talentuoso come Runic Games possa venire spazzato via in questo modo. Runic Games non è mai stato uno studio particolarmente prolifico, si è sempre preso il suo tempo nella produzione di titoli comunque eccellenti. Il primo Torchlight era un buon gioco, Tochlight II era grandioso, Hob è ottimo, ne abbiamo parlato da poco nella nostra recensione completa.
Proprio ieri parlavamo di Housemarque, i bravissimi sviluppatori di Resogun e Nex Machina che annunciavano di doversi allontanare dall’amato genere degli shooter arcade per spostarsi verso prodotti multiplayer. E’ chiaro che gli interessi del pubblico siano cambiati e che lo spazio per il single player si sia sensibilmente ridotto.

La speranza è ovviamente che il mercato possa riuscire negli anni ad auto-bilanciarsi. Ci sono numerosi prodotti single player che riescono a vendere ancora bene, principalmente giochi con nomi importanti o titoli a basso budget basati su idee particolarmente originali.
Il problema è che mantenere uno studio di sviluppo è estremamente costoso, e che videogame come Cuphead o Hellblade: Senua’s Sacrifice comportano sacrifici notevoli. Nessun problema ovviamente per i Mario, i Final Fantasy o gli Uncharted della situazione, ma queste sono grandi eccezioni.

Hob, ultima incantevole produzione di Runic Games

hobLe cose cambiano continuamente.
Di recente i ragazzi di GameIndustry hanno intervistato numerosi sviluppatori chiedendogli un parere sull’attuale situazione del mercato. L’idea principale è che micro transazioni e loot box siano la maniera più sensata di procedere per quanto riguarda le aziende più grandi. Sembra infatti che le insofferenze dei giocatori non siano in realtà molto diffuse, ma solo rese più “rumorose” dai social media. La maggior parte degli utenti non condanna la presenza di micro transazioni all’interno di titoli tripla A, anche quelli prevalentemente single player. In pratica siamo una “vocale” minoranza.
E, forse, anche una minoranza in via d’estinzione.

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