where the water tastes like wine

Disastri commerciali per i giochi più originali: l’esempio di Where the Water Tastes Like Wine

Probabilmente è la prima volta che sentite il nome Where the Water Tastes Like Wine. Avevo conosciuto questo gioco non molto tempo fa, leggendone una recensione su Destructoid da parte di Ray Porreca, che lo aveva premiato con un 8.5/10. Mi era sembrato molto interessante, avevo contattato lo sviluppatore per fare richiesta di una copia review ma non ho ricevuto risposta. Mi sono quindi limitato ad aggiungere il prodotto nella mia wishlist su Steam, promettendomi di dargli un’occhiata non appena avessi avuto un po’ di tempo libero.

Oggi scopro che il gioco viene definito addirittura un “disastro commerciale” da parte del suo sviluppatore. A quanto pare sono state vendute meno di 5.000 copie tra Steam e GOG, che non sono bastate a recuperare i circa 140.000 dollari di investimento.
Andando a guardare mi accorgo che Where the Water Tastes Like Wine aveva vinto il Developer’s Choice Award all’IndieCade del 2017 ed era stato selezionato da IGN come uno dei videogame migliori dell’E3 2017.

Il gioco è un’avventura interattiva incentrata sulla narrazione di diverse storie e l’interazione con più personaggi. Può essere inteso in pratica come il classico walking simulator, genere che di solito punta tutto sulla qualità di trama e sceneggiatura. Una sorta di “non gioco” se vogliamo, sulla falsariga di prodotti apprezzati come Dear Esther, Gone Home e, più di recente, What Remains of Edith Finch.
Non è un genere molto commerciale, si rivolge a una nicchia specifica.

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Where the Water Tastes Like Wine

Secondo lo sviluppatore, il fatto che il gioco abbia pesantemente mancato le aspettative di vendita è un grave campanello d’allarme per la scena dei videogame indipendenti. Dopo 4 anni di lavori, 140.000 dollari di investimento, la collaborazione di personaggi come Sting tra i doppiatori e la vittoria di diversi premi ci si aspettava decisamente di più.

In realtà credo che le cose siano un po’ diverse. Da una parte bisogna infatti considerare il problema legato alla difficile situazione di Steam su PC. Al momento nessun altro negozio riesce ad avvicinarsi al volume di vendite dello store di Valve, che nel frattempo sta colando a picco sotto una quantità disarmante di shovelware spalati quotidianamente in prima pagina. Questo toglie moltissima visibilità ai prodotti più meritevoli, come abbiamo più volte sottolineato, e la rimozione di Steam Greenlight non ha fatto che peggiorare ulteriormente le cose.

In secondo luogo non bisogna dimenticare che stiamo parlando di un gioco dedicato, appunto, a una nicchia del mercato. E’ fondamentale che all’interno di quella nicchia tu vada a catturare l’attenzione del maggior numero possibile di persone.
Where the Water Tastes Like Wine adotta uno stile grafico molto particolare, che senza dubbio colpirà alcuni, ma allo stesso tempo lascerà altri del tutto indifferenti.

Senza il supporto della community un indie non può sopravvivere

Lavori di questo tipo devono contare prima di tutto sul passaparola per riuscire ad avere successo, oppure su un buon supporto da parte degli streamer. Quando non c’è un budget da dedicare al marketing, il successo o il fallimento commerciale dipenderanno esclusivamente dalla stampa e dalle discussioni della community, ovunque esse siano. Da questo punto di vista possiamo dire che lo sviluppatore non è stato particolarmente capace di “vendere bene” il proprio prodotto.

In pratica è in parte vero che emergere sia sempre più difficile, ma è altrettanto vero che l’inesperienza sia una brutta bestia. Non credo che il mercato del software indipendente stia vivendo un qualche tipo di crisi. Ma è verissimo che Steam non è più in grado di offrire ai diversi prodotti lo spazio che realmente meritano.
Occorrono alternative e realtà come GOG o Humble Store potrebbero cogliere la palla al balzo.

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