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E3 2017 deludente, è il peggiore da tanti anni a questa parte

L’E3 2017 è stato il più deludente di cui io abbia ricordo. Per quanto siano stati mostrati tanti videogame interessanti, nessuna delle major ha davvero saputo sorprendere. Ciascuno avrà avuto le sue motivazioni, ma a conti fatti è come se ci fosse stata una scarsa pianificazione a priori.
In una situazione del genere, lo scettro di miglior keynote va senza dubbio a Ubisoft. Il colosso francese ha saputo intrattenere, divertire e ha mostrato giochi promettenti. Vorrei però riflettere più che altro sulle tre big del settore, Microsoft, Sony e Nintendo. A mio parere si rischia di delineare una situazione che potrebbe non essere particolarmente positiva per i giocatori.

Come ho espresso in un precedente speciale, Microsoft sembra essere andata incontro ad alcune difficoltà economiche. E’ possibile che i fondi della divisione Xbox siano stati ridotti. Nella migliore delle ipotesi si tratterebbe invece di strategie di marketing e planning insufficienti.
In teoria la compagnia dovrebbe cercare di recuperare l’enorme gap legato alle esclusive. Sia nei confronti di Sony che di Nintendo, il colosso di Redmond perde pesantemente in quanto a proprietà intellettuali. Il problema si può arginare siglando accordi con le terze parti, come avvenne con Sunset Overdrive, ma non è la stessa cosa.

E3 2017 – Sea of Thieves

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A rigor di logica l’azienda dovrebbe poter contare su più gruppi di sviluppo interni. Crackdown e Sea of Thieves possono fare piacere, ma a mio avviso solo Halo oggi è una killer application. Forza e Gears of War sono ottimi videogiochi, ma non credo facciano vendere console. Bisogna inoltre considerare che la maggior parte delle IP di Microsoft sono andate negli anni incontro a un certo decadimento qualitativo. Dopo la perdita di Bungie lo stesso Halo non è più quello di una volta.
E’ necessario aggiungere carne sul fuoco, espandere i generi, diversificare, sperimentare.

Sony, dal canto suo, all’E3 2017 non doveva difendersi dalla concorrenza di nessuno. In Giappone Xbox One è inesistente, in Europa se ne vende una ogni 9 PlayStation 4. Nintendo non è in competizione diretta, vuoi per la notevole differenza prestazionale, vuoi per la tipologia di videogame proposti. Secondo molti analisti, a parte i sostenitori Nintendo, Switch viene comprata soprattutto da chi ha già una console principale. Una situazione simile insomma a quanto avvenne con la prima Wii.
PlayStation 4 è quasi una monopolista, ha tante esclusive e una potenza di calcolo superiore rispetto a Xbox One. Nella sfida contro Microsoft sembra aver vinto.

E3 2017 – God of War

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Dopo aver galvanizzato la propria playerbase con due E3 di fila strepitosi, Sony ha dunque potuto rallentare.
Niente annunci shock all’E3 2017, tanto che la sorpresa più grande è un remake (Shadow of the Colossus). Magari c’è in cantiere una nuova IP, magari si sta lavorando a qualcosa di spettacolare, ma presentarlo quest’anno, quando la vittoria sarebbe arrivata quasi di default, sarebbe stato strategicamente poco sensato. Molto meglio continuare a lavorare sui propri progetti, mantenendo i segreti per utilizzarli a effetto appena necessario.
Quest’anno fila tutto liscio, spazio a realtà virtuale e videogiochi già annunciati.

Poi c’è Nintendo, che da una parte fa bene e dall’altra male. Qualcuno direbbe “Nintendo will Nintendo” e in effetti le cose sono andate proprio così.
Tra tutti i problemi che affliggono la casa di Kyoto, uno dei più pressanti è a mio parere la mancanza di diversificazione. La Grande N ha tante IP, la maggior parte delle quali è utilizzata però in maniera poco saggia. La copertura del genere platform è probabilmente eccessiva, con Mario, Donkey Kong, Kirby e Yoshi tutti a coprire lo stesso genere. Sì, sono giochi diversi, ma anche in questo caso si sperimenta troppo poco, l’E3 2017 lo ha sottolineato.

Captain Toad Treasure Tracker è stata un’ottima idea durante la scorsa generazione, ma un caso isolato. Donkey Konga qualche anno addietro poteva essere un tentativo sensato. Che utilità ha nel 2017 relegare Yoshi e Kirby al genere platform? Lo stesso Yoshi ha un passato illustre nel campo dei giochi di ruolo, lo si potrebbe riprendere. Importante sarebbe cercare di variare la propria offerta interna.

E3 2017 – Yoshi

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Donkey Kong è il platform cattivo, Kirby quello accessibile, Yoshi quello un po’ più impegnativo, Mario quello più adattabile. Quattro proposte tutte nello stesso genere. Nel frattempo F-Zero è nel dimenticatoio dai tempi di Gamecube, di Golden Sun si sono perse le tracce, Mother è diventato una ROM. I JRPG vengono coperti da Monolith in maniera competente, da questo punto di vista siamo sulla giusta strada. I giochi di guida esistono solo in forma arcade in Mario Kart e in Wave Race, sparito nel nulla. I titoli action, richiestissimi nel presente, non esistono se escludiamo la parentesi Bayonetta 2. I giochi di ruolo occidentali sono del tutto assenti. Action RPG non pervenuti. Non un singolo FPS, e dell’unico TPS presente (Splatoon) si pubblicizza soltanto il multiplayer. Perché?

Non serve un genio per rendersi conto che Nintendo dovrebbe lavorare a proposte che riempiano altri campi. Perdonate la blasfemia, ma Metroid Prime Federation Force un senso ce l’aveva. Per quanto abbia fatto incazzare chiunque (me per primo) sondava le acque per il multiplayer cooperativo. E’ un genere in fortissima espansione, dominato dai MMORPG, condiviso da Destiny, pizzicato da The Division, e che in futuro sarà aggredito dal promettente Anthem. Gli esperimenti vanno bene. Magari però facciamoli su macchine casalinghe in modo da non tranciarci le gambe da soli.

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Ciascuno dei tre partecipanti alla gara delle console sembra voler correre da solo. PlayStation 4 continua con i videogame canonici, ma spinge anche sulla realtà virtuale. Xbox si specializza sui servizi, sulla retrocompatibilità e sulle capacità multimediali. Nintendo viaggia con le sue IP e con prestazioni tecniche molto più modeste.
In questo scenario bisogna poi collocare PC Windows, concettualmente a metà fra PlayStation e Xbox. Qui non ci sono limitazioni di alcun tipo per i videogiochi. Qui giocate a tutti i videogame degli anni passati, basta una patch. C’è la realtà virtuale, c’è il tripla A, c’è una quantità di indie spaventosa. Ci sono anche esclusive che non arriveranno mai su nessuna console, basta pensare a MOBA come League of Legends, agli strategici, gestionali, MMORPG e 4X. E’ vero, l’hardware costa tendenzialmente molto di più, ma il software fa risparmiare tantissimo.

E3 2017 – Monster Hunter World

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In qualche modo, l’E3 2017 ha confermato che una competizione diretta non è strettamente necessaria. Le macchine possono essere complementari, così come le offerte software. Il problema si manifesta quando si corre da monopolisti, quando non si sente più il bisogno di migliorarsi e di proporre qualcosa di realmente innovativo.
Mi sta bene che Sony non si senta pressata per un anno al suo keynote e che non ci siano sorprese degne di nota.
Davvero, per un anno posso capirlo.
Ma i protagonisti non devono smettere di addentarsi vicendevolmente.

Il fair play è una cosa bellissima, ma questi signori devono sbattersi e fare del proprio meglio per accaparrarsi quella fetta di pubblico che preferisce comprare PlayStation 4 piuttosto che Switch. E se compro Switch convincimi che Xbox One è meritevole del mio denaro. Qui il consumismo ha senso, perché esclusive e giochi cazzuti arrivano per accalappiare clienti, per fare soldi.
Sono mega corporazioni, e tutte loro puntano al profitto.
Vogliamoci tutti bene, ma non dimenticate di scannarvi a colpi di esclusive. Così, per la gioia di noi poveri, ricchissimi giocatori.

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