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Google Stadia: analisi e considerazioni sul nuovo servizio di cloud gaming

Dopo tante anticipazioni, Google ha finalmente scoperto le sue carte e presentato al mondo Stadia, la sua visione sul futuro del gaming, che come avevamo anticipato è strettamente legata al cloud.
Cominciamo la nostra analisi presentando prima i fatti, e passando in seguito a considerazioni di natura tecnica e commerciale.

Che cos’è Stadia?

Stadia non è una console né un dispositivo fisico di alcun genere. Si tratta invece di un servizio in cloud streaming concettualmente simile a PlayStation Now, GeForce Now e affini. L’utente ha accesso a una sfilza di videogame giocabili sul cloud, senza quindi necessità di installazione o di possedere un hardware sufficientemente performante per farli girare. Tutto ciò che servirà sarà invece una connessione molto veloce, possibilmente in fibra ottica, con una banda ampia sia in download che in upload.

Stadia è vicina alla filosofia di Microsoft per il cloud: potrete sfruttare il servizio su qualsiasi dispositivo dotato di Google Chrome, quindi PC, smartphone, tablet, smart TV o Chromecast. Se potete far girare Chrome avrete accesso a tutti i servizi di Stadia. Microsoft ha promesso di fare lo stesso con il suo servizio cloud, ma sarà probabilmente battuta sul tempo.

In base alla qualità della nostra connessione, Stadia offrirà uno streaming adeguato, con un massimo potenziale di 60 frame al secondo in 4K con supporto ad HDR. Google ha promesso inoltre che il servizio verrà aggiornato in un momento successivo per offrire 120 frame al secondo a risoluzione 8K. Numeri da fantascienza al momento, ma che lasciano intendere la volontà dell’azienda di supportare il progetto sul lungo periodo.
Netflix riesce ad effettuare uno streaming in 4K con HDR utilizzando circa 18Mb/s. È ragionevole presumere che una fibra ottica da 100Mb sarà sufficiente per gestire il flusso di Stadia in 4K, anche a 60 hertz.

Stadia arriverà sul mercato entro la fine del 2019, sia negli Stati Uniti che nella maggior parte dei territori europei. Non è ancora stato confermato se l’Italia sarà inclusa fra le nazioni della prima ondata. I prezzi saranno comunicati nel corso dell’estate 2019.

Stadia controller

Per giocare potremo utilizzare un qualsiasi controller, ma Google propone anche un nuovo gamepad. La disposizione dei tasti è molto simile (purtroppo) a quella dei Dual Shock, dunque con entrambi gli stick analogici nella parte centrale.

Il pad ufficiale di Stadia utilizza il WiFi per la trasmissione degli input, come fatto da Nvidia Shield. Questo garantisce tempi di latenza estremamente brevi, utilissimo considerato che ci sarà una certa lag causata dalla distanza dai server.
Ha anche un microfono e il supporto nativo all’assistente vocale di Google. Secondo le parole della compagnia, se ci bloccheremo in un gioco potremo chiedere consigli e suggerimenti attraverso comandi vocali. Non è chiaro se l’assistente di limiterà a fare una semplice ricerca online o se verrà offerto un qualche servizio di walkthrough e guide dedicate.

google stadia controller

Tra i pulsanti ce n’è uno simile allo Share di PS4, che ci permetterà sia di salvare al volo le sessioni di gameplay, sia di effettuare lo streaming su YouTube.
Guardando il nostro video, gli utenti abbonati a Stadia potranno mettersi in coda per giocare con noi premendo un pulsante, permettendo dunque un nuovo livello di interazione per streamer e content creator.

L’integrazione con YouTube sarà fondamentale, e Google intende rendere le due piattaforme strettamente collegate. Tra le altre cose, i trailer e i video gameplay presenti su YouTube vedranno delle piccole modifiche nella pagina, dove comparirà il pulsante “Gioca ora”. Gli abbonati a Stadia potranno quindi cliccare per iniziare lo streaming in tempi brevissimi, si parla di circa 5 secondi. Niente installazioni, niente update del day one, niente patch: fa tutto Google lato server.

Sviluppo semplificato

Stadia si baserà sulle API Vulkan, che dovrebbero garantire una certa semplicità nello sviluppo. Marty Stratton, Executive Producer di id Software ha fatto sapere che sono bastate poche settimane di lavoro per convertire Doom Eternal utilizzando le API Vulkan.
Tra le altre cose, Google garantisce il supporto ad Unreal Engine, Unity, Havok, Simplygon e tante altre tecnologie.

Attualmente oltre 100 team di sviluppo sono al lavoro su software per Stadia, con oltre 1000 sviluppatori coinvolti. Google ha anche annunciato l’apertura di un team di sviluppo interno che si dedicherà interamente ai videogame, chiamato Stadia Games and Entertainment.

Considerazioni

Vorrei analizzare alcuni elementi a mio parere molto importanti. Il primo è che Stadia utilizza API Vulkan.
Questo significa che Stadia non è solo un servizio di streaming basato su un catalogo di giochi già esistenti, non si appoggia alla libreria PC, non mette a nostra disposizione una configurazione di fascia alta. Stadia è, a tutti gli effetti, una nuova piattaforma. Non è fisicamente presente a casa vostra, ma è una piattaforma, con un suo sistema operativo e specifiche hardware, con una potenza di calcolo distribuita ai singoli utenti in base alle esigenze del software e alle possibilità della banda.

Prezzi e software

Tutto ciò significa che gli sviluppatori dovranno effettivamente lavorare e convertire i propri videogame per Stadia. Non sarà un processo lungo né troppo dispendioso (pensiamo a Doom Eternal), ma bisognerà comunque sviluppare il software.
Detto questo, quale potrebbe essere il sistema di commercializzazione più sensato? Un po’ tutti abbiamo dato per scontato che si tratterà di un abbonamento mensile in stile PlayStation Now. Forse sarà proprio così, forse Google convincerà gli sviluppatori a offrire tutti i propri giochi gratis agli abbonati.

Ma se io fossi Rockstar Games e lanciassi un nuovo GTA a 70 euro, che tipo di vantaggi potrei aspettarmi da Google per offrire gratuitamente il mio gioco a tutti gli abbonati al suo servizio di cloud gaming?
Netflix non ha a catalogo le ultime uscite presenti al cinema, perché ciò distruggerebbe il mercato del cinema. Allo stesso modo, Netflix non ha le ultime uscite in blu-ray, perché questo ucciderebbe il mercato dei blu-ray. Si parla di tanti, tanti soldi.
Sky ha tempistiche certamente migliori rispetto a Netflix, ma è anche molto più costoso e ti spara la pubblicità in faccia.

Google Stadia – Video recap

A pensarci bene, Google non ha mai detto “potrete giocare a tutte le novità gratis dal day one”. E’ possibilissimo che Stadia adotti un approccio più simile a quello di Nvidia, che permette di giocare gratuitamente ad alcuni titoli, e vendendo le ultime novità in digitale.

In questo modo continueremmo a non aver bisogno di un hardware dedicato, continueremmo a poter giocare su qualsiasi dispositivo e continueremmo a godere di una profonda integrazione con YouTube. Ma dovremmo certamente pagare per i titoli ad alto budget appena rilasciati.
Può essere una soluzione accettabile, se il prezzo dell’abbonamento non fosse troppo elevato.

Fisico contro digitale

C’è però da prendere in considerazione la questione “fisico contro digitale”. Il digital download è in continua crescita, e il mercato fisico è in continuo declino. Questa è una verità indiscutibile. Altrettanto indiscutibile è che esiste una larga fetta di giocatori che non intende rinunciare al supporto fisico, alle edizioni da collezione, ai gadget e alle steelbook. Questa categoria di utenti potrebbe non vedere Stadia proprio di buon’occhio.

Se i giocatori PC sono ormai da anni abituati al digital download, quelli console tendono a fare più resistenza. Durante la presentazione di Xbox One, Microsoft fece un colossale buco nell’acqua con il suo digital only, tanto da dover annunciare un clamoroso dietrofront con annesso licenziamento di Don Mattrick. Sì, da allora è passato qualche anno, ma tantissimi giocatori continuano a preferire il fisico piuttosto che il digitale, anche per una questione puramente economica (una copia fisica posso rivenderla e abbattere quindi la spesa iniziale).

Tanti piccoli sviluppatori indipendenti cercano di rilasciare delle edizioni retail dei propri lavori di maggior successo. Lo fanno per incrementare le vendite, verissimo, ma lo fanno anche perché sanno che i fan acquisteranno di nuovo il gioco (double dipping), e anche di buon grado, giusto per conservare la loro copia sullo scaffale. E’ un oggetto tangibile che racconta di un’esperienza piacevole. Ed è molto più concreto rispetto a un nome in una lista su Steam.

L’incognita della latenza

Terzo elemento da esaminare nell’enigma Stadia è la latenza. Come un po’ tutti sanno, la lag è uno degli elementi che più determinano la qualità del gaming online. Questo è particolarmente vero per i giochi competitivi e a framerate elevati. Pensiamo a prodotti come Overwatch, DOTA, pensiamo a un qualsiasi first person shooter, ma anche a un battle royale come può essere Apex Legends. Più è bassa la latenza più è precisa e soddisfacente l’esperienza di gioco.

La lag dipende da una serie di elementi, tra cui l’input lag del controller, l’input lag del televisore/monitor e, la nostra connessione, quella dei server di gioco e la loro distanza dalla nostra abitazione. Sui server non abbiamo alcun margine di manovra, quindi potremo solo concentrarci sugli altri elementi.
Una connessione via cavo tende ad avere un ping molto più basso rispetto ad una wireless, quindi è bene armarsi di un cavo ethernet. Potremo poi utilizzare una TV dotata di HDMI 2.1, o di un monitor da gaming ad alte prestazioni. Il controller è meglio utilizzarlo in wired piuttosto che in wireless.
Bene, ma se i server del gioco stanno negli Stati Uniti o in Giappone? E se invece di avere dei server dedicati si utilizza il p2p?

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Google Stadia sarà ovviamente compatibile sia con Unreal Engine che con Unity

Google ha un vantaggio fondamentale rispetto a Sony e Microsoft, ovvero una diffusione capillare dei server in tutte le più importanti aree urbane del mondo. Distanza ridotta significa latenza ridotta, ma al momento è davvero difficile dire entro che termini. Ciò che sappiamo è che la versione Stadia di Doom Eternal aveva una lag pressoché nulla durante la presentazione alla GDC. Il server distava in questo caso solo 64 chilometri, quindi possiamo considerarlo piuttosto vicino. Se vivete in una grande città probabilmente potrete godervi il gioco in streaming senza alcun problema. Diversamente, se abitate in un paese con pochi abitanti la situazione potrebbe essere meno piacevole. Molto dipenderà anche dalla bontà dell’algoritmo di compressione di Google.

Insomma, per il momento Stadia ha saputo catturare il nostro interesse. La paura è che l’esperienza finale possa però avere una qualità fin troppo altalenante, ma non dubitiamo che Google possa aver messo in conto anche questo.
Adesso si aspetta di conoscere i prezzi e la qualità del nuovo team di sviluppo, che siamo certi presenterà qualcosa che possa accompagnare il lancio della nuova piattaforma.

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