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Hello Neighbor – Recensione

Hello Neighbor è un progetto inizialmente partito su Kickstarter che ha presto attirato le attenzioni della community di YouTube. Alla fine è riuscito ad arrivare su Steam in accesso anticipato nonostante il mancato raggiungimento degli obiettivi di crowdfunding. Questo il gioco lo deve principalmente alla sua invitante premessa: il protagonista dovrà infatti infiltrarsi in casa del vicino, in apparenza una sorta di serial killer psicopatico, per scoprire cosa nasconda e chi si celi dietro le urla agghiaccianti che provengono dall’abitazione. Tutto molto interessante, in teoria. In pratica, invece, il titolo di Tinybuild e Dynamic Pixels si rivela piuttosto deludente. Vediamo perché.

Hello Neighbor – Recensione

Vi è mai capitato di sconfinare casualmente nella proprietà del vicino e soffermarvi a curiosare più a lungo del previsto? Questo è quello che accade al protagonista, comune ragazzino che si improvvisa detective per svelare i segreti di un sospettoso energumeno baffuto. Viene spontaneo chiedersi chi o cosa conviva con l’uomo dentro la misteriosa abitazione, e soprattutto perché. Subito tanto spazio all’immaginazione, dunque, in quello che sembrava a tutti gli effetti un titolo investigativo basato sulla storia, sulla falsariga di The Vanishing of Ethan Carter, solo un po’ meno serioso.

Hello Neighbor – Trailer di lancio

A dispetto di quello che si possa pensare, tuttavia, non esiste una vera e propria trama. Gli eventi si susseguono in modo incomprensibile, poco coerente, attraverso brevi cutscene mai ben contestualizzate e prive di dialoghi. C’è solo l’incipit: mancano totalmente lo sviluppo e la conclusione, in barba ai finali multipli previsti. Neppure quello segreto riesce a dare un senso in termini narrativi a Hello Neighbor. Anzi, sa più di presa in giro che altro e ne siamo rimasti parecchio delusi. E come se non bastasse la longevità si attesta sulle 3-4 ore al massimo.

Parlando di meccaniche possiamo definire il gioco uno stealth/puzzle che si rifà per certi versi alla struttura di Alien Isolation. Il vicino sarà infatti l’unico nemico che incontreremo e la sua presenza incombente ci accompagnerà fino alla fine. La differenza fondamentale risiede nella costruzione dei livelli, non direttamente comunicanti fra loro. Superatone uno si passa ai successivi, in cui scenari e obiettivi cambiano volta per volta. In linea di massima, comunque, basterà risolvere degli enigmi ambientali basati sulla fisica e sfuggire al vicino infuriato sfruttando coperture e nascondigli.

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Hello Neighbor ci mette contro un unico avversario

In fase di marketing gli sviluppatori dicevano di aver creato, per il vicino, un’IA dinamica molto avanzata. A conti fatti, però, il cattivone si limita soltanto a memorizzare le nostre vie d’accesso più utilizzate per aspettarci al varco nel caso tentassimo di ripercorrerle. Così facendo diventa paradossalmente facile ingannarlo facendosi beccare un paio di volte consecutive nello stesso posto e cambiando subito strategia. Tra l’altro venire scoperti non ha nessuna ripercussione materiale, veniamo semplicemente portati all’ingresso del livello. Neanche gli oggetti raccolti (fino a 4 nell’inventario) subiscono un reset, consentendoci di proseguire come se niente fosse.

Di buono c’è che almeno la maggior parte dei puzzle si dimostra valida e intelligente. È possibile impilare scatole e altre cianfrusaglie per arrivare a superfici alte in stile Half-Life, distruggere muri e finestre, aprire e chiudere porte e combinare diversi oggetti. Questo in prevalenza nelle fasi iniziali, dato che dopo la metà dell’avventura si passa a sezioni di platform non molto riuscite. Il problema si può individuare nell’imprecisione dei controlli e nella loro “scivolosità” che rende il protagonista poco reattivo. Abbiamo in ogni caso gradito la relativa libertà concessa nel creare strade alternative verso l’obiettivo sfruttando l’ambiente che ci circonda. Pensate, alcuni utenti sono addirittura riusciti ad eseguire delle speedrun folli da 7 minuti. Notevole, no? Ricorda in un certo qual senso le imprese di StealthGamerBR con Dishonored.

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L’intelligenza artificiale non è rivoluzionaria come tutti si aspettavano

Fatto sta che purtroppo, vista anche l’assenza di un tutorial, ben pochi riusciranno a trovare Hello Neighbor divertente e appassionante. L’utente medio si troverà inchiodato in un loop di trial and error frustrante a causa della mancanza di qualsiasi tipo di indizio visivo su come proseguire, oltre che sullo stato di allerta del vicino (il quale può individuare il giocatore persino attraverso le pareti). In più il comparto tecnico mediocre e l’interfaccia rudimentale non aiutano affatto. C’è molto rumore nell’immagine, complice un antialiasing scadente e un motion blur pesantissimo che risulta impossibile da disattivare. Gli elementi con cui si può interagire, poi, non vengono evidenziati in alcun modo. In un gioco che punta sulla fisica sarebbe stato opportuno almeno offrire un’icona azione in prossimità degli oggetti rilevanti.

Per il resto, graficamente, non c’è molto da dire. La resa cromatica è varia e soddisfa, i modelli cartooneschi hanno il loro perché e le ambientazioni presentano un buon numero di dettagli. Da dimenticare, invece, l’ottimizzazione, con il fastidioso blocco a 60 frame al secondo, con cali e una slavina di bug e glitch. Sotto questo punto di vista sembra di trovarsi davanti una versione alpha più che un gioco completo. E pensare che si trova in accesso anticipato da oltre un anno e mezzo.

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La particolare direzione artistica di Hello Neighbor

Ci dispiace dover penalizzare un titolo indie dotato di una premessa tanto intrigante ma è impossibile sorvolare sulla mole di problemi che abbiamo riscontrato durante la prova. Con qualche mese di sviluppo in più e una virata nella direzione narrativa Hello Neighbor avrebbe davvero potuto stupirci. Al momento ci troviamo fra le mani un prodotto insufficiente, zeppo di criticità e decisamente sovrapprezzato. Speriamo che Dynamic Pixels se ne renda presto conto e corra ai ripari con delle patch. In caso contrario sarà lecito parlarne come dell’ennesimo fenomeno da YouTube e Twitch fallito miseramente.

 

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