Il nostro Zeusexy vi aveva già parlato di Hob al lancio della sua versione originale, su PC Windows, qualche annetto addietro. Il gioco veniva descritto come il terzo lavoro di Runic Games. All’epoca non sapevamo che sarebbe stato anche l’ultimo videogame del talentuoso studio di sviluppo, chiuso a brevissima distanza sotto i colpi di un mercato in continuo cambiamento. I creatori di Torchlight se ne sono andati però su note raffinatissime, con un adventure che, tributando The Legend of Zelda, mantiene una propria, chiara identità, senza temere il confronto con nessuno.
Adesso Hob è sbarcato anche su Nintendo Switch, dunque abbiamo colto l’occasione al volo per immergerci di nuovo nel suo mondo fantastico. Diamo il via alla nostra recensione e vediamo se il giochillo in questione è invecchiato bene.
Hob – Recensione
Data di uscita: 28/08/2019
Versione recensita: Nintendo Switch
Disponibile su: PC, PS4, NSW
Lingua: Italiano
Prezzo di lancio: €19.99
Come dicevamo, Hob è un adventure nudo e crudo, appartenente alla vecchia scuola. Lo mettiamo nello stesso genere di The Legend of Zelda, franchise che viene tributato in maniera evidente.
Si parte con una storia quasi inesistente: gli sviluppatori hanno optato infatti per personaggi completamente muti, che cercano di comunicare a gesti o con versi di difficile comprensione. E’ un mondo fantasy, ci sono golem di pietra, insetti troppo cresciuti, esserini che vivono sotto la superficie e molto di più.
Noi impersoniamo Hob, un bizzarro personaggio avvolto in un mantello stile Journey, con un’immancabile cappuccio che fa molto Link.
Fin dalle primissime battute comprendiamo che il vero pilastro portante del gioco non è la storia, ma per certi versi non lo è nemmeno il gameplay. Ad essere più precisi, direi che l’elemento di maggior interesse in Hob è lo straordinario senso di progressione, che accompagna il giocatore fino ai titoli di coda. Bizzarro e piuttosto originale, spendiamo qualche parola in più per capire di cosa sto parlando.
Il mondo a disposizione dell’utente è molto particolare. Gli innumerevoli enigmi che andremo a risolvere avranno un impatto sull’intera mappa di gioco, che verrà modificata di volta in volta in maniera sostanziale. Attivare ingranaggi, leve, e in generale risolvere i puzzle più importanti significherà creare strade, inondare territori d’acqua, sollevare o ribassare zone delle mappa, dar vita ad animazioni complesse che coinvolgeranno edifici, costruzioni, strutture di pietra, portali, avvallamenti, ponti e laghi. Gli elementi dello scenario sono sempre soggetti a mutamenti radicali. In questo sta l’innovazione di Hob, che non vi offre esattamente un luogo da esplorare, ma piuttosto da creare, da scoprire e da riscoprire ogni volta che andrete a modificarne la struttura. Assolutamente brillante.
Hob – Trailer di lancio
I puzzle sono molto variegati, coinvolgendo anche parecchi elementi platform. Non c’è la complessità di Zelda, né l’estro creativo, né l’originalità della serie targata Miyamoto e Aonuma. Il livello di difficoltà è molto più abbordabile, se avete dimestichezza con le avventure di Link troverete il gioco sicuramente alla vostra portata. Con ogni probabilità non vi ritroverete bloccati a causa di un enigma o un puzzle che non riuscite a risolvere.
Più impegnativa e interessante è invece l’esplorazione, forse l’elemento più riuscito di questo prodotto. Nella maggior parte dei casi sarà sufficiente richiamare la mappa per capire dove andare. Gli obiettivi non saranno sempre chiarissimi, e a volte dovremo andarcene un po’ in giro, magari tornando sui nostri passi, magari studiando le ultime modifiche apportate all’ambientazione. La mappa stessa non è stata progettata nel migliore dei modi, sarebbe stato molto più sensato poter disporre di una versione ridotta che fosse sempre presente a schermo. Gli sviluppatori hanno preferito invece inserirla tra le schermate del menu, costringendoci a mettere in pausa il gioco ogni volta che vorremo consultarla. Non un difetto madornale, ma considerata la frequenza con cui la utilizzeremo si tratta di una mancanza che è giusto segnalare.
Le possibilità di movimento del nostro personaggio incrementeranno progressivamente nel corso dell’avventura. Apprenderemo infatti alcune abilità che ci daranno via via maggiori libertà. Niente di terribilmente complesso né originale, solo piccoli gimmick da utilizzare in situazioni molto specifiche. Hob ha una struttura che non lascia molto all’immaginazione, non aspettatevi uno pseudo-sandbox in stile Breath of the Wild. Sono comunque varianti funzionali, che contribuiscono a dare quel senso di progressione espandendo le nostre possibilità.
La versione Switch di Hob è graficamente inferiore rispetto alle altre
Ci sono anche alcuni bonus passivi che incrementeranno il nostro potere d’attacco, i punti vita e l’energia per utilizzare le abilità speciali. Gli sviluppatori non hanno ovviamente dimenticato i completionist, quindi aspettatevi anche collezionabili più o meno inutili, nonché una sfilza di fotografie panoramiche che verranno scattate raggiungendo alcuni punti specifici della mappa. Insomma, i contenuti ci sono, specialmente se pensiamo che l’intero pacchetto viene proposto a circa 20 euro.
L’aspetto tecnico della produzione ci ha però un po’ contrariati. E’ chiaro che la console Nintendo non possa competere con le altre piattaforme casalinghe, ma ci aspettavamo qualcosina in più in termini di performance. La versione Switch di Hob soffre di un aliasing evidente, causato da una cronica assenza di filtri. Questo si traduce in una mole considerevole di scalette e bordi seghettati, che rendono l’impatto grafico molto meno piacevole rispetto alle controparti PC o PS4.
A ciò si aggiungono alcuni cali nel framerate, che non sono molto frequenti, ma quando avvengono si sentono. Durano poco, giusto un paio di secondi nella stragrande maggioranza dei casi. Durante qualche sequenza più panoramica invece tendono a permanere più a lungo, pur senza compromettere la generale esperienza di gioco.
Se Switch non può competere con le concorrenti dal punto di vista grafico, è vero anche che HD Rumble rappresenta una piacevole aggiunta. La vibrazione dei controller è molto più coinvolgente rispetto a quella di Dual Shock, e segue con maggiore fedeltà quanto avviene a schermo. Questo è particolarmente vero mentre intere strutture si spostano e si assemblano davanti ai nostri occhi, andando a creare costruzioni nuove con animazioni imponenti.
C’è poi il discorso della portatilità, che è ovviamente un valore aggiunto da non sottovalutare. Hob infatti si presta bene anche a sessioni piuttosto brevi, tanto da trovare in Switch il suo habitat perfetto.
Consigliato
Hob invecchia bene, e arriva su Switch in forma completa, matura, del tutto convincente. Questa versione è graficamente inferiore rispetto alle controparti in alta definizione, soprattutto a causa di un aliasing che va un po’ a ledere l’ottima direzione artistica del prodotto. La possibilità di giocarlo in modalità handheld sarà però un enorme valore aggiunto per molti utenti, a prescindere dalle mancanze visive.
Per il resto, la struttura di base è ancora molto solida: c’è un gran coinvolgimento durante le fasi di esplorazione, e il senso di progressione si fa sentire marcato durante tutte le fasi dell’avventura. Peccato solo per una mappa che avremmo preferito poter lasciare a schermo, e per qualche momento dove non sarà chiarissimo cosa fare.
Ad ogni modo, se apprezzate gli adventure in stile Zelda, Darksiders e Shadow of the Colossus, Hob è un ottimo modo di spendere i vostri 20 euro, a prescindere dalla vostra piattaforma preferita.
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